RICCARDO II re d'Inghilterra
Figlio di Edoardo il Principe Nero e nipote di Edoardo III, nacque a Bordeaux il 6 gennaio 1367. Dopo la morte del padre, divenne principe di Galles (20 novembre 1367). Suo zio Giovanni di Gaunt, duca di Lancaster, capo del partito di corte, che cercava di dominare la politica inglese durante gli ultimi anni del regno di Edoardo III, era stato infrenato durante il Buon Parlamento del 1376 dal partito "costituzionale" di nobili e vescovi sostenuto dai Comuni e guidato dal Principe Nero. Il Lancaster, rendendosi conto che la morte di Edoardo III avrebbe significato la fine del proprio influsso, venne a compromesso con l'opposizione (febbraio 1377) e quando R. succedette al nonno (21 giugno 1377), venne costituito un consiglio di reggenza formato in parti eguali da entrambi i partiti. Il primo parlamento di R. (ottobre 1377) ripristinò la politica e la legislazione del Buon Parlamento e si riconciliò formalmente col Lancaster, ma riorganizzò il consiglio di reggenza assicurando al partito costituzionale una maggioranza decisiva. Il tentativo di governare mediante un consiglio nominato dal parlamento fallì, perché i ministri si dimostrarono incapaci, i funzionarî minori mal sorvegliati e oppressivi, sicché i disordini locali si moltiplicarono. Le guerre contro la Francia e la Scozia furono mal condotte e il governo fece fallimento, sebbene spesso il parlamento tentasse di riformare l'amministrazione. Nel giugno 1381 un'iniqua capitazione, applicata e riscossa con metodi oppressivi, fu la scintilla che mise fuoco al generale malcontento contro l'amministrazione incapace e che fece concretare le rimostranze economiche dei ceti rurali. I contadini dell'Essex e del Kent si ribellarono ed entrarono a Londra abbandonandosi al saccheggio e uccidendo avvocati, mercanti, funzionarî, impiegati e noti aderenti al partito di Lancaster. I ministri, colti dal panico, nulla tentarono per frenare l'anarchia, anzi si rifugiarono nella Torre di Londra; e mentre R., sebbene appena quattordicenne, affrontava i ribelli a Mile End (14 giugno), ne ascoltava le richieste e prometteva perdoni e rimedî, i capi dei ribelli s'impadronivano della Torre indifesa uccidendovi il cancelliere, Simon di Sudbury, arcivescovo di Canterbury, il tesoriere Hales e varî alti funzionarî. Londra cadde in preda a una completa anarchia; ma il giorno seguente di nuovo R. affrontò i ribelli a Smithfield e riuscì a tenere a bada, con parole, gl'infuriati; nel frattempo il mayor di Londra raccoglieva truppe. Indi R. pacificò i rivoltosi e li persuase a disperdersi. Nella regione del sud-est l'ordine fu ristabilito; sollevazioni avvenute in molti altri distretti vennero represse e centinaia di ribelli mandati a morte, prima che R. potesse indurre i ministri a mantenere le promesse da lui fatte, emanando un perdono generale (dicembre). Nel gennaio 1382 R. sposò Anna di Boemia, figlia di Carlo IV, e dopo parecchi dissidî con i consiglieri e i ministri nominati dal parlamento, licenziò tutti; nel marzo 1383 nominò proprio cancelliere e consigliere Michael de la Pole, creò i suoi zii Edmund e Thomas duchi di York e di Gloucester per mettere freno alle rinascenti ambizioni del Lancaster e cominciò a governare come Edoardo I, cioè in base a iniziative esclusivamente regie, respingendo ogni controllo parlamentare. Ma il Gloucester sfruttò abilmente l'opposizione del parlamento e l'impopolarità dei confidenti di R., Pole (divenuto conte di Suffolk) e Robert de Vere conte di Oxford, il quale venne messo in stato d'accusa dinnanzi a un parlamento preparato in anticipo e fu condannato ingiustamente per tradimento e peculato. R. fu sottoposto al controllo d'un consiglio di undici magnati nominati dal parlamento (ottobre 1387). Immediatamente