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MAGRITTE, René

di Alexandra Andresen - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)
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MAGRITTE, René

Alexandra Andresen

Pittore belga, nato a Lessines il 21 novembre 1898, morto a Bruxelles il 15 agosto 1967. Nel 1913, in seguito al suicidio della madre, si trasferì con la famiglia a Charleroi, dove seguì i corsi dell'Athénée (1913-15) e dipinse le sue prime tele d'impronta impressionista. Stabilitosi a Bruxelles, tra il 1916 e il 1920 frequentò saltuariamente l'Académie des Beaux-Arts (Portrait, 1919; Le portrait de Pierre Bourgeois, 1920, Charleroi, Musée des Beaux-Arts) ed entrò in contatto con V. Sevranckx e P.-L. Flouquet con il quale, nel 1919, collaborò alla rivista Au Volant di P. Bourgeois.

Nel 1920, dopo un breve viaggio a Parigi, M. fu costretto, per vivere, ad affiancare all'attività pittorica quella di grafico e di disegnatore pubblicitario. Furono anni d'intensa elaborazione teorica e formale durante i quali M. affrontò le problematiche emerse dalle esperienze futuriste e cubiste (L'homme à la fenêtre, 1920; Baigneuse, 1925, Charleroi, Musée des Beaux-Arts); con Sevranckx scrisse, a compendio delle comuni ricerche svolte tra il 1919 e il 1923, il saggio rimasto inedito L'art pur. Défense de l'Esthétique, che presenta notevoli agganci con la poetica dell'Esprit Nouveau. Scrittore asistematico ma fecondo, nel 1924 pubblicò i suoi Aphorismes sulla rivista 391 di F. Picabia e, tra il 1925 e il 1926, collaborò con E.L.T. Mesens alle riviste d'ispirazione dadaista Oesophage (numero unico) e Marie; in quegli stessi anni conobbe M. Lecomte, che lo introdusse alla poesia surrealista e all'opera di De Chirico. Fortemente attratto dalle nuove suggestioni metafisiche, nella seconda metà degli anni Venti M. abbandonò l'astrattismo formale, orientandosi verso nuove soluzioni surrealiste e proponendo, con estrema fedeltà oggettiva, immagini del mondo reale associate in imprevedibili combinazioni capaci di produrre atmosfere magiche ed enigmatiche (Le jockey perdu, 1926, coll. priv.; Le mariage de minuit, 1926, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts).

Nel 1927, dopo un'ampia mostra personale organizzata dalla galleria Centaure di Bruxelles, M. si stabilì a Parigi dove, in contatto con A. Breton, P. Eluard e J. Miró, aderì al gruppo surrealista parigino e partecipò, nel 1928, all'importante Exposition Surréaliste presso la galleria di C. Goemans; nel 1929, sulla rivista La Révolution surréaliste apparve uno dei suoi testi più noti, Les mots et les images. Tornato a Bruxelles nel 1930, M. prese a frequentare L. Scutenaire e P. Nougé, con i quali, insieme ad altri, nel 1946 formulerà Le surréalisme en plein soleil, manifesto del surrealismo belga in contrasto con le posizioni di A. Breton; partecipò a numerose mostre collettive e, sebbene obbligato a riprendere il lavoro pubblicitario, proseguì con impegno le proprie ricerche formali realizzando opere sospese in atmosfere oniriche e surreali, dai complessi significati, espressione diretta del subconscio (La réponse imprévue, 1933, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts). Accanto all'intensa attività artistica, svolta tra Parigi e Bruxelles, si concretizzò in questi anni il suo impegno politico con l'adesione, nel 1932, al Partito comunista. Considerato internazionalmente tra i più significativi esponenti del movimento surrealista, nel 1936 M. ottenne la prima personale a New York e nel dicembre dello stesso anno partecipò alla mostra Fantastic art, Dada and Surrealism al Museum of Modern Art di New York. Ampiamente presentato in Europa e negli Stati Uniti, nel 1938 M. prese parte all'importante Exposition Internationale du Surréalisme, presso la Galerie des Beaux-Arts di Parigi, in occasione della quale pubblicò La Ligne de vie, interessante opera autobiografica e lucida sintesi delle proprie idee pittoriche.

