ELVETICA, REPUBBLICA
. La Svizzera, dopo la caduta di Berna (5 maggio 1798) e la dedizione di Friburgo e di Soletta, era venuta in potere della Repubblica francese, la quale le impose una forma unica di governo, a propria immagine e somiglianza, e il nome di Repubblica Elvetica. La nuova Costituzione, elaborata a Parigi dal basilese P. Ochs, sostitui ai 13 Cantoni sovrani uno stato composto di 19 Cantoni, diviso in prefetture, chiamandovi a farne parte il paese di Vaud e l'Argovia, già sudditi di Berna, i baliaggi italiani riuniti sotto il nome di Cantone di Lugano e Cantone di Bellinzona, la Turgovia e S. Gallo. Il Vallese e i Grigioni, già alleati, divennero pure parte del nuovo stato. Ginevra invece fu annessa alla Francia. Alla testa del paese stava un governo centrale, col nome di Direttorio, che risiedette dapprima ad Aarau, poi a Lucerna e infine a Berna. Il potere legislativo veniva esercitato da due camere: il Gran consiglio e il Senato. Ma a lato e al disopra di questa debole organizzazione statale incombeva la dominazione militare francese e al posto delle vecchie leve di mercenarî a favore del regno di Francia la Repubblica aveva imposto un trattato di alleanza offensivo e difensivo (19 agosto 1798), che, privando la Svizzera della neutralità, la rese, in breve, campo di battaglia delle potenze.
I piccoli Cantoni primitivi si opposero, seppure invano, con le armi alla nuova costituzione; e torbidi gravi si verificarono anche nelle due prefetture italiane (Canton Ticino).
Nonostante una situazione così difficile, la Repubblica Elvetica ebbe i suoi meriti nel costituire la nuova Svizzera. Alcune riforme, che significavano radicale rottura col passato, come la soppressione dei baliaggi e la loro erezione a Cantoni, la scomparsa del dominio feudale delle città sulle campagne, l'introduzione delle libertà civili, l'abolizione delle decime, l'inizio d'una idea nazionale, non avrebbero potuto allignare senza lo stato unitario. Anche la cultura fu utilmente promossa.
Il 28 ottobre 1801 ebbe luogo un colpo di stato del partito federalista, cui tenne dietro un periodo di lotte accanite tra le due correnti, sinché, su ordine di Napoleone, primo console, le truppe francesi si ritirarono, lasciando libero il campo alla controrivoluzione, o meglio all'anarchia. Il governo elvetico si rifugiò da Berna a Losanna. Napoleone, che, secondo anche le relazioni dei diplomatici della Cisalpina in Svizzera, aveva fomentato quello stato di disordine, intervenne allora come salvatore: represse la rivolta, e convocò poscia a Parigi la Consulta (fine di ottobre 1802), erigendosi ad arbitro tra le fazioni, e imponendo, con l'Atto di mediazione (19 febbraio 1803), un sistema federativo anche eccessivo, più confacente agl'interessi della Francia, che voleva una Svizzera debole ma anche meglio rispondente alla formazione storica, etnica e religiosa della Confederazione (v. anche svizzera: Storia).
Bibl.: Amtliche Sammlung der Acten aus der Zeit der Helvetischen Republik, ed. J. Strickler, 10 voll., Roma 1895-1910; E. Dunant, Les relations diplomatiques de la France et de la République helvétique, 1798-1803, Basilea 1901; J. Dierauer, Geschichte der Schweiz, V, Gotha 1912-1918; Le relazioni degli agenti diplomatici della Repubblica Cisalpina presso la Repubblica Elvetica, in Boll. Storico della Svizzera Italiana, 1921-1922.