ribellante
Equivale genericamente a " non obbediente ", e ricorre solo in If I 125 (Dio, , perch'i' fu' ribellante a la sua legge, / non vuoi che 'n sua città per me si vegna), dove si registrano anche le varianti rebellante e rubellante: cfr. Petrocchi, ad locum.
Concordi i commentatori nell'osservare che r. non è usato in senso proprio; ma gli antichi chiosatori si limitano a spiegare il termine come " infedele e non cristiano " (Anonimo), " alieno dalla vera fede " (Lombardi) o, più tardi, " semplicemente... non seguace " (Andreoli). Il Mattalia precisa che " ribelle, in senso proprio, è chi rifiuta la legge o l'ordine in cui si esprime la volontà del sovrano ". Dunque Virgilio fu r. " non nel senso attivo della parola, che noi riserveremmo a chi avesse operato scientemente contro la religione ... fu semplicemente alieno dalla legge di Dio " (Porena). Il Pietrobono conclude affermando che Virgilio " al pensiero di Dio sente la sua colpa maggiore che non fosse ". Per il concetto della ‛ ribellione ' degli uomini vissuti prima di cristo, cfr. If IV 37-41, Pg III 40-45, VII 7-8 e 25-36. v. anche RIBELLE; SALVEZZA DEI PAGANI.