MANZONI, Renzo
Battezzato con il nome di Lorenzo, ma sempre ricordato come Renzo, nacque a Brusuglio di Cormano, presso Milano, il 26 ag. 1852 da Pietro Luigi, secondogenito e primo figlio maschio di Alessandro, e da Giovanna (Giovannina) Visconti, già ballerina della Scala. A Brusuglio era situata una delle residenze preferite di Alessandro Manzoni, che per anni ebbe ospiti presso di sé il figlio Pietro Luigi e la famiglia. Dell'infanzia e dell'adolescenza del M. si conosce solo il poco che egli stesso ne ricordò: in particolare, la possibilità ch'ebbe di accedere alla ricca biblioteca del nonno, dove sua lettura preferita furono i libri di viaggio; inoltre, da una lettera del nonno Alessandro (24 giugno 1866, a G.B. Giorgini), sappiamo che studiò presso il collegio militare di Milano.
Nel marzo 1876, pochi anni dopo la morte del padre (aprile 1873) e del nonno (maggio 1873), il M. partì alla volta del Marocco, ove accompagnò l'ingegnere G. Adamoli, figura di spicco negli ambienti politici e imprenditoriali milanesi e accreditato viaggiatore. Dalla corrispondenza di Adamoli con M. Camperio, altro viaggiatore, fondatore e direttore de L'Esploratore, nonché consigliere della Società geografica italiana - di cui Adamoli fu a sua volta consigliere e più tardi vicepresidente -, si apprende che il viaggio del M. venne di fatto finanziato da P. Brambilla, banchiere e più tardi senatore del Regno, cognato del M. per averne sposata la sorella Vittoria nel luglio 1873; anche negli anni successivi, almeno per qualche tempo, Brambilla avrebbe continuato a sovvenzionare il Manzoni.
Il viaggio in Marocco, organizzato dalla Società geografica, aveva lo scopo ufficiale di valutare la possibilità di fondare una "fattoria commerciale" sulla costa meridionale del Paese, nella regione che sarebbe stata più tardi occupata dalla Spagna; di eventuali ulteriori scopi - impianto di una fabbrica di armi, prosecuzione del viaggio verso l'interno dell'Africa - è dato trovare cenni nelle testimonianze dell'epoca, ma senza riscontri documentari. Di là da qualche escursione e visita alle principali città marocchine, l'esperienza del M. in Marocco non può essere definita un viaggio di esplorazione. Durante la sua permanenza il M. apprese la lingua araba, imparò a fotografare, effettuò rilevazioni meteorologiche e tenne una corrispondenza con l'Italia, riscuotendo il pieno apprezzamento di Adamoli. Quando Adamoli (eletto deputato) nel dicembre 1876 rientrò in Italia, lasciò il M. a Tangeri affidandogli la prosecuzione delle operazioni, nell'attesa, poi rivelatasi vana, che si creassero le condizioni per spingersi verso sud.
Nel gennaio 1877 il presidente della Società geografica italiana, C. Correnti, scrisse al M. proponendogli di aggregarsi alla spedizione che la stessa Società aveva in corso in Etiopia sotto la guida di O. Antinori. Nel marzo 1877 il M. lasciò dunque il Marocco e nell'aprile, probabilmente senza fare scalo in Italia, si recò ad Aden e poi a Zeila. Qui incontrò S. Martini Bernardi e A. Cecchi, membri della spedizione Antinori, alla quale avrebbe dovuto unirsi in qualità di fotografo: programma che invece sfumò, a quanto ne scrisse il M., per attriti con Martini Bernardi.
Nel maggio 1877 il M. era nuovamente ad Aden, ospite del console d'Italia R.V. Bienenfeld, il quale lo incoraggiò a fare un viaggio nello Yemen, anche a scopo di commercio. Il 20 sett. 1877 il M. partì così per Sana'a, dove si trattenne fino al 23 marzo 1878; tornò quindi sulla costa, e il 16 giugno 1878 ripartì per l'interno lungo un itinerario diverso dal precedente. Restò a Sana'a fino al 19 genn. 1879, quando fu costretto a lasciare furtivamente la capitale yemenita per l'improvvisa ostilità del governatore turco, sul cui comportamento il M. aveva scritto una lagnanza all'ambasciatore italiano a Costantinopoli. In attesa di una soluzione della controversia, nella primavera 1879 il M. effettuò un'escursione sulla costa somala per verificare le condizioni di Assab e di altri approdi. Avendo, a Berbera, preso le difese di un italiano al servizio degli Egiziani nei confronti del governatore egiziano della città, ed essendo stato quindi arrestato e condannato, richiese e ottenne dal console ad Aden l'intervento di una nave militare italiana in quel momento in zona, il cui arrivo risolse la situazione. L'11 genn. 1880, conclusasi l'inchiesta dell'amministrazione turca con la rimozione del governatore di Sana'a, il M. poté ripartire per la capitale yemenita, seguendo un terzo itinerario, e ridiscendere poi ad Aden il 6 marzo. Di qui, seriamente provato e in cattive condizioni di salute, il M. si imbarcò il 9 apr. 1880 per l'Italia.
