RENOLDO, Federico, da Venezia
RENOLDO (Raynaldis, de), Federico, da Venezia (Fridericus de Venetiis). – Nacque con molta probabilità intorno ai primi anni Cinquanta del XIV secolo. Ignota rimane l’identità dei genitori, non essendo attestata da alcuna fonte.
La data di nascita si evince da quella del conseguimento a Bologna del titolo di lector Sententiarium il 27 settembre 1380 (Piana, 1976, p. 180), che solitamente avveniva tra i ventotto e i trent’anni. Federico potrebbe, quindi, aver vestito l’abito domenicano nel convento dei Ss. Giovanni e Paolo a Venezia alla fine degli anni Sessanta del XIV secolo, dal momento che a quel tempo la professione religiosa si emetteva normalmente intorno ai sedici/diciassette anni. Non ci sono pervenute notizie in merito ai primi anni della sua formazione nell’Ordine domenicano, che comunque dovette avvenire presso il convento di S. Domenico a Bologna, dove vari documenti degli anni Ottanta del XIV secolo ne attestano la presenza. Nel 1385 fu eletto priore del convento dei Ss. Giovanni e Paolo. Il 13 febbraio 1387 il maestro dell’Ordine, Raimondo da Capua, lo assegnò al convento di Ferrara. L’anno seguente però venne eletto priore di S. Domenico di Bologna, mandato che terminò nel 1389, quando da Raimondo da Capua fu istituito «lector seu regens» presso il convento di S. Agostino di Padova per il biennio successivo alla fine del suo incarico priorale (Registrum litterarum..., edidit Th. Kaeppeli, 1937, p. 23, riga 146). Durante il suo priorato bolognese ebbe dal maestro dell’Ordine il permesso di limitare le dispense a coloro che ne abusavano, eccezion fatta dei maestri in teologia, dei baccellieri e degli studenti (ibid., p. 20, riga 112). Il 27 agosto 1389, Raimondo da Capua fu costretto a richiamare con risolutezza lo stesso Federico, intimandogli di restituire «in forma et sub poena privationis omnium appropriatorum» al convento dei Ss. Giovanni e Paolo tutti i libri da lui indebitamente sottratti (ibid., p. 27, riga 189). Solamente nel settembre del 1392 fu possibile a Federico trasferirsi a Padova, entrando a far parte del Collegio dei teologi. Il 20 novembre 1393 partecipò ai solenni funerali di Francesco il Vecchio da Carrara per il quale pronunciò un’orazione «tum litterato, tum vulgari sermone, quo magis quisque intelligeret» (Vergerius, De dignissimo funebri apparatu, a cura di L.A. Muratori, 1730, p. 193). Nel 1395 fu istituito inquisitore a Bologna, dove però poté recarsi solamente l’anno seguente, quando Raimondo da Capua intimò al priore del convento padovano, «sub poena suspensionis a suo officio», di permettergli di trasferirsi (Registrum litterarum, pp. 50, riga 427, 51, riga 429). Nel 1398 lo troviamo di nuovo assegnato al convento di Padova, finché nel 1401 fu eletto a Udine priore provinciale della Lombardia inferiore (De Rubeis, 1751, pp. 32 s.). Il 22 febbraio 1401 papa Bonifacio IX concedeva al priore provinciale Federico da Venezia di accettare il convento e la chiesa di S. Pietro Martire a Rimini, costruite da Muselo Pierleoni (Bullarium Ordinis Praedicatorum, edidit A. Brémond - Th. Repoll, 1730, II, pp. 414 s.).
Dopo questa data non si hanno più notizie di Federico, noto soprattutto in quanto autore dell’Expositione in lingua volgare sull’Apocalisse, un volgarizzamento in veneziano dello scritto giovanneo, composto tra il 1393 e il 1394 «ad instantiam et mandatum» di Francesco Novello da Carrara, signore di Padova (Luttrell, 1964-1965, pp. 62, 64).
