ANNIBALDI, Riccardo
Figlio di Matteo A. "de militiis", visse nell'ultimo quarto del secolo XIII. La prima notizia che si riferisce a lui è del 1277 e riguarda un cambio con Giovanni giudice di Citera, al quale l'A. aveva concesso il "castrum Malafictum" per averne il Casale Tiburtino. Fu podestà di Viterbo con ogni probabilità dal 1º marzo 1281 al 1º marzo 1283, subentrando a Orso Orsini, che egli, d'accordo con Carlo I d'Angiò, aveva forse scacciato per prendere la custodia del conclave. Diede poi aiuto ad Adinolfo di Anagni che mirava ad occupare Frosinone e Terracina, ancora nelle mani della Chiesa e degli Angiò: il 23 ott. 1283 il papa Martino IV gli intimò di astenersi da tale atteggiamento, pena la scomunica e la perdita di tutti i beni.
L'intervento del pontefice fu nuovamente necessario, presso il padre dell'A., per far sì che egli non contendesse l'ufficio di podestà di Terracina a Riccardo dei signori di Ceccano.
Fu senatore di Roma tre volte: tra la fine del 1288 e l'inizio del 1289 con Bertoldo Orsini; nel 1300 con Gentile Orsini, dopo che la sua famiglia si era impossessata della zona del Colosseo in seguito alla cacciata dei Frangipane (abbiamo menzione di questi due senatori in due iscrizioni che si riferiscono alla sottomissione di Tuscania a Roma). Secondo alcuni studiosi l'A. era ancora senatore nel 1301 quando invitò Terracina a unificare pesi e misure. Nei primi mesi di quell'anno egli vendette a Pietro Caetani, dietro insistenza di Bonifacio VIII, la Torre delle Milizie e poco dopo il Circeo, il castello di S. Felice con la Rocca, il lago di Paola, S. Maria della Surresca con metà della pescheria e altri diritti per la somma di 20.000 fiorini.
Non si hanno elementi decisivi a favore o contro l'identificazione, pretesa da taluni, da altri rifiutata, dell'A. con il Riccardello Annibaldi che fu a Tagliacozzo con Corradino di Svevia, si impossessò della fortezza di Lariano e, dichiarato ribelle l'11 apr. 1269, fu perdonato per intercessione dello zio cardinale.
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