RICCARDI di LANTOSCA, Vincenzo
Poeta, nato di famiglia ligure, patrizia, a Rio de Janeiro il 9 febbraio 1829, morto a Ravenna il 9 agosto 1887. Insegnò materie letterarie nelle scuole medie; quindi fu preside in varie sedi, e provveditore agli studî successivamente in sette provincie.
L'irrequietudine e la causticità dell'ingegno, rinvigorite nell'arte dall'ammirazione ch'egli ebbe per Voltaire e per Catullo, dopo il giovanile entusiasmo per V. Hugo e per il Prati, si manifestarono sin dalle "memorie" in versi, Le isole deserte (Torino 1877), dove riprodusse anche Viaggio nell'ombra (1869) e Catullerie; poi, sotto il nome di V. Erdiel, nella "macchietta" Pape Satan Aleppe (Assisi 1882) e nella "commediola" Pippetto ossia il regno di Saturno (Ravenna 1886). Nella lirica e nella satira si atteggiava a pessimista più che davvero non fosse; e se talvolta codesto atteggiarsi nocque alla spontaneità dell'ispirazione, gli suggerì invece, parecchie altre volte, intonazioni e movenze espressive dei sensi intimi. Nelle sue pagine, che quasi sempre hanno valore d'una nobile originalità, sono frequenti i componimenti o almeno i gruppi di versi dove si gusta un romantico franco-italiano (scrisse pure in francese assai bene) che si ritemprava nella classicità propriamente italiana. Poche cose in rima solo apparentemente scherzosa abbiamo che valgano quanto il racconto che in Pape Satan Aleppe egli fece di una sua visita al Tommaseo; ma altresì in alcune liriche serie la meditazione angosciosa o trepida sopra le sorti umane, il patriottismo, l'osservazione acuta diventarono felicemente poesia personale (Poesie scelte, Firenze 1900, a cura di G. Mazzoni, che vi unì un saggio introduttivo e un'appendice di lettere).
Bibl.: B. Croce, La lett. d. nuova Italia, 3ª ed., Bari 1929, III, p. 231 segg.; G. Mazzoni, L'Ottocento, 2ª ed., Milano 1934.