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FERRAZZI, Riccardo

di Carlo Alberto Bucci - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 46 (1996)
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FERRAZZI, Riccardo (Benvenuto)

Carlo Alberto Bucci

Nacque a Castel Madama (Roma) il 27 ag. 1892 da Stanislao e da Ester Maria Papi. Fu avviato alla pittura dal padre, che era scultore e copista di quadri. Proseguì poi la sua formazione da autodidatta, scegliendo di cambiare il proprio nome in quello di Benvenuto, in omaggio a Cellini (Quesada, 1986). Espose per la prima volta soltanto nel 1918, quando, probabilmente grazie alla mediazione del fratello Ferruccio, fu invitato da E. Prampolini e da M. Recchi alla Mostra d'arte indipendente pro Croce rossa, inauguratasi in maggio alla galleria dell'Epoca con la partecipazione, fra gli altri, di G. De Chirico , C. Carrà, A. Soffici, E. Riccardi e dello stesso Prampolini.

Tra le sei opere esposte dal F. in quell'occasione si ricorda Il tram (catal., p. 6, tav. 12), che - insieme all'olio su cartone, privo di titolo, firmato e datato 1917 (Roma, coll. privata, già Signorelli) - dimostra come il F. avesse aderito inizialmente al futurismo. Egli, tuttavia, non giunse ad un'interpretazione astratta del dato reale rappresentato piuttosto nella sua evidenza plastica, probabilmente per l'influenza della pittura di P. Cézanne.

L'appartenenza del F. al futurismo viene comunque confermata dal dipinto Sensazione di velocità (ubicazione ignota), esposto all'Exposition internationale d'art moderne, apertasi nel dicembre 1920 a Ginevra (catal., n. 53, p. 17), alla quale il F. prese parte grazie a Prampolini, che, in qualità di selezionatore per l'Italia, scelse soprattutto artisti legati alle avanguardie. Inoltre il dipinto del F. Dinamismo di giostra (ubicazione ignota) fu scelto da F. T. Marinetti per il padiglione del futurismo allestito alla Biennale di Venezia del 1942: all'ultimo momento, però, il quadro non venne esposto (esso compare solo nella prima edizione del catalogo della mostra, p. 239; si veda anche la cartella relativa al F. presso l'Archivio storico delle arti contemporanee, Venezia).

Nel 1920 A. G. Bragaglia, che in un biglietto del 1919 a Ferruccio Ferrazzi non si era dimostrato entusiasta del F. (Quesada, 1986, p. 176), invitò quest'ultimo a tenere una personale alla casa d'arte Bragaglia (dove il F. tenne altre personali nel 1922, 1926 e 1934).

Il F. vi espose dipinti e disegni dedicati al paesaggio e alla gente di Roma (Verdone-Pagnotta-Bidetti, 1992, p. 197; v. anche la recensione, negativa, di C. E. Oppo, in L'Idea nazionale, 13febbr. 1920): due disegni furono acquistati dalla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma.

Negli anni Venti il F. prese parte alle principali collettive che si tennero nella capitale: dalla Biennale romana (1921, 1923) alle annuali della Società degli amatori e cultori di belle arti (1923, 1926, 1928); dalla prima Mostra d'arte marinara del 1926 (vi espose Torre di Terracina: Roma, coll. privata, già Signorelli) sino alle mostre del Sindacato fascista di belle arti del Lazio, alle quali partecipò ininterrottamente dalla seconda edizione del 1930 all'ultima del 1942.

Nel corso dei terzo decennio il F., superato l'influsso futurista degli esordi, andò maturando uno stile autonomo caratterizzato dalla delimitazione delle zone di colore attraverso una decisa linea di contorno che fa pensare alla pittura di F. Vallotton (Quesada, 1986, p. 176). Tale caratteristica, aspramente criticata da C. Pavolini nella recensione alla personale del 1926 presso Bragaglia (IlTevere, 25 marzo; Verdone-Pagnotta-Bidetti, 1992, p. 391), si riscontra nelle opere Paesaggio e Ponte Quattro Capi (ill.in Quesada, 1986), esposte, con altri trentotto pezzi, nella personale inaugurata il 25 febbr. 1934, sempre presso la casa d'arte Bragaglia. Nel testo di presentazione C. Morro (catal., pp. n. n.) si sofferma sulla macabra drammaticità che pervade sia la Camera mortuaria, luogo ove spesso il F. si recava a dipingere, sia i numerosi paesaggi romani (si veda, per questo sentimento tragico della vita la testimonianza di E. Francia del 1969, citata da Quesada, 1986, p. 177).

Nel 1935 F. partecipò con Nonna morta, Il Cristo morto, Il galeotto, Cavalli, Lo scemo, Interno di osteria, Sor Parasecoli e Bambina morta alla II Quadriennale di Roma (catal., p. 240). Nello stesso anno, a conferma del favore riscosso in questo periodo dal F., il suo disegno Bimbo che dorme fu scelto per la copertina del catalogo della mostra di disegni del Sindacato interprovinciale fascista di belle arti di Roma, apertasi in aprile al Circolo delle arti e delle lettere in sostituzione della prevista V Sindacale del Lazio. Nell'aprile del 1936 il F. partecipò con un dipinto raffigurante Benito Mussolini a cavallo, alla prima mostra dei bozzetti di pittura e scultura che si tenne da febbraio ad aprile alla villa comunale di San Remo, promossa dal comitato permanente per i premi San Remo, concorso al quale prese parte anche l'anno dopo con il bozzetto Maternità (Millesimi, 1992). Con tre disegni (tra cui Ilpittore Stanislao Ferrazzi morto), due olii e un'incisione (Interno di stalla) partecipò nel 1939 alla Quadriennale romana, dove tornò ad esporre nel 1943, nel 1951 e nel 1955.

Nell'immediato dopoguerra il F. scomparve dalla scena espositiva romana per riapparire nel 1951 con una mostra alla galleria Fiorani al Babuino, dove terrà personali anche l'anno dopo e nel 1955. Negli anni Sessanta prese parte più volte alla Rassegna di arti figurative di Roma e del Lazio; all'ultimo periodo appartengono anche gli affreschi nelle chiese di S. Michele a Cori e di S. Maria Maggiore a Pofi.

Morì a Roma l'11 genn. 1969.

Sue opere sono conservate a Roma presso la Galleria nazionale d'arte moderna, al Museo di Roma, al Gabinetto nazionale delle stampe e in collezioni private. Un elenco di esse è fornito dai cataloghi delle personali del 1951 e del 1955 alla galleria Fiorani al Babuino. Presso l'archivio di M. Quesada a Roma è conservato un testo dattiloscritto di memorie del F. risalente agli ultimi anni della sua attività.

Fonti e Bibl.: oltre ai cataloghi e afle recensioni delle mostre citati nel testo si veda: M. Quesada, in Roma 1934 (catal.), a cura di G. Appella - F. D'Amico, Modena 1986, pp. 90, 176 s.; Id., in Ferruccio Ferrazzi dal 1916 al 1946 (catal. della mostra di Spoleto), Roma 1989, pp. 102 s.;E. Badellino, in Scuola romana (catal.), a cura di M. Fagiolo - V. Rivosecchi, Milano 1988, p. 292;E. Crispolti, in La pittura in Italia. Il Novecento/1, 1900-1945, Milano 1992, I, pp. 473, 482, 485, 560;I. Millesimi, ibid., II, pp. 883 s.;M. Verdone - F. Pagnotta - M. Bidetti, La Casa d'arte Bragaglia, 1918-1930, Roma 1992, pp. 197 s., 390 s.

Vedi anche
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