CLAIR, René (App. II, 1, p. 629)
Regista. Dopo il suo ritorno da Hollywood, dove era emigrato durante la guerra, e dopo il primo film del suo felice ritorno, Le silence est d'or (1947), si afferma ancora, fra il Cinquanta e il Sessanta, con una personalità ricca d'idee, d'ispirazioni e di fermenti. Ora attento ai temi filosofici e ai problemi dell'uomo di fronte alla scienza moderna, come ne La beauté du diable (1950), una rilettura, in collaborazione con Armand Salacrou, del mito di Faust; ora con la fervida rielaborazione dei tipici temi clairiani d'anteguerra: l'amicizia soprattutto, i sogni, l'evasione, con uno stile sempre in equilibrio tra ironia ed emozione e con sottofondi, spesso, di sottile nostalgia: Les belles de nuit (1952), Les grandes manøuvres (1956), Porte de Lilas (1957), Tout l'or du monde (1961): Il film con cui ha concluso la sua carriera, dopo la partecipazione a due film a episodi - La française et l'amour (1960), Les quatre vérités (1962) - è Les fêtes galantes (1965), amabile e fine variazione sulle "guerre in merletti". Dal 1962 è membro dell'Accademia di Francia. È autore anche di due saggi sul cinema, Réflexion faite (1951), e Cinéma d'hier, cinéma d'aujourd'hui (1970), di un radiodramma, Une larme du diable (1950), di un racconto, La princesse de Chine (1951), di tre romanzi (Adams, La forêt enchantée, De fil en aiguille) e di una raccolta di novelle, Jeux du hasard, 1976.
Bibl.: G. Viazzi, R. Clair, 1946; C. F. Cuenca, R. Clair, Madrid 1951; G. Charensol, R. Jeanne, Un maître du cinéma, R. Clair, Parigi 1952; A. Solmi, Tre maestri del cinema, Milano 1956; B. Amengual, R. Clair, Parigi 1963-1969.