ROSSELLINI, Renzo
ROSSELLINI, Renzo. – Nacque a Roma il 2 febbraio 1908 da Angelo Giuseppe, costruttore edile, e da Elettra Bellan, veneta di origini francesi.
Ebbe un fratello, Roberto, il primogenito, regista cinematografico (v. la voce in questo Dizionario), e due sorelle, Marcella e Micaela. Crebbe a Roma, in via Ludovisi, laterale di via Veneto, in una famiglia attenta all’educazione dei figli, assai agiata e al centro della vita mondana cittadina; casa Rossellini era frequentata da importanti personalità della società civile, tra le quali i musicisti Franco Alfano, Pietro Mascagni (la cui villa in via Po a Roma era stata costruita da Angelo Giuseppe), Giacomo Puccini e Ottorino Respighi. Rossellini trascorse le estati d’infanzia nella villa di famiglia a Ladispoli, nell’incanto della natura; i ricordi di quei soggiorni rivissero in una breve composizione del 1937, Canto di palude, diretta per la prima volta il 23 gennaio 1938 al teatro Adriano di Roma da Riccardo Zandonai e più volte ripresa, tra il 1938 e il 1940, da Bernardino Molinari durante una tournée negli Stati Uniti con la NBC Symphony Orchestra.
Dopo aver studiato pianoforte privatamente con Giacinto Sallustio, s’iscrisse al conservatorio di Roma, frequentando le classi di composizione (Giacomo Setaccioli) e direzione d’orchestra (Molinari). Grande importanza nella sua formazione ebbe la frequentazione, introdotto da Sallustio, del salotto romano del giornalista e critico musicale Nicola d’Atri; ivi familiarizzò, tra gli altri, con Carlo Clausetti (dirigente Ricordi), Umberto Giordano, Vincenzo Tommasini, Fausto Torrefranca, Zandonai e Matteo Incagliati, del quale divenne poi collaboratore nella redazione musicale del Messaggero (dalle cui pagine ebbe modo per lunghi anni di osteggiare le espressioni più radicali della musica del Novecento, mostrandosi legato alla tradizione dell’opera italiana ottocentesca).
Al 1925 risale la prima composizione edita, Le cennamelle, cui seguirono altre liriche per canto e pianoforte, La chambre vive e Chanson de Barberine, entrambe del 1927, e Lamento di Rinaldo d’Aquino del 1929.
Nel 1926 i genitori si separarono; la madre Elettra, con Micaela, raggiunse i suoi parenti a Varese, mentre Roberto, Renzo e Marcella rimasero con il padre a Roma. In quegli anni la situazione economica della famiglia scricchiolò, e si aggravò con la crisi del 1929. Morto all’improvviso il padre (6 marzo 1931), Renzo e Marcella raggiunsero la madre, mentre Roberto rimase a Roma. Il passaggio dalla città natale alla nuova residenza di campagna, nelle Prealpi lombarde, di fronte al lago di Varese, fu traumatico, come traspare dai ricordi di Rossellini: «fu il primo crudele richiamo alla realtà, un brusco risveglio, un aprire gli occhi ai problemi concreti e materiali della vita» (R. Rossellini, Addio del passato, Milano 1968, p. 182). Durante gli anni «dell’esilio prealpino» si dedicò alla sistemazione della biblioteca paterna, appassionandosi alla lettura dei classici e in particolar modo alle opere di Torquato Tasso e Ugo Foscolo, donde i lavori orchestrali Preludio all’Aiace del Foscolo e Preludio all’Aminta del Tasso diretti da Willy Ferrero nel 1933 all’EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche) di Torino. A quegli anni risalgono le prime esecuzioni in pubblico di composizioni di Rossellini; Suite in tre tempi nel 1931 al teatro Augusteo di Roma e Hoggar, suite per orchestra ispirata ai Chants du Hoggar di Angèle Maraval-Berthoin, nel 1932 al conservatorio di Torino.
Dall’ottobre 1933 all’aprile 1934 diresse l’istituto musicale di Varese, tenendo anche i corsi di composizione e storia della musica. Pochi anni dopo, dal 1940 al 1942, su indicazione di Zandonai, fu chiamato a ricoprire gli incarichi di vicedirettore e insegnante di composizione al conservatorio di Pesaro. Nel 1946 fu tra i fondatori del Sindacato nazionale musicisti, alla cui creazione parteciparono, tra gli altri, Alfano, Alfredo Casella, Francesco Cilea, Luigi Dallapiccola, Gianandrea Gavazzeni e Goffredo Petrassi.
Il 26 aprile 1934 sposò la pianista Lina Pugnani; dal matrimonio nacque Franco (7 novembre 1935), futuro produttore cinematografico (tra i suoi film, Teorema, 1968, Medea, 1969, e Decameron, 1970, regie di Pier Paolo Pasolini; La città delle donne, 1981, di Federico Fellini). Il matrimonio naufragò e negli anni Cinquanta Renzo sposò Anita Limongelli (che era stata moglie del figlio di Michele Scalera, proprietario della Scalera Film, la stessa che produsse il primo lungometraggio di Roberto Rossellini, La nave bianca, 1941).
