rene
Sempre plurale, femminile; la frequente apocope ha causato corruzioni del testo (cfr. Petrocchi, nota a If XXV 57). È usato solo nella Commedia e in due luoghi del Detto. Si tratta di un termine realistico, di uso comune nel linguaggio di ogni giorno, e corrisponde generalmente a " dorso ", " terga ", " spalle ", ma specificamente all'organo secretorio, in Detto 222 mal... / di ren e di gotta. In If XXIV 95 e XXV 57 il vocabolo designa il punto della bassa schiena dei ladri, dove si avvinghiano i serpenti che legano loro le mani, o che ne trasformano i corpi in altre serpi: ficcavan per le ren la coda / e 'l capo, ed eran dinanzi aggroppate; il valore del complemento per le ren, lungamente frainteso, è così discusso dal Chimenz: " le serpi... insinuavano il capo e la coda lungo le reni dei dannati, e, stringendone i fianchi, si annodavano sui loro ventri. Veramente l'espressione ficcavan per farebbe piuttosto pensare ch'esse passassero attraverso le reni, forando il corpo da parte a parte, ma la descrizione del modo come Vanni Fucci vien legato... esclude tale interpretazione ".
Un significato più generico è già in If XVII 109 (Icaro misero le reni / sentì spennar), dove r. indica in generale " la parte posteriore del corpo ", " il dorso " o anche " le spalle "; ma l'uso di termini concreti rende realistica la scena dantesca, in confronto alla fonte ovidiana (cfr. Met. VIII 203-223). In If XX 13 il viso degl'indovini da le reni era tornato (per " girato ", " rivolto "); di nuovo, il senso di r. è piuttosto generico, ma esprime con efficacia la mostruosa condizione di quei corpi ‛ travolti ', su cui D. ritorna con insistenza usando termini altrettanto concreti: 'l pianto... / le natiche bagnava (vv. 23-24), Aronte... al ventre li s'atterga (v. 46), fino a Manto che ricuopre le mammelle / ... con le trecce sciolte (v. 53) e a Euripilo che porge la barba in su le spalle brune (v. 107). Col verbo ‛ tornare ', nello stesso significato, r. compare in Detto 359, dove ciascun le ren gli torna equivale a " gli volge le spalle ", " se ne va voltandosi con disprezzo ".
In Pd IV 141 l'espressione vinta, mia virtute diè le reni è tratta dal linguaggio militare, e ‛ dare le r. ' corrisponde al latino " dare terga hosti ", che propriamente vale " voltare le spalle al nemico ", " fuggire " (cfr. If XXXI 117 Anibàl... diede le spalle); " darsi alla fuga ", spiegano Scartazzini-Vandelli.
Con valore ugualmente generico, in Pg XIX 39 andavam col sol novo a le reni, " di dietro ", " alle spalle "; insomma D. e Virgilio " habebant solem ad renes, quia sol erat eis a tergo " (Serravalle).