retrotopia
s. f. Utopia che idealizza il passato, considerato più rassicurante.
• [tit.] Viviamo il tempo della retrotopia [testo] [...] Il fenomeno della «retrotopia» deriva dalla negazione della negazione dell’utopia, che con il lascito di Tommaso Moro ha in comune il riferimento a un topos di sovranità territoriale: l’idea saldamente radicata di offrire, e possibilmente garantire, un minimo accettabile di stabilità, e quindi un grado soddisfacente di fiducia in sé stessi. (Zygmunt Bauman, trad. di Marco Cupellaro, Repubblica, 3 settembre 2017, Robinson, p. 16) • L’attitudine delle donne e degli uomini di oggi a cercare nel passato il senso della vita, visto che anche «la speranza è stata sequestrata», viene interpretata da [Zygmunt] Bauman come una forte domanda di senso che deve essere assolutamente ascoltata. Questa «retrotopia» cela in realtà una disperata domanda di futuro, di utopia appunto: di una società che sappia riscoprire la prossimità e tessere relazioni solidali fraterne. (Vincenzo Paglia, Avvenire, 8 ottobre 2017, p. 24, Agorà) • al Pd non basta autorappresentare se stesso come «argine al populismo», banalizzando l’ottimo discorso di Walter Veltroni all’Eliseo come «argine al massimalismo». Non basta la «retrotopia» ulivista di due giorni fa, se il riformismo non si misura con la realtà di oggi. (Massimo Giannini, Repubblica, 16 ottobre 2017, p. 29, Commenti).
- Dall’ingl. retrotopia; titolo del libro di Zygmunt Bauman, Retrotopia, Cambridge 2017 (trad. it. Roma-Bari 2017).
- Già attestato nell’Avvenire del 21 giugno 2017, p. 21, Agorà (Salvatore Veca).