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rezzo

Enciclopedia Dantesca (1970)
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rezzo


Deverbale aferetico di ‛ orezzare ' (v. OREZZA), che ricorre solo in poesia, ed è sempre in rima. Il senso proprio di " luogo in ombra " (" Rezzo, proprie est locus in quem radii solares non possunt intrare ", Serravalle) è messo in particolare risalto dalla contrapposizione ‛ a sole ', in Rime CIII 57 tanto dà nel sol quanto nel rezzo / questa scherana micidiale, dove tutta l'espressione " probabilmente significa ‛ di giorno e di notte '; alcuni commentatori intendono ‛ nel caldo come nel freddo ', cioè sia d'estate che d'inverno. Comunque, il senso è che i colpi della donna non hanno mai sosta " (Barbi-Pernicone). Così anche in If XVII 87 Qual è colui che sì presso ha 'l riprezzo / de la quartana, c'ha già l'unghie smorte, / e triema tutto pur guardando 'l rezzo. L'etterno rezzo (XXXII 75) è la ghiaccia di Cocito, " luogo eternamente in fredda ombra " (Scartazzini-Vandelli); ma qui il termine si carica anche di un valore allegorico: " idest, in isto rigore et frigore odii " (Benvenuto. Anche qui, come nel c. XVII, il vocabolo è in rima con mezzo e riprezzo).

Vocabolario
rézzo
rezzo rézzo s. m. [aferesi di orezzo], letter. o tosc. – Aura fresca; ombra fresca di luogo non battuto dal sole: La cui bell’ombra al sol sì i raggi tolle Ch’al mezodì dal r. è il calor vinto (Ariosto); il nocchiere ... stavasi al r. di...
rézza
rezza rézza s. f. [lat. rētia, plur. di rēte «rete»]. – 1. ant. Rete di refe a minutissime maglie, che serviva di fondo a lavori di ricamo: Ma tutto quanto lo scudo gli ha aperto, E la corazza gli parve una r. (Pulci). 2. region. Rete da...
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