Ceca, Repubblica
Al centro dell'Europa
Quando si parla di Mitteleuropa, di "Europa di mezzo", si parla anche e soprattutto della Repubblica Ceca: il territorio più occidentale abitato da popoli slavi, fra terre tedesche per lingua e cultura. Da secoli paese di contatti e di contrasti, ma profondamente inserito nell'Europa ricca e sviluppata, la Repubblica Ceca sta recuperando in fretta il ruolo di 'cerniera' e l'antica prosperità
La Repubblica Ceca è costituita da due regioni, collinari e montuose: a ovest la Boemia, dove scorrono Elba e Moldava; a est la Moravia, bagnata dalla Morava, affluente del Danubio. Foreste e pascoli coprono quasi metà del paese, intensamente coltivato. Il clima è continentale, con precipitazioni soprattutto estive.
I Cechi sono di origine slava, ma la loro cultura è stata influenzata da quella austriaca; per questo, usano l'alfabeto latino e sono cattolici. La natalità è bassa e la popolazione tende a diminuire. Fra le città principali, Praga, splendida capitale sulla Moldava, e poi Brno e Ostrava, attivi centri industriali. Il paese, ricco di minerali, ebbe un precoce sviluppo artigianale e industriale. Durante il regime comunista le industrie siderurgiche e chimiche furono preferite a quelle tradizionali ‒ meccanica di precisione, cristalleria, porcellane, tessile ‒ che stanno recuperando importanza anche grazie a capitali esteri, provenienti specie dalla Germania. Il paese è una meta turistica importante e registra una forte crescita economica, che gli ha permesso di entrare nell'Unione europea.
Per capire quali sono le origini della Repubblica Ceca bisogna tornare al 1918, quando dalle ceneri di quel mosaico di popoli che era l'impero asburgico sorse la Cecoslovacchia, nella quale furono riuniti i Cechi e gli Slovacchi, che abitavano rispettivamente territori ex austriaci ed ex ungheresi, nonché alcune minoranze di Tedeschi, Polacchi e Ruteni. Tale composizione non giovò alla stabilità del nuovo Stato, che oltre alla millenaria separazione tra Cechi e Slovacchi, dovette affrontare le tendenze autonomistiche delle minoranze e le connesse rivendicazioni avanzate da Germania, Polonia e Ungheria. Nel 1938 la Germania nazista invase le regioni abitate dai Tedeschi e l'anno successivo occupò tutto il paese. Alla fine della Seconda guerra mondiale la Cecoslovacchia divenne un paese comunista, che entrò a far parte del blocco sovietico e subì nel 1968 l'invasione da parte dell'Unione Sovietica a causa di un tentativo di liberalizzazione del regime (la famosa Primavera di Praga).
A seguito del crollo dell'URSS, nel 1989, i Cecoslovacchi si liberarono del regime comunista e avviarono la transizione alla democrazia. Ben presto, però, le difficoltà socioeconomiche riacutizzarono gli antichi contrasti tra Cechi e Slovacchi, i quali giunsero ‒ di comune accordo ‒ alla decisione di separarsi. Il 1° gennaio 1993 sorse così la Repubblica Ceca, il cui primo presidente fu lo scrittore Václav Havel, uno dei protagonisti del dissenso durante il regime comunista. La transizione all'economia di mercato, guidata da partiti di ispirazione liberale, ebbe un avvio molto positivo, ma col tempo determinò un crescente malcontento popolare, che nel 1998 portò l'opposizione socialdemocratica a vincere le elezioni. Sul piano internazionale la Repubblica Ceca ha perseguito una politica di integrazione regionale (con Slovacchia, Polonia e Ungheria), ha rafforzato i rapporti con gli Stati Uniti (nel 1999 è divenuta membro della NATO) e con l'Unione europea, di cui è divenuta membro effettivo nel 2004.