rene
Organo dotato di due attività essenziali per la vita: la funzione escretoria e quella endocrina. Attraverso la funzione escretoria, il r. regola la composizione, la concentrazione e il volume dei fluidi organici, per mezzo dell’eliminazione con le urine di acqua, sali e prodotti terminali del metabolismo. Con la funzione endocrina, il r. contribuisce alla regolazione di vari sistemi biologici tramite la produzione di ormoni (renina, eritropoietina) o fattori ad azione ormono-simile (prostaglandine, vitamina D attiva).
Il r. è un organo pari, simmetrico, bilateralmente situato presso la parete posteriore dell’addome, dietro al peritoneo, ai lati della colonna vertebrale, all’altezza delle ultime due vertebre dorsali e delle due o tre prime lombari. In sezione si possono macroscopicamente distinguere due porzioni del parenchima renale: una interna, più scura e consistente, o sostanza midollare, e una periferica o sostanza corticale. La prima è formata da una serie di 8÷12 formazioni, a struttura striata per la presenza nella loro compagine di tubuli e di vasi, principalmente vene (vasi retti di Henle), a sezione approssimativamente triangolare, con base rivolta verso l’esterno e l’apice tronco che guarda nella cavità del seno renale, note col nome di piramidi di Malpighi. L’unità funzionale anatomo-funzionale dell’organo è il nefrone (➔).
L’attività fondamentale del r. è l’eliminazione delle sostanze inutili, nocive e in eccesso: prodotti terminali del metabolismo (urea, acqua, ecc.), prodotti anomali derivanti dal metabolismo intermedio (corpi chetonici, ecc.), sostanze medicamentose, tossiche, o loro metaboliti, sostanze che, pur essendo normali costituenti del sangue, vi abbiano raggiunto una concentrazione eccessiva (per es., glucosio). L’urina si forma nel r. a livello del nefrone. Le anse capillari del glomerulo costituiscono un’ampia superficie semipermeabile attraverso cui passa, per raccogliersi nella capsula di Bowman e defluire nei tubuli, il cosiddetto filtrato glomerulare (preurina). La quantità globale di preurina è di gran lunga maggiore di quella dell’urina definitiva (circa 180 l nelle 24 h). La progressiva concentrazione del filtrato glomerulare e la sua trasformazione in urina (circa 1,5 litri nelle 24 h) avvengono nei tubuli, che provvedono al riassorbimento di acqua, elettroliti e altri elementi essenziali. I tubuli, oltre al riassorbimento, hanno funzione di escrezione e secrezione attiva, anche contro gradienti di concentrazione (meccanismo attivo). Sia i processi di riassorbimento, sia quelli di escrezione e secrezione hanno un limite critico (capacità massima di riassorbimento o disecrezione), oltre il quale la sostanza viene eliminata nell’urina. Oltre alla funzione emuntoria, il r. esplica una serie di funzioni metaboliche, come per es. la regolazione dell’equilibrio acido-base, grazie alla capacità del r. stesso di formare urina a pH variabile (da 4,8 a 8,0), la produzione ormonale (renina, eritropoietina), la regolazione della pressione arteriosa, il controllo del metabolismo calcio-fosforico, ecc.
Nel r. sono relativamente frequenti le anomalie congenite: anomalie di numero (agenesia di ambedue o uno dei r.; r. soprannumerario); di forma (r. a ferro di cavallo, fuso, a focaccia); di posizione (distopia, distopia crociata uni- e bilaterale); di sviluppo (iperplasia e ipoplasia). Tra le alterazioni acquisite, frequenti sono quelle di natura circolatoria (nefropatie vascolari), quelle di natura infettiva o degenerativa (nefriti, nefrosi), quelle di natura interstiziale (nefropatie interstiziali). Rare le lesioni traumatiche. Piuttosto frequenti le cisti isolate o multiple, come nel r. policistico (➔ policistico, rene), le ptosi acquisite (nefroptosi), la calcolosi (nefrolitiasi). Di più raro riscontro è la tubercolosi renale. Le malattie che colpiscono il r. provocano in genere alterazioni del ritmo e della quantità e qualità delle urine emesse. Si definisce insufficienza renale ogni condizione morbosa in cui i reni perdono la loro fondamentale funzione di mantenere costante la composizione chimica e le proprietà fisico-chimiche del sangue. In rapporto alle modalità di comparsa, si distinguono: l’insufficienza renale acuta e l’insufficienza renale cronica. La prima è caratterizzata da una rapida riduzione della funzione renale, con conseguente ritenzione acuta dei prodotti tossici normalmente escreti con le urine; il quadro clinico è dominato da una marcata riduzione della quantità di urine emesse, fino all’anuria completa (blocco renale). L’insufficienza renale cronica, invece, è caratterizzata da una lenta e progressiva riduzione della funzione renale. Lo stadio terminale dell’insufficienza renale cronica è chiamato uremia; in tale stato è inevitabile ricorrere alla dialisi. È da notare che le capacità di compenso funzionale del r. sono numerose e, di conseguenza, i segni e i sintomi di insufficienza renale si manifestano solo quando il danno renale è avanzato. La definizione dell’entità del danno non può prescindere da esami strumentali (ecografia, scintigrafia, biopsia). Il complesso delle metodiche atte a esplorare l’attività funzionale del rene costituisce le prove di funzionalità renale.