CENTRAFRICANA, Repubblica (App. III, 1, p. 349)
Stato interno (622.984 km2 e 2.255.536 ab. nel 1968) dell'Africa centrale, indipendente dal 1960 e associato alla CEE, già colonia francese col nome di Ubanghi-Sciari, diventato poi uno dei quattro Territori d'Oltremare in cui fu divisa nel 1946 l'Africa equatoriale francese, indipendente dal 1958 con il nome di R. Centrafricana. E diviso in 14 prefetture e ha per capitale Bangui.
Occupa un'area di altipiani che si rilevano in una zona centrale nel senso E-O, la quale ha un'altitudine media di 600-800 m e si riattacca, a oriente, all'orlo del bacino del Bahr el Arab, e a un gruppo di massicci (Bongos, 1400 m) e, a occidente, alle alte terre al confine del Camerun, e forma lo spartiacque tra l'ampio bacino dello Chari, a NE, e gli affluenti di destra dell'Ubangui, il cui solco vallivo coincide col confine dello stato.
Si tratta di un territorio formato in prevalenza di rocce antiche (graniti), che assume una grande importanza idrografica, in quanto s'interpone tra i bacini di tre grandi fiumi africani e presenta due versanti assai differenti per condizioni climatiche, per distribuzione della popolazione e per attività economiche: quello a Sud molto più piovoso (oltre 1500 mm annui) e con breve stagione secca, e quello a N meno piovoso e con prolungata stagione asciutta, specie a N-E. Le temperature, piuttosto stabili nel corso dell'anno nella zona più meridionale (25-26 °C), registrano sensibili escursioni sulle alteterre e nella zona settentrionale, mentre la vegetazione perde rigoglio da S a N, trapassando dalla foresta equatoriale nella savana sempre meno ricca.
La popolazione, che subisce un sensibile accrescimento annuo (2,2%) è in prevalenza di origine sudanese (Banda, 31%; Baya, 29%), dedita alla caccia e all'agricoltura, ma vi si trovano anche gruppi meno evoluti (pigmei), primi abitatori della regione. Essa è distribuita in modo assai irregolare, in dipendenza delle condizioni climatiche e altimetriche. La zona più popolosa è quella centro-meridionale, in cui si trova anche la capitale, che è di gran lunga il principale agglomerato urbano (301.800 ab.), mentre la densità delle terre orientali risulta inferiore a 1 ab. per km2.
La distribuzione della popolazione riflette quella delle risorse. Il sottosuolo offre essenzialmente diamanti, a O di Bangui, e modeste quantità di oro; la foresta, che copre vaste aree nella parte sud-occidentale del paese, dà cospicue quantità di legname pregiato (ebano, mogano); l'allevamento ha modesta importanza, anche per la presenza della mosca tse-tse. L'agricoltura è la base dell'economia del paese, sebbene interessi meno della decima parte della superficie territoriale, e trova condizioni migliori nelle basse terre centro-meridionali. A parte modeste quantità di cereali (miglio, riso, mais), i prodotti principali sono manioca, batata e banane, e per l'esportazione caffè e cotone.
L'industria riguarda quasi soltanto la trasformazione dei prodotti agricoli e alcuni impianti tessili, presenti nella capitale. Modesta è anche la produzione di energia elettrica, da una centrale idroelettrica sull'Ubangui. Il paese è soggetto all'estero per la maggior parte dei prodotti industriali e si serve del porto di Bangui e di poche strade rotabili che l'attraversano in senso nord-sud ed est-ovest collegandolo anche con i paesi vicini. Il commercio estero si svolge per oltre metà con la Francia e per il resto principalmente con la Rep. Fed. di Germania, i Paesi Bassi e gli Stati Uniti. L'aeroporto di Bangui assorbe un cospicuo traffico passeggeri. Le condizioni socio-culturali hanno registrato notevoli progressi, grazie agli aiuti esterni, come dimostra la diffusione della radio, dell'istruzione primaria e secondaria e la fondazione di un'università nella capitale.