Non risulta che abbia più effettuato viaggi, benché nel rientrare in patria annunciasse di volersi preparare a una grande spedizione nell'interno dell'Arabia, per la quale si stava già predisponendo a raccogliere fondi. Stabilitosi a Roma almeno dal 1882, due anni dopo vi pubblicò El Yèmen. Tre anni nell'Arabia Felice. Escursioni fatte dal settembre 1877 al marzo 1880 (parzialmente riedito come El Yemen. Un viaggio a Sana'a 1877-1878, Torino 1991).
Il volume, per riconoscimento unanime, viene considerato opera di grande rilievo scientifico, ricca di osservazioni accurate e per la maggior parte inedite sulle condizioni del territorio e sui suoi abitanti. Comprende una carta originale della regione, un'ottima planimetria della capitale, rilevata nei primi mesi del 1879, e parecchie fotografie - il tutto di mano del Manzoni. Del resto, la varietà dei percorsi seguiti da e per Sana'a e le escursioni effettuate dalla capitale avevano consentito al M. di prendere conoscenza diretta di gran parte del paese, fino a quel momento solo assai di rado e superficialmente visitato da europei. Le osservazioni effettuate, che dall'ambito naturalistico si estendono al genere di vita, alle malattie più diffuse, alle credenze popolari, ai tipi di abitazione e via enumerando, sono tuttora considerate affidabili e utili, ovviamente come riferimenti storici.
A partire dal 1884 le già scarse notizie sul M. diventano episodiche e frammentarie. Se per gli anni tra il rientro in Italia e la pubblicazione del volume abbiamo una serie di interventi in giornali d'opinione, sempre più chiaramente orientati verso il commento politico, spesso critici nei confronti dell'azione di governo, dopo il 1884 e fino al 1896 non è stata rinvenuta traccia della sua attività. È noto che il 28 ott. 1885 sposò Massimiliana (Liana) Sellier (Baden 1870 - Roma 1941), dalla quale ebbe due figli, entrambi morti prematuramente: Pier Luigi (Roma 1890 - ibid. 1891) ed Egle (Roma 1892 - Frascati 1915).
Al 1896 risale una serie di articoli, scritti all'indomani della sconfitta di Adua (1° marzo), sulla politica italiana in Etiopia, nella quale - e così in una successiva serie sul ruolo della Società geografica italiana - il M. forniva interpretazioni inconsuete, apparentemente assai ben informate e (se veridiche) illuminanti sullo svolgersi di alcune vicende coloniali e paracoloniali italiane. Va aggiunto, però, che molto spesso mancano riscontri documentari che consentano di stabilire la fondatezza delle sue asserzioni (basate su testimonianze dirette e corrispondenze epistolari non rintracciate).
Il M. espresse una posizione duramente contraria non all'espansione coloniale italiana, ma alla politica coloniale seguita dai vari governi, e in particolare da F. Crispi e da quelli che il M. considerava i suoi più fedeli interpreti: in Italia A. Pisani Dossi (capo di gabinetto di Crispi e direttore dell'Ufficio coloniale al ministero degli Esteri) e in Africa il viaggiatore P. Antonelli, appoggiato anche dalla Società geografica. Quanto a quest'ultima, il M. ne fornì un quadro ben diverso da quello ufficiale, sottolineando il ruolo che vi svolgeva un gruppo di dirigenti allineati sulle posizioni del ministero degli Esteri e, quindi, corresponsabile dell'impostazione della politica coloniale italiana. È infine il caso di segnalare che il M. espose tali interpretazioni in giornali che avevano assunto posizioni antigovernative (La storia segreta del garbuglio italo-abissino, apparso in otto puntate in La Sera [suppl. de Il Mattino, Trieste], dal 7 al 18 marzo 1896; La politica africana e il nuovo ministero, ibid., 1° apr. 1896; Pietro Antonelli, ibid., 7 apr. 1896; La Società geografica, in L'Avvenire [Roma], in diverse puntate tra il 30 ott. 1897 e il 20 giugno 1898).