R. denunziò questo controllo e si preparò a combattere. Privo di danaro, R. non poté però arruolare truppe. Il Gloucester, con Riccardo Fitzalan conte di Arundel, Tommaso Beauchamp conte di Warwick e Tommaso Mowbray Nottingham e con Henry Bolingbroke conte di Derby (erede del Lancaster) dichiarandosi da sé stessi lord appellanti, si ribellarono e sconfissero il Vere a Radcot Bridge (dicembre 1387). Il Suffolk e il Vere fuggirono e il "Parlamento spietato" messo insieme dal Gloucester, mise al bando e mandò a morte i ministri di R. (febbraio 1388), ponendo di nuovo il re sotto tutela. Nel maggio 1389 improvvisamente R. licenziò i funzionarî nominati dal Gloucester, sostituendoli con Guglielmo di Wykeham, Tommaso di Brantingham e altri che in precedenza avevano servito sotto Edoardo III, uomini estranei alle recenti lotte di parte. Il re richiamò anche il Lancaster dalla Spagna per bilanciare l'azione del Gloucester, ed evitando ogni apparenza di vendetta o persecuzione governò con moderazione scrupolosa, ottenendo perfino dal parlamento l'approvazione dei suoi ministri e della sua politica. Governò così con molto successo fino al 1397, concludendo la pace con la Francia e con la Scozia, migliorando la giustizia e l'ordine interno, attaccando abusi impopolari provocati da influssi della curia di Roma e rendendosi così bene accetto ai Lollardi. Nel settembre 1394 si recò in Irlanda e vi rafforzò molto l'autorità inglese prima di tornare nel maggio 1395. Nel 1396 R. infrenò rigorosamente l'attività dei Lollardi. Rimasto vedovo di Anna (1394), sposò Isabella, figlia di Carlo VI di Francia (4 novembre 1396). Repentinamente nel luglio 1397 abbatté gli appellanti del 1388: col pretesto di complotti di tradimento, fece arrestare Gloucester, Arundel e Warwick, li fece comparire dinnazi a un parlamento predisposto (settembre 1397) e ne ottenne la condanna: Gloucester fu assassinato, Arundel giustiziato e Warwick esiliato. Le decisioni del "Parlamento spietato" vennero annullate e il nuovo parlamento delegò i suoi poteri a un piccolo comitato nominato dal re. Il Bolingbroke e il Nottingham, avendo favorito i progetti del re, ricevettero le contee di Hereford e Norfolk rispettivamente; ma il conte di Hereford accusò il Norfolk di tradimento, e all'inizio del duello giudiziale che era stato combinato per decidere dell'accusa, R. intervenne esiliando il Norfolk a vita e il Bolingbroke per cinque anni. Per il tramite del comitato parlamentare R. cominciò allora a governare in modo del tutto arbitrario, riscuotendo imposte, prestiti e multe a volontà, licenziando illegalmente il vescovo di Lincoln e punendo con ferocia chiunque osasse protestare. Sebbene colpisse pochi, terrorizzò tutti con le sue minacce e il suo contegno tirannico. Nel febbraio 1399, quando il Lancaster morì, R. ne confiscò le terre e dichiarò il Bolingbroke esiliato a vita. Nel maggio 1399 R. passò in Irlanda per reprimervi una nuova ribellione; ma prima di poter costringere i ribelli a battaglia apprese che il Bolingbroke, avendo organizzato una grande cospirazione, era sbarcato il 4 luglio nello Yorkshire chiedendo la restituzione delle terre del Lancaster. Il Bolingbroke non trovò opposizioni serie e R., tornando il 27 luglio a Haverfordwest, si trovò quasi isolato.
Dopo vani sforzi per raccogliere un esercito, si arrese al Bolingbroke il 19 agosto a Flent, accettando di abdicare. Il 30 settembre 1399 il parlamento accolse l'abdicazione ed elesse re il Bolingbroke col nome di Enrico IV. I partigiani di R. furono sottoposti a giudizio e puniti come traditori e R. stesso venne imprigionato a Pontefract. Una cospirazione di suoi amici nel gennaio 1400 fallì del tutto e nel febbraio Enrico lo fece assassinare.
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