Renzusconi
s. m. inv. (iron.) Reciproco avvicinamento delle posizioni e delle scelte politiche di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi.
• A smentire chi dice che il Senato non serve, c’è il fatto che ‒ se fosse già in vigore la riforma Renzusconi ‒ quella legge sarebbe partita dalla Camera e il Senato avrebbe potuto esprimere solo un parere consultivo, che la Camera avrebbe potuto ignorare. (Marco Travaglio, Fatto Quotidiano, 6 aprile 2014, p. 1, Prima pagina) • E per quanto si possa notare di sfuggita quanto frequentemente l’odierna vita pubblica sia attirata e risucchiata dalla più bassa anatomia e fisiologia, beh, è difficile attribuire a Francesco Storace il Nobel della preveggenza nel mentre segnalava il mesto tragitto dell’intesa attorno a cui, con tanto di ibridazioni e osmosi (il fotomontaggio di «Renzusconi», il tele-pupazzo «Nazareno Renzoni», il simbolo del Pd con il biscione Fininvest dentro), nel bene e nel male fino a quel momento era ruotata la politica italiana: «Dal Patto del Nazareno ‒ scolpì con un forzoso gioco di parole ‒ al Nazareno senza piatto». (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 6 agosto 2015, p. 6) • Se Renzi è un tale disastro, perché ha stravinto le primarie? «Perché non ha detto la verità sul suo progetto: allearsi con Berlusconi. Del resto, il suo modello è House of Cards, e uno dei cardini della sua politologia è non dire la verità. Ma l’ammucchiata di forze “responsabili” mi ricorda più [Antonio] Razzi e [Domenico] Scilipoti che [Aldo] Moro e [Enrico] Berlinguer. Una parte secondo me maggioritaria del Pd vuole il centrosinistra. Il “Renzusconi” non mi pare molto popolare, anzi tirerà la volata a [Beppe] Grillo» (Massimo D’Alema intervistato da Aldo Cazzullo, Corriere della sera, 26 maggio 2017, p. 1, Prima pagina).
- Composto dai nomi propri (Matteo) Renz(i) e (Silvio Berl)usconi.