Storia. - Durante il periodo che va dall'indipendenza (13 agosto 1960) al colpo di stato del 1966, la vita politica della R. C., dominata dal partito unico Mouvement pour l'Evolution Sociale de l'Afrique Noire (MESAN), si svolse senza scosse sotto la presidenza di David Dacko, succeduto nel marzo 1959 al cugino Barthélémy Boganda, perito in un incidente aereo. La costituzione del 12 dicembre 1960 (derivata da quella del 16 febbraio 1959) fu più volte emendata, nel 1961,1963 e 1964. Nel 1964 Dacko con larghissimo suffragio fu rieletto presidente, mentre il MESAN riottenne i 50 seggi dell'Assemblea nazionale. Ma il malcontento per la corruzione e il clientelismo della burocrazia, peraltro già colpita da una riduzione degli stipendi, incoraggiò le ambizioni del capo di Stato Maggiore e nipote di B. Boganda, col. Jean Bedel Bokassa, che nella notte di capodanno del 1966 diresse un colpo di stato militare, denunciando colpe e inefficienze del precedente governo: deposto Dacko, abrogata la costituzione e dissolti gli organi costituzionali, Bokassa si pose a capo di un nuovo governo, che subito accusò di sovversione ed espulse i diplomatici della Cina popolare, con la quale vigevano relazioni diplomatiche dal 1964 e accordi di cooperazione tecnico-economica. Negli anni seguenti Bokassa riuscì a riattivare i rapporti di collaborazione fra la R. C. e i paesi francofoni vicini e ad acquistare credito in campo internazionale, mentre concentrava sempre più il potere nelle proprie mani, essendo insieme capo dello stato e del governo e titolare di importanti dicasteri.
Nella politica interna il regime è caratterizzato da un autoritario esercizio del potere, dura repressione di ogni opposizione, scarso rispetto dei diritti individuali, grave inefficienza dell'amministrazione e, soprattutto, carenza della conduzione economica. Tentativi, effettivi o presunti, di spodestare Bokassa (ad opera del col. Alexandre Banza, ministro della Sanità, nell'aprile 1969, e nell'aprile 1973 di Auguste M'Bongo, escluso poco prima dal governo), sono stati severamente puniti. Nel marzo 1973 il MESAN ha proclamato Bokassa presidente a vita e nel maggio 1974 lo ha insignito del titolo di maresciallo della repubblica; agli inizi del 1975 con un altro dei frequenti rimpasti ministeriali è stata ripristinata la carica di primo ministro affidata alla signora Elisabeth Domicien, vice-presidente del partito. Al centro della politica estera della R. C. sono i rapporti con la Francia, che hanno segnato continue oscillazioni fra intese e contrasti, anche per il carattere mutevole di Bokassa: nel luglio 1968 si concluse un accordo per lo sfruttamento di giacimenti di uranio, ma nel 1969, nonostante una visita di Bokassa a Parigi, alcune compagnie diamantifere francesi furono espulse; nel 1971 i contrasti toccarono i problemi valutari e i servizi aerei, ma nel maggio 1972 una nuova visita a Parigi del presidente Bokassa ristabiliva una piena intesa; seguirono nel 1973 accuse alla Francia e riconciliazione, con la concessione di maggiori aiuti francesi, mentre nel 1974 la frizione condusse a gravi provvedimenti (nazionalizzazione di imprese francesi, chiusura del consolato ecc.). D'altra parte negli ultimi anni anni la R. C. ha esteso i propri rapporti nell'ambito africano (fra l'altro, visite di Bokassa nella Guinea equatoriale e nel Senegal, rispettivamente nel gennaio e nel marzo 1975) e in altre direzioni (per es., visita del romeno Ceaušescu nel 1972). Bokassa, che ha assunto modi sempre più dittatoriali (schierandosi a fianco dell'ugandese gen. Amin) è sfuggito a un attentato agl'inizi del 1976.
Bibl.: P. Kalck, La Rèpublique centrafricaine, Parigi 1971; id., Histoire de la République Centrafricaine. Des origines préhistoriques à nos jours, ivi 1974.