Nella seconda metà degli anni Trenta compose Canti di marzo (1935) e Ditirambo a Dioniso (1937), per orchestra, Sera fiesolana, per ensemble d’archi (1938), il poema sinfonico Terra di Lombardia (1939), e Roma cristiana, per coro e orchestra (1940), poi pubblicata da Ricordi in Pagine romane (1941) con Stornelli della Roma bassa (1936) e Stampe della vecchia Roma (1937). Si dedicò anche alla composizione di balletti: La danza di Dassine, azione coreografica di Arturo Rossato per la suite Hoggar, data il 24 febbraio 1935 al teatro del Casinò di Sanremo (una versione riveduta del balletto andò in scena il 10 maggio 1950 all’Opera di Roma), e Racconto d’inverno (1944-45), dalla novella Il fanciullo presso Gesù per l’albero di Natale di Fëdor Dostoevskij, rappresentato il 22 aprile 1947 all’Opera di Roma.
L’ispirazione delle composizioni degli anni Trenta e Quaranta, aderente alla tradizione di Alfano, Respighi e Zandonai, si risolse in un linguaggio lirico, ricco di elementi descrittivi e folclorici, strettamente legati a immagini di vita e natura. La propensione rappresentativa si riverberò in ogni aspetto della produzione, anche quella destinata ai balletti, presentandosi come un preludio all’attività operistica degli anni successivi.
Rossellini ebbe un ruolo importante come compositore di musiche per film, al fianco del fratello Roberto e di registi quali Eduardo De Filippo, Vittorio De Sica, Carmine Gallone, Dino Risi, Mario Soldati, Luigi Zampa. I primi lavori risalgono alla seconda metà degli anni Trenta, con L’antenato (1936, regia di Guido Brignone), Il signor Max (1937, Mario Camerini), I fratelli Castiglioni (1937, Corrado D’Errico), Sotto la croce del Sud (1938, Brignone) e La principessa Tarakanova, in collaborazione con Zandonai (1938, Fëdor Ozep e Soldati). Il sodalizio con il fratello Roberto ebbe inizio negli anni Quaranta con La nave bianca (1941, supervisione alla regia di Francesco De Robertis), Un pilota ritorna (1942) e L’uomo della croce (1943), e continuò con la trilogia della guerra (Roma città aperta, 1945; Paisà, 1946; Germania anno zero, 1948) e con quella della solitudine (Stromboli, terra di Dio, 1950; Europa ’51, 1952; Viaggio in Italia, 1954). La collaborazione si concluse con Era notte a Roma (1960), Viva l’Italia e Vanina Vanini (1961).
Nelle composizioni per i lungometraggi del fratello, Rossellini dette priorità all’accessibilità dell’ascolto, privilegiando l’uso di melodie dal carattere popolare; la musica, dallo stile descrittivo, contrappunta le immagini e, attraverso accostamenti timbrici e scansioni ritmiche funzionali alle sequenze cinematografiche, costruisce con esse un unico percorso emozionale. Rossellini conferì inoltre un ruolo non secondario ai suoni e ai rumori dell’ambiente, particolarmente consoni al realismo dei film e capaci di tradurre con immediatezza la drammaticità del quotidiano. Tra le musiche per altri registi, composte tra gli anni Quaranta e Sessanta, si segnalano I bambini ci guardano (1943, De Sica), I fratelli Karamazov (1947, Giacomo Gentilomo), Assunta Spina (1948, Mario Mattioli), Napoletani a Milano (1953, De Filippo), Il segno di Venere (1955, Risi), Il magistrato (1959, Zampa), I Tartari (1961, Richard Thorpe e Ferdinando Baldi) e La donna del lago, del figlio Franco con Luigi Bazzoni (1965). Vinse due Nastri d’argento alla miglior colonna sonora per Paisà (1947) e I fratelli Karamazov (1948).
L’attività di compositore di musiche per film, cessata a metà degli anni Sessanta, riprese nel 1979 per una sola e ultima pellicola, Caligola, di Tinto Brass.
Nel 1954 compose le suites orchestrali Vangelo minimo, in otto episodi che scandiscono la vita di Gesù, e Canti del golfo di Napoli, poi trasformata in balletto e data il 26 dicembre 1954 all’Opera di Roma. Due anni più tardi fu ammesso all’Accademia nazionale di S. Cecilia e all’Accademia Cherubini di Firenze. Iniziò l’attività di operista con La guerra, atto unico rappresentato il 25 febbraio 1956 al San Carlo di Napoli, che tenta di tradurre in termini operistici gli assunti estetici del neorealismo. L’opera, accolta favorevolmente, fu allestita in numerosi teatri italiani (Opera di Roma, 1956; Verdi di Trieste e Comunale di Bologna, 1957) e poi anche statunitensi (Baltimora, Peabody Institute of music, 1967; New York, Manhattan School of music, 1971). Si trattò del secondo lavoro per il teatro musicale, giacché nel 1930 aveva composto Alcassino e Nicoletta, opera inedita e mai rappresentata; nel 1941 aveva iniziato la stesura del prim’atto dell’Isola meravigliosa, testo di Ugo Betti, che rimase però incompiuto. Al 1958 risalgono due drammi in 3 atti e 5 quadri andati in scena entrambi al San Carlo di Napoli, La piovra, 1° gennaio, e Il vortice, 8 febbraio. Il 19 maggio 1959 andò in onda, sul canale televisivo della RAI, l’atto unico Le campane; il dramma, che inaugurò una serie di trasmissioni di opere composte espressamente per la televisione, fu positivamente accolto dalla critica, che lodò la vibrante ispirazione melodica della partitura, di sicura presa sul pubblico, e la tecnica sobria e raffinata di Rossellini.
