BAZIN, René
Romanziere francese, nato ad Angers nel 1853. Professore di diritto nell'Università Cattolica della sua città natale, rinunziò all'insegnamento per darsi tutto alla sua opera di scrittore cattolico e patriota. Tradizionalista senza pedanteria dottrinaria, moralista senza enfasi di predicatore, sereno e ottimista ma immune da banalità arcadiche, egli s'ispira all'amore della vita paesana e rurale, alla poesia del focolare domestico, alla difesa di tutto quel che di sano e di nobile il passato ha trasmesso al presente. Dei suoi moltissimi romanzi ricorderemo i più noti: La terre qui meurt (1899), racconto georgico; Les Oberlé (1901), storia d'una famiglia alsaziana, un figlio della quale si fa disertore per amor della Francia; Donatienne (1903), che alcuni ritengono il suo capolavoro; L'Isolée (1905), episodio della lotta antireligiosa al tempo di Combes; e, tra le fresche opere giovanili in cui non si delinea ancora la tendenza sociale, Une tache d'encre (1888). Dal 1904 B. fa parte dell'Académie Française.
Bibl.: A. de Bersaucourt, R. Bazin, Parigi 1910; Ch. Baussan, R. Bazin, Parigi 1926.