RÉAUMUR, René-Antoine Ferchault de
Naturalista francese, nato a La Rochelle il 28 febbraio 1683. Fece i primi studî a Poitiers e studiò poi diritto a Bourges, ma dimostrò subito la sua predilezione per le scienze naturali. Nel 1703 si recò a Parigi, e nel 1708 fu fatto membro dell'Académie des sciences. Dotato di ricco censo, non volle mai coprire cariche retribuite; nel 1735 assunse la carica di comandante e intendente del reale ordine militare di S. Luigi, che un suo parente aveva dovuto lasciare, ma rinunciò, in favore di questo, agli emolumenti. Morì il 18 ottobre 1757 a La Bermondière (Maine); dagli atti dell'Académie des sciences la data di morte risulta il 18 novembre.
Per incarico dell'Académie, nel 1710 iniziò la descrizione ufficiale delle arti e mestieri in Francia, e questo studio gli diede lo spunto per ricerche su numerosi e varî problemi di fisica e chimica tecnica, a cui il suo ingegno versatile e fecondo portò notevoli contributi, sia teorici sia pratici. Questi ultimi furono di tale importanza, per l'indipendenza e lo sviluppo dell'industria francese, da fargli assegnare, come ricompensa, una cospicua rendita annua, alla quale rinunciò a favore dell'Accademia. Fra i suoi studî di questo genere, sono degni di nota i seguenti: resistenza alla trazione delle corde ritorte e delle fibre non ritorte (1711); duttilità dell'oro e d'altri metalli (1713); fabbricazione delle perle false (1715) e identificazione della sostanza che dà il colore argenteo alle squame dei pesci: questa ricerca gli diede occasione di studiare l'accrescimento delle squame. Nel 1717 tentò di ottenere perle artificiali dai molluschi perliferi (cosa che riuscì soltanto in tempi recentissimi, in Giappone; v. perle). Nel 1715 si occupò della turchese che si trova in certe cave della Francia meridionale e la riconobbe costituita da denti e ossa di mammiferi fossili. Nel 1722 pubblicò il risultato dei suoi studî sull'acciaio e sul ferro, che gli valsero l'assegno di una pensione da parte del reggente, duca di Orléans, e nel 1724 di quelli sulla cristallizzazione dei metalli. Si occupò anche della fabbricazione delle porcellane, studiando quelle cinesi (1727-29), senza riuscire a risolvere interamente il problema, ma creando quel vetro opaco che porta il nome di "porcellana di Réaumur" (1739). Nel 1734 costruì il termometro ad alcool, con la scala che porta il suo nome, prendendo come punti di riferimento la congelazione e l'ebollizione dell'acqua e dividendo l'intervallo in 80 parti.
Scientificamente più importanti e nel complesso più organici sono i lavori biologici del R. Fra questi meritano d'essere ricordate anche le ricerche sulle conchiglie (1709) che dimostrano che l'accrescimento non avviene per intussuscezione; gli studî sui movimenti dei molluschi e dei zoofiti (1710), sulla rigenerazione degli arti nei crostacei (1712), sulla torpedine (1715), sulla fisiologia della digestione degli uccelli, per mezzo di tubetti metallici contenenti le sostanze da sperimentare e fatti ingerire agli animali. Il R. poté dimostrare, con questo metodo, l'importanza della digestione chimica nei rapaci e di quella meccanica nei granivori, precorrendo le classiche ricerche dello Spallanzani, e prendendo posizione contro la dottrina iatromeccanica. Studiò anche la "seta" dei ragni (1710, opera tradotta in cinese), e riuscì ad incubare artificialmente uova di polli e di altri uccelli domestici (1749), arte già praticata dagli Egizî e perfezionata soltanto in tempi recenti.
L'opera biologica fondamentale del R., che vale ad assicurargli un posto di prima importanza nella storia della biologia, è costituita dai Mémoires pour servir à l'histoire des insectes (voll. 6, Parigi 1734-1742), raccolta di acute e minuziose osservazioni morfologiche, fisiologiche, ecologiche e sui costumi e gl'istinti di moltissime specie d'insetti, esposte con altrettanto garbo e vivacità quanta lucidità e precisione. I Memoires costituiscono una delle opere classiche dell'entomologia, e servirono di fondamento a questo ramo della scienza, e di modello a molti altri lavori del genere (da quelli del contemporaneo K. de Geer, a quelli di P. Huber, fino a quelli di J. H. Fabre). Non è possibile dare qui neanche un riassunto della materia trattata, tanto essa è vasta e varia: gl'insetti entomofagi, gl'insetti minatori, i gallecoli, gl'insetti sociali, sono minutamente e precisamente descritti nei loro costumi, nella loro vita, nelle loro metamorfosi. Degne di particolare menzione sono le osservazioni sulle api, che, per mezzo di alveari con pareti di vetro, il R. poté attentamente osservare all'opera; riconobbe così che quello che allora era chiamato re, è la femmina feconda, la regina, e studiò dal punto di vista geometrico la disposizione dei favi, proponendo anche varî problemi relativi a questo punto al matematico S. Koenig.
Il R. godette di molto prestigio e di molti onori: gli studiosi d'ogni nazione si rivolgevano a lui per consiglio e aiuto. Il suo esempio servì di stimolo a molti altri ricercatori, come a Ch. Bonnet, ad A. Trembley, che annunciarono le proprie scoperte (partenogenesi degli afidî e rigenerazione dell'idra, rispettivamente) facendole sostenere dall'autorità del R.
Negli ultimi tempi della sua vita, la sua fama fu alquanto offuscata da quella del Buffon; di ciò si amareggiò il R., che probabilmente non fu estraneo alla pubblicazione anonima, Lettres à un américain di J.-A. de Lignac (Amburgo 1751-56) in cui l'opera del R. era esaltata, e quelle del Buffon e del Daubenton aspramente criticate.
Il R. lasciò 138 cartelle di manoscritti di opere incompiute e le sue collezioni (quella d'uccelli servì a N.-J. Brisson, che ne era il conservatore, alla compilazione della sua Ornithologie) all'Académie des sciences.
Opere principali: Dei Mémoires, oltre all'edizione citata ve n'è un'altra quasi contemporanea (voll. 10, Amsterdam 1737-1758). I suoi studî sulle arti e mestieri furono raccolti a cura dell'Académie des sciences: Description des arts et métiers (Parigi 1761-62 segg.). La massima parte delle sue ricerche fu pubblicata negli atti dell'Accademia, qualcuna anche separatamente: Examen de la soie des araignées (1710); Traité sur l'art de convertir le fer forgé en acier et d'adoucir le fer fondu (Parigi 1722); Sur l'art de faire éclore et d'élever en toute saison des oiseaux domestiques (1749). Recentemente fu pubblicata da M. Trembley: Correspondance inédite entre R. et Trembley rélative à la découverte des Polypes d'eau douce (Parigi 1904). W. M. Wheeler riesumò il manoscritto della Vie des fourmis, che il R. aveva lasciata pressoché completa e inedita, e la pubblicò, con la traduzione inglese (New York e Londra 1926). Della stessa opera, che doveva costituire il principio del tomo VII dei Mémoires, fu pubblicata poi un'edizione francese (Parigi 1929), la quale dovrà essere seguita dal resto del tomo VII, dal R. lasciato quasi completo.
Bibl.: Grandjean de Fouchy, in Mém. de l'Acad. des sciences, 1757; A. J. A. Drohoiwska, Les savants modernes et leurs øuvres: R., Lilla 1882.