Ritenuta a lungo un volgarizzamento delle Postillae del francescano Niccolò di Lyra (morto nel 1349), l’Expositione è uno scritto ascetico dai fini edificanti. L’opera è ispirata al senso anagogico, con un costante riferimento alla dimensione ultraterrena della Chiesa e del messaggio cristiano. L’autore interpreta l’Apocalisse alla luce dei Novissimi (morte, giudizio, inferno e paradiso), esortando i suoi lettori a prepararsi alla fine che è certo imminente, anche se non precisabile con esattezza temporale. Lo scisma in atto è per il domenicano veneto la prova che, comunque, i tempi ultimi stanno per compiersi. Identifica perciò il 1396 come l’anno dell’avvento dell’Anticristo e il 1400 con quello della fine del mondo. La fonte diretta alla quale Federico fa costante riferimento è l’Expositio in Apocalypsim dello pseudo-Alberto Magno, ascrivibile al domenicano del convento parigino di Saint-Jacques, Nicola di Gorran (morto il 1295), che a sua volta si ispirò alla Postilla del cardinale domenicano Ugo di Saint Cher.
L’editio princeps dell’Expositione fu stampata a Roma fra il 1468 e il 1470 per i tipi di Ulrich Han (IGI VI, n. 5216-A). Nel 1515 a Venezia vide la luce un’altra edizione, completamente rinnovata rispetto alla precedente, per i tipi di Alessandro Paganini, alla quale ne seguì una successiva su iniziativa dei fratelli da Legnano, stampata a Milano per i tipi di Giovann’Angelo Scinzenzeler (Barbieri, 2014, pp. 35-40). Nel 1936 Georg Stadtmüller scoprì nel manoscritto greco VII.9 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze una traduzione greca dell’Expositione, di provenienza cretese (Vaccari, 1958, p. 408; Kaeppeli, 1970, p. 409).
Il manoscritto G. VII.40 (1462-1463 ca.) della Biblioteca comunale degli Intronati di Siena ci ha tramandato due scritti ancora inediti di Federico, legati alla sua attività accademica bolognese: una Questio disputata Bononie (c. 222rv), quando era maestro degli studenti, e le Vesperie (cc. 228r-229v). Entrambi furono ricopiati a Padova dal domenicano Simone di Angelo Bocci di Siena (Gargan, 1971, p. 178).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Bologna, Rogiti del notaio Azzone Buvalelli, m. 4 (1383), cc. 33v-35r (20 gennaio 1383); m. 5 (1388), c. 53v (4 settembre 1388); m. 8 (minutario 1373-1384) (11 giugno 1384); Siena, Biblioteca comunale degli Intronati, G. VII.40 (ca. 1462-1463), cc. 222rv, 228r-229v; Firenze, Biblioteca Medicea Lauren-ziana, graec. VII (sec. XV); Roma, Archivum Generale Ordinis Praedicatorum [= AGOP], ser. XIV, Fondo Libri, QQ, pp. 653-656: P. Facconi, Catalogus Inquisitorum Bononiensium ab anno 1255 usque ad nostra tempora ex indubiae fidei monumentis, partim Officii Inquisitionis, partim Archivi conventus collectus, Bononiae 1740, p. 653; Roma, AGOP, ser. XIV, Fondo Libri, QQ, pp. 663 s.: P. Facconi, Catalogus AA. RR. Patrum O.P., qui ab anno 1277 usque ad nostram aetatem supremam theologiae cathedram in celeberrimo Bononiensi ordinis gymnasio moderati sunt. Ex indubiae fidei monumentis collectus, p. 663; Roma, AGOP, ser. XIV, Fondo Libri, GGG, parte seconda, pp. 403-408: P. Facconi, Elenco dei priori del convento di Bologna dal 1219 al 1753 e degli inquisitori dal 1273 al 1740, pp. 403, 407; Petrus Paulus Vergerius, De dignissimo funebri apparatu in exequiis clarissimi omnium principis Francisci senioris de Carraria, a cura di L.A. Muratori, in RIS, XVI, Mediolani 1730 (rist. anast. 1980), p. 193; Bullarium Ordinis Praedicatorum, a cura di A. Brémond - Th. Ripoll, II, Romae 1730, pp. 414 s.; Acta capitulorum generalium ordinis Praedicatorum ad anno 1380 usque ad annum 1498, a cura di B.M. Reichert, Romae 1900, p. 24; Registrum litterarum Fr. Raymundi de Vineis Capuani Magistri Ordinis 1380-1399, a cura di Th. Kaeppeli O.P., Romae 1937, pp. 15, 23-25, 27, 34, 50 s.