Tra il 1943 e il 1948, l'instancabile e inquieta elaborazione lo portò a sperimentare soluzioni più libere e sfrenate che richiamano l'immediatezza e la vivacità espressiva di Renoir (L'univers interdit, 1943, Liegi, Musée d'Art Moderne; Les adieux, 1946, coll. priv.) o gli aggressivi cromatismi fauves (Jean-Marie, 1948, Bruxelles, coll. priv.). Nel ventennio successivo, recuperati gli abituali schemi pittorici (Le libérateur, 1947, Los Angeles, County Museum; Souvenir de voyage, 1951, Houston, Menil Foundation; L'empire des lumières, 1954, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts; Le château des Pyrénées, 1961, Gerusalemme, Israël Museum), M. si orientò alla ricerca di nuovi mezzi espressivi: accanto alla produzione grafica e litografica, che denota una maggiore ricchezza compositiva, sperimentò una serie di cortometraggi dedicandosi anche alla fotografia e alla decorazione d'interni. Nel 1945 decorò il soffitto del Théâtre Royal di Bruxelles; nel 1953 progettò per la sala maggiore del Casinò comunale di Knokke-le-Zoute una decorazione murale panoramica dal titolo Le domaine enchanté (importante sintesi dei suoi principali temi iconografici); nel 1957 dipinse La fée ignorante nel Palais des Beaux-Arts di Charleroi, e nel 1961 Les barricades mystérieuses per il Palazzo dei Congressi di Bruxelles.

A partire dagli anni Cinquanta, alla sua opera sono state dedicate anche importanti mostre retrospettive (al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles nel 1954; al Museum of Modern Art di New York nel 1956; al Musée National d'Art Moderne di Parigi nel 1979 e al Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1986). Durante una breve vacanza in Italia, nel 1967, M. ha plasmato e firmato i modelli in cera per alcune statue fuse in bronzo solo dopo la sua morte. Vedi tav. f.t.

I suoi scritti sono raccolti in R. Magritte, Ecrits complets, a cura di A. Blavier (1979; trad. it., 1979), con un completo apparato della bibl. precedente.

Bibl.: L. Scutenaire, René Magritte, Bruxelles 1948; Id., La fidélité des images: René Magritte, le cinématographe et la photographie, Amburgo-Bruxelles 1976; H. Torczyner, René Magritte, Ideas and images, New York - Parigi 1977; M. Paquet, Magritte, ou l'éclipse de l'être, Parigi 1982; J. Meuris, Magritte, ivi 1988; D. Sylvester, Magritte, ivi 1992. Cataloghi di mostre: J. Clair, D. Sylvester, Retrospective Magritte, Bruxelles-Parigi 1978; Janus, Magritte, Ferrara 1986; C. Goemans, M. Jaquet, Magritte, Losanna 1987.

Vedi anche
surrealismo Movimento di avanguardia nato in Francia nei primi anni 1920, che ebbe vasta diffusione internazionale nel periodo tra le due guerre mondiali, estendendo la sua influenza dal campo letterario a quello artistico, al teatro, al cinema. 1. Le origini Negli anni drammatici seguiti alla conclusione del ... Belgio Stato dell’Europa occidentale compreso fra le coste sud-occidentali del Mare del Nord e il massiccio delle Ardenne; confina con i Paesi Bassi (N ed E), la Germania e il Lussemburgo (E), la Francia (S e O). ● Dal 1993 è uno Stato federale, nel quale trovano riconoscimento le regioni autonome di Fiandra, ... Paul Delvaux Pittore belga (Antheit, Huy, 1897 - Furnes 1994). Si dedicò alla pittura dopo aver studiato architettura. La sua ricerca, attraversate varie fasi, dal realismo all'espressionismo, influenzata dall'opera di R. Magritte e di G. De Chirico, nel 1936 approdò ad un linguaggio originale che ha stretti nessi ... Giorgio De Chìrico De Chìrico, Giorgio. - Pittore (Volos, Grecia, 1888 - Roma 1978), fu uno degli iniziatori e uno dei principali esponenti della corrente artistica della pittura metafisica. Vita e opere. Figlio di un ingegnere ferroviario, visse dapprima ad Atene, dove studiò al locale politecnico, poi, nel 1905, si ...
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  • Magritte, Rene
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    Michela Santoro Dipingere l’assurdo della realtà quotidiana L’artista belga René Magritte è uno dei pittori del Novecento che meglio ha saputo raccontare con le immagini lo spaesamento e l’inquietudine dell’uomo moderno quando cerca di dare una spiegazione al mistero della vita. La sua opera è collegata ...
Vocabolario
magrittiano
magrittiano agg. – Di René Magritte (1898-1967) e del suo caratteristico stile pittorico, espressione del surrealismo di scuola belga (distinto da quello francese e al quale appartennero anche Paul Nougé e E. L. T. Mesens).
rène
rene rène s. m. [dal lat. ren renis; cfr. reni]. – 1. a. In anatomia, organo proprio dei vertebrati che secerne l’urina, assicurando l’eliminazione dall’organismo (attraverso un complesso meccanismo di filtrazione glomerulare e riassorbimento...
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