Sta di fatto, in ogni caso, che del M., già da anni scomparso dal dibattito geografico e africanistico pubblico, non si ebbe più notizia fino alla vigilia della morte, avvenuta a Roma il 17 maggio 1918.
Gli ultimi brevi scritti del M. rinvenuti sono infatti due lettere, entrambe datate da Roma rispettivamente all'8 e al 12 luglio 1916 (Roma, Società geografica italiana, Archivio amministrativo, b. 55, f. 8, cc. 1-5). Con la prima, "l'antico esploratore dello Yemen, arrivato all'età di 64 anni, pieno d'acciacchi e di malanni" chiedeva un sussidio alla Società geografica; con la seconda, ringraziava per l'anticipo ricevuto in conto del compenso per un articolo riguardante lo Yemen, che la Società geografica italiana gli commissionava: articolo che non risulta essere mai stato scritto né, tanto meno, pubblicato.
Fra gli scritti del M., oltre all'opera principale già citata, si vedano ancora: le corrispondenze dallo Yemen e dalla Somalia settentrionale, pubblicate negli anni 1877-80 in L'Esploratore. Giornale di viaggi e geografia commerciale (Milano) e in Cosmos (Torino); alcune notizie, risalenti allo stesso periodo, anche in Bollettino della Società geografica italiana, spesso ridotte redazionalmente; nel 1881 alcuni articoli sul suo viaggio pubblicati nel giornale Il Nuovo Secolo di Milano (in parte raccolti nell'opuscolo Il nostro possedimento di Assab, Milano 1881); Il ministro Mancini e la questione di Assàb, in La Lombardia, Milano, 15 marzo 1882; Assàb e le prossime esplorazioni in Africa. Lettera aperta al sig. Pippo Vigoni, ibid., 17 ag. 1882; L'esempio degli altri, Milano 1882; vari articoli su Assab, in Il Movimento politico-commerciale (Genova), agosto-settembre 1882; I veri nemici di Assàb, in L'Esplorazione (Napoli), 28 febbr. 1883, pp. 97-100; "I martedì geografici", rubrica settimanale in La Gazzetta italiana quotidiana politica amministrativa letteraria (Roma), dal 22 maggio al 4 dic. 1883.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. della Soc. geografica italiana, bb. 15, f. 2; 66, f. 1 (per il viaggio in Marocco); 35 (per il viaggio in Yemen: manoscritto del libro, fotografie, libretti di viaggio, appunti). Sul M., oltre al cenno necrologico, in Bollettino della R. Soc. geografica italiana, LI (1918), p. 480, si vedano: Viaggio al Marocco. Relazione dell'on. Giulio Adamoli presentata alla conferenza del 3 dic. 1876, ibid., IX (1876), pp. 630-646; G. Adamoli, corrispondenze e scritti relativi al viaggio in Marocco, in L'Esploratore, dal 15 luglio 1877 al 15 ag. 1878; S. S[tampa], Alessandro Manzoni, la sua famiglia, i suoi amici, Milano 1885, pp. 128 s.; C. Bertacchi, Geografi ed esploratori italiani contemporanei, Milano 1929, pp. 337-339; R. Sorbi, Pionieri italiani nell'esplorazione geografica. Il conte R. M., in L'Italia coloniale. Riv. dell'espansione imperiale, XVI (1939), 5, pp. 79 s.; E. De Leone, Le prime ricerche di una colonia e la esplorazione politica, geografica ed economica, I-II, Roma 1955, pp. 68-70, 219-221; F. Arese, I discendenti di Alessandro Manzoni nel centenario della morte 1873-1973, Milano 1973, pp. 10 s.; F. Bencardino, Un viaggiatore italiano nello Yemen nel XIX secolo: R. M., in La conoscenza dell'Asia e dell'Africa in Italia nei secoli XVIII e XIX, a cura di U. Marazzi, Napoli 1983, pp. 637-661; N. Ginzburg, La famiglia Manzoni, Torino 1983, p. 58; F. Surdich, I viaggi nello Yèmen di R. M. (1877-1880), in Islàm, III (1984), pp. 117-126; S. De Propris - C. Cerreti, Il viaggiatore perduto. R. M. in Marocco e altrove, in Miscellanea di storia delle esplorazioni, XXVIII (2003), pp. 113-173.