V.M. Fontana, Sacrum Theatrum Dominicanum, Romae 1666, pp. 93, 104, 306; J. Quétif-J. Échard, Scriptores Ordinis Praedicatorum, I, Lutetiae Parisiorum 1719, p. 706b; F. Cornelius (Corner), Ecclesiae venetae antiquis monumentis nunc etiam primum editis illustratae, dec. XI/1, VII, Venetiis 1749, p. 245; Jo.F.B.M. De Rubeis, De rebus congregationis sub tituli beati Jacobi Salomonii in Provincia S. Dominici Venetiarum erectae, Venetiis 1751, pp. 32 s.; F. Ehrle, I più antichi statuti della facoltà teologica dell’Università di Bologna, Bologna 1932, p 105; J.M. Vostë, S. Albertus Magnus sacrae paginae magister, I, Romae 1932, pp. 93-100; G. Stadtmüller, Eine griechische Übersetzung des italienischen Apolikalipsenkommentars von Federigo da Venezia O.P., Leipzig 1936 (contiene la traduzione greca dell’Expositio vulgaris Apocalypsis); A. Vaccari, Sprazzi di luce su esegeti in penombra, in Scritti di erudizione e di filologia, II, Per la storia del testo e dell’esegesi biblica, Roma 1958, pp. 407-416; H. De Lubac, Exégèse médiévale. Les quatre sens de l’Écriture, II, 2, Paris 1964, pp. 330, 355; A. Luttrell, Federigo da Venezia’s Commentary on the Apocalypse: 1393/94, in The Journal of the Walters Art Gallery, XXVII-XXVIII (1964-1965), pp. 57-65; P.O. Kristeller, Iter Italicum, II, Italy: Orvieto to Volterra. Vatican City, London-Leiden 1967, pp. 290, 560; Th. Kaeppeli O.P., Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Ævi, IV, A-F, Romae 1970, pp. 407-409; L. Gargan, Lo Studio teologico e la biblioteca dei Domenicani a Padova nel Tre e Quattrocento, Padova 1971, pp. 47 s., 178, 292; C. Piana, Nuovi documenti sull’Università di Bologna e sul Collegio di Spagna, Bologna 1976, pp. 102, 180, 278, 284, 289, 375; R. Rusconi, L’attesa della fine. Crisi della società, profezia e Apocalisse in Italia al tempo del grande scisma d’Occidente (1378-1417), Roma 1979, pp. 128-132; A. D’Amato, I Domenicani e l’Università di Bologna, Bologna 1988, pp. 198 s.; R.M. Dessì, «Quanto di poi abia a bastare il mondo…». Apocalittica e penitenza nelle reportationes dei sermoni di Michele Carcano da Milano (Firenze, 1461-1466), in Florensia. Bollettino del Centro internazionale di studi gioachimiti, III-IV (1989-1990), p. 81 n.; E. Barbieri, recensione a A. Nuova, Alessandro Paganino (1509-1538), Padova 1990, in Aevum. Rassegna di scienze storiche, linguistiche e filologiche, LXV (1991), pp. 695 s.; Th. Kaeppeli O.P. († 1984) - E. Panella O.P., Scriptores, IV, T-Z, Roma 1993, p. 89; S. Calì, I manoscritti dell’archivio di Santa Maria sopra Minerva, in Arma nostrae militiae. Testimonianze di scrittura domenicana. Memorie Domenicane, n.s., XLI (2010), pp. 33, 75; Bibliotheca Scriptorum Latinorum Medii Recentiorisque Aevi. Repertory of Medieval and Renaissance latin authors, II, Censimento onomastico e letterario degli autori latini del medioevo. Identificazione, classificazione per genere letterario e bibliografia fondamentale. Onomastic and literary census of Medieval latin authors. Identification, classification by literary genre, and general bibliography, a cura di R. Gamberini, Firenze 2010, p. 607; Compendium Auctorum Latinorum Medii Aevi (500-1500), a cura di M. Lapidge et al., III, Firenze 2011, p. 587; E. Barbieri, Organizzare il testo/organizzare la lettura. Alcuni libri di devozione tra XV e XVI secolo, in Disciplinare la memoria. Strumenti e pratiche della cultura scritta (secoli XVI-XVIII). Atti del Convegno... Bologna... 2013, a cura di M. Guercio et al., Bologna 2014, pp. 35-40.