BIRAGHI (fr. birague), Renato
Cardinale, gran cancelliere di Francia, nacque a Milano il 2 febbraio 1507 (secondo altri nel 1506 o 1509), da nobile famiglia. Il padre Galeazzo era ambasciatore del duca di Milano alla corte imperiale; la madre era una Trivulzio. Trasferitasi la famiglia in Francia per inimicizia con gli Sforza, Renato vi compì gli studî e si laureò in legge. Francesco I lo creò consigliere del parlamento di Parigi; Enrico II lo nominò soprintendente della giustizia, presidente del senato di Torino e poi luogotenente generale nel governo del Piemonte. Restituito questo ai Savoia, il B. tornò in Francia, governatore della provincia di Lione; e nel 1563 andò come rappresentante del re di Francia al concilio di Trento. Fu carissimo alla regina madre Caterina de' Medici e re Carlo IX nel 1570 lo fece entrare come suo guardasigilli nel Consiglio segreto della corona: dove nel 1572 ebbe moltissima influenza (coi duchi di Guisa, di Nevers, col Tarannes e con un altro italiano, Alberto de Gondi, duca di Retz) nella deliberazione della famosa strage di S. Bartolomeo (24 agosto). Caterina de' Medici lo fece nominare gran cancelliere del regno (1573). Una ben trista fama, e non del tutto giustificata, l'accompagnò in tale carica: quella di disfarsi segretamente col veleno dei proprî nemici e di quelli della regina madre Caterina. Rimasto vedovo, entrò nella carriera ecclesiastica; e nel 1578, col favore del re Enrico III, ebbe da Gregorio XIII il cappello cardinalizio. Allora i sigilli del regno furono affidati al conte di Chiverny, ritenendo però Renato il titolo di gran cancelliere; onde soleva dire di essere "un cardinale senza titolo, un prete senza beneficio e un cancelliere senza sigilli". Non però senza lautissime rendite; poiché godeva del vescovado di Lavaur, dell'abbazia di Flavigny, di Longpont e di Saint-Pierre-de-Sens; nonché dell'abbazia di S. Caterina degli Scolari, in Parigi; in questa chiesa ebbe tomba e mausoleo, quando il 24 novembre 1583 morì. Fu in vita splendido e generoso, onde morì quasi povero. L'unica figlia Francesca andò sposa al marchese di Nesle, Giovanni Lavel. Re Enrico III con la corte intervenne ai suoi funerali.
Bibl.: P. Masson, Elogium Renati Biragae S. Rom. Eccl. card. et cancell. Franciae, Parigi 1583; P. de L'Étoile, Journal du règne de Henry III, Parigi 1621; A. Tessereau, Histoire de la grande chancellerie de France, Parigi 1676; v. Bulletin histor. et littér. de la Société de l'hist. du protestantisme, IV, p. 297; XXXVIII, p. 277; XLIII, p. 302 segg.; L, p. 486.