Gualino, Riccardo
Industriale e produttore cinematografico, nato a Biella il 25 marzo 1879 e morto a Firenze il 6 giugno 1964. Fondatore della Lux film, per il suo importante ruolo nell'ambito dell'industria cinematografica può essere considerato uno dei padri del moderno cinema italiano.
Di famiglia agiata, animò come imprenditore in Italia e all'estero varie società, tra cui la SNIA, l'Unica, la Rumianca. Collezionista d'arte, fu mecenate e amico di artisti come L. Chessa, C. Levi e F. Casorati, che gli fece un famoso ritratto. Nel capoluogo piemontese, rinnovando il Teatro Scribe, rese operante fra il 1925 e il 1931 il Teatro di Torino con spettacoli musicali e di prosa a livello europeo. Sempre restando fra le quinte, tramite l'amico musicologo G.M. Gatti si impegnò per alcuni anni (1933, 1935, 1936) nel rilancio del Maggio Musicale Fiorentino. Inviso al regime fascista, fu arrestato nel gennaio 1931 e condannato a cinque anni di confino a Lipari, nelle Isole Eolie, dove però non rimase che poco più di un anno, ottenendo poi il trasferimento a Cava de' Tirreni e infine la libertà nel settembre 1932. Dopo un periodo trascorso tra l'Italia e la Francia occupandosi anche di cinema, si stabilì a Torino nel 1934 e fondò la Compagnia italiana cinematografica Lux con programmi di importazione, noleggio, produzione; ma il risultato economico negativo del primo film prodotto, l'edificante Don Bosco (1935) di Goffredo Alessandrini, lo distolse dalla produzione facendogli preferire la distribuzione di opere straniere. Ancora con Gatti alla direzione artistica, nel 1940 trasferì a Roma gli uffici della Lux insieme con quelli delle altre sue società. Fu così che la sede romana divenne per quasi un quarto di secolo uno dei luoghi deputati del mondo del cinema. Attraverso varie forme di collaborazione, G. vi ospitò gli uffici dei più vivaci produttori indipendenti, creando una vera e propria scuderia: in primo luogo Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, poi Marcello D'Amico, Luigi Rovere, Antonio Mambretti, Domenico Forges Davanzati e altri. Il costante sforzo della casa madre nei confronti degli associati fu quello di abbinare a una rigorosa gestione economica le esigenze di un sostenuto livello artistico; la Lux accompagnò così la crescita di autori importanti, tra i quali Mario Soldati, Renato Castellani, Alberto Lattuada, Luigi Zampa, Mario Camerini (da I promessi sposi, 1941, a Ulisse, 1954), Giuseppe De Santis (Riso amaro, 1949, il primo grande successo internazionale della Lux, seguito da Non c'è pace tra gli ulivi, 1950), Pietro Germi (da Gioventù perduta, 1948, a Sedotta e abbandonata, 1964). Esordirono con la Lux registi di grande avvenire quali Luigi Comencini (con Proibito rubare, 1948), Francesco Rosi (con la regia tecnica di Kean genio e sregolatezza, 1957, di Vittorio Gassman), Valerio Zurlini (con Le ragazze di San Frediano, 1954). Fra gli altri, numerosi, titoli di rilievo si possono ricordare La corona di ferro (1941) di Alessandro Blasetti, I miserabili (1948) di Riccardo Freda, Carosello napoletano (1954) di Ettore Giannini, Senso (1954) di Luchino Visconti, Giovani mariti (1958) di Mauro Bolognini, I soliti ignoti (1958) e I compagni (1963) di Mario Monicelli, Gli indifferenti (1964) di Francesco Maselli. Non mancarono nell'eclettico programma anche film comici interpretati dal piemontese Macario, da Totò, Renato Rascel e altri. L'ultimo titolo prodotto dalla Lux fu L'antimiracolo di Elio Piccon nel 1965. In un trasparente e un po' malevolo travestimento, G. compare come personaggio nel romanzo Le due città di Mario Soldati (1964) con il nome di Golzio, produttore della Victoria film. Tra i suoi scritti vanno segnalati Solitudine (1945; 1997³), sull'ingrata esperienza del confino, e il postumo Frammenti di vita e pagine inedite (1966).
Lux Film, a cura di A. Farassino, Milano 2000; T. Kezich, A. Levantesi, Dino De Laurentiis, la vita e i film, Milano 2001, passim; F. Chiapparino, Gualino, Riccardo, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 60° vol., Roma 2003, ad vocem.