Al desiderio di dare corpo a un teatro a sfondo sociale si accompagnò, negli anni Sessanta, una propensione verso un maggiore lirismo, che si concretizzò nei drammi Uno sguardo dal ponte, in due atti, da un racconto di Arthur Miller (Opera di Roma, 11 marzo 1961), Il linguaggio dei fiori, diviso in scene di canto e ballo, da un poema di Federico García Lorca (Milano, Piccola Scala, 8 febbraio 1963), e La leggenda del ritorno, in un atto, tratto da un episodio dei Fratelli Karamazov adattato da Diego Fabbri (Milano, Scala, 10 marzo 1966).
Dal 1960 Rossellini visse nel Principato di Monaco, divenendo amico della famiglia regnante; collaborò con l’Opéra di Monte Carlo, di cui fu direttore artistico dal 1972 al 1976. Nel 1962 pubblicò Polemica musicale, il primo di tre libri (Pagine di un musicista, 1964, e Addio del passato, 1968, gli altri due) dedicati ad aspre riflessioni in difesa dell’arte musicale concepita come sentimento e avversa a ogni forma d’intellettualismo, ad annotazioni sulla propria poetica e a ricordi di vita.
Nel 1964 compose il balletto Il ragazzo e la sua ombra (Venezia, La Fenice, 18 gennaio 1966); nel 1967 L’avventuriero, dramma realistico in 2 atti e 7 quadri, su testo di Fabbri (Monte Carlo, Opéra, 2 febbraio 1968; lo spettacolo fu poi registrato e trasmesso dalla RAI nel settembre del 1969). Al 1966 risalgono i Cori vespertini, raccolta di quattro brani per coro e orchestra (i primi tre canti per coro a cappella, su testo di Rossellini; il quarto, Alla sera, con l’orchestra, su testo di Ugo Foscolo). Nel novembre del 1969 ultimò la composizione dell’Annonce faite à Marie, opera in 4 atti con un prologo, dall’omonimo «mistero» di Paul Claudel (Parigi, Opéra-comique, 30 ottobre 1970).
Al 1972 risale Una poesia di Natale, per coro e orchestra (testo di Rossellini); il 7 luglio 1973 fu rappresentato all’Opéra di Monte Carlo il dramma in 3 atti La reine morte, tratto dall’omonimo dramma teatrale di Henry de Montherlant; nel 1974 compose Prière de St. François, per coro e orchestra. Nel 1977 pubblicò la raccolta epistolare Lettere d’amore.
Morì il 13 maggio 1982 a Monte Carlo, colpito da infarto.
Il regista tedesco Georg Brintrup ha realizzato un film-documentario, Raggio di sole (1996), sul legame e la collaborazione artistica tra Roberto e Renzo Rossellini.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio storico Ricordi.
I balletti a S. Remo, in Musica d’oggi, XVII (1935), p. 114; M. Rinaldi, Giovani musicisti romani, Milano 1937, pp. 18-20; N. Piccinelli, Il teatro di R. R., in Musica d’oggi, n.s., IV (1961), 2, pp. 51-55; Renzo Rossellini, Ricordo di Bernardino Molinari, in S. Cecilia. Rivista dell’Accademia nazionale di S. Cecilia, XI (1962), 12, pp. 6-8; U. Betti, Scritti inediti, a cura di A. Di Pietro, Bari 1964, p. 217; P. Baldelli, R. R., Roma 1972; T. Celli, Il sogno di R. R., Monte Carlo 1973; G. Negri, L’opera italiana, Milano 1985, p. 278; D. Cescotti, Zandonai direttore d’orchestra: i concerti di Roma, in Quaderni zandonaiani, 1987, vol. 1, p. 53; Roberto Rossellini, Quasi un’autobiografia, a cura di S. Roncoroni, Milano 1987, passim; F. Bussi, Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, VI, Torino 1988, pp. 437 s.; T. Gallagher, The adventures of Roberto Rossellini, New York 1998, pp. 41, 57; The new Grove dictionary of music and musicians, XXI, London-New York 2001, p. 715; E. Comuzio, Musicisti per lo schermo: dizionario ragionato dei compositori cinematografici, II, Roma 2004, pp. 784-786; S. Miceli, Musica per film: storia, estetica, analisi, tipologie, Lucca 2009, ad ind.; A. Bassi, R. R.: fra cinema e musica, Monza 2015.