GRANDORI, Remo
Nacque a Viterbo il 29 genn. 1885 da Luigi e Caterina Pacchiarotti.
Dopo aver completato gli studi medi nella città natale, s'iscrisse alla facoltà di scienze naturali dell'Università di Roma seguendo il suo interesse per gli studi zoologici. Nel 1905 incominciò a frequentare l'istituto di anatomia comparata, diretto da G.B. Grassi, preparando una tesi sull'anatomia, l'istologia e la biologia dell'Apantelesglomeratus, studio pubblicato nel 1911 nella rivista Redia, diretta da A. Berlese. Con questa tesi si laureò nel 1907, ma fin dall'anno precedente il Grassi lo aveva aggregato al gruppo di ricerca sulla Fillossera della vite che, sotto la guida del Grassi stesso, doveva chiarire i tanti problemi biologici e applicativi presentati da questo misterioso, e allora quasi sconosciuto, insetto.
Nel 1909 Grassi lo propose come conservatore biologo del R. Comitato talassografico della Società italiana per il progresso delle scienze e così il giovane G. poté passare un periodo presso la stazione zoologica di Napoli iniziando quegli studi sui Copepodi del plancton marino che avrebbe continuato negli anni seguenti. Nel 1911 si trasferì come aiuto presso l'istituto di zoologia e anatomia comparata dell'Università di Padova, diretto da D. Carazzi, e nell'anno successivo conseguì la libera docenza in anatomia comparata. Incominciò allora a occuparsi del baco da seta (Bombyx mori) studiandone l'embriologia, per precisare la cronologia dello sviluppo e farne la comparazione nelle varietà della specie. Nel 1913 passò come assistente alla stazione bacologica di Padova ove iniziò una serie di studi sul Bombyx pubblicandoli in altrettante note. Fra queste memorie ricordiamo in particolare quella del 1914, ove sono descritte le trasformazioni dell'uovo nel periodo immediatamente successivo alla deposizione.
Dopo la parentesi della prima guerra mondiale, il G. continuò a lavorare alla stazione bacologica di Padova fino al 1920, allorché assunse per due anni la direzione dell'istituto bacologico provinciale di Trento.
Fu anche incaricato di zoologia e anatomia comparata nell'Università di Padova e di zoologia nell'Università di Camerino, finché, nel 1927, risultò vincitore del concorso per la cattedra di zoologia agraria e bachicoltura dell'Istituto superiore agrario (poi facoltà di scienze agrarie) di Milano.
Qui fondò e diresse per circa un trentennio l'istituto di zoologia agraria e bachicoltura continuando gli studi sui Copepodi e sugli Insetti dannosi all'agricoltura, nei quali conseguì importanti successi, tanto che gli fu affidata anche la direzione dell'Osservatorio fitopatologico milanese, per la sezione di entomologia.
Ebbe dunque un ruolo rilevante nel panorama entomologico italiano anche perché, titolare di cattedra universitaria tra i primi entomologi agrari italiani, il G. seppe preparare alla sua scuola numerosi allievi, alcuni destinati a divenire scienziati di chiara fama, molti specializzati nelle varie branche dell'entomologia applicata.
Nel campo della bacologia mantenne alto il nome della scienza italiana in una disciplina allora basilare, che proprio a Milano aveva avuto nel secolo XIX cultori famosi, quali E. Cornalia, G. Cantoni e F. Franceschini. A Milano, e in genere nella Valle padana, l'interesse verso questa disciplina nasceva anche dalla presenza di industrie della seta. Coadiuvato dalla moglie Luigia, insegnante di scienze naturali nei licei, autrice degli articoli pubblicati nella diffusa Enciclopedia dei ragazzi Mondadori e sua costante collaboratrice nella ricerca, nel 1928 il G. fondò e diresse per lunghi anni il Bollettino del Laboratorio di zoologia agraria e bachicoltura, contribuendo anche con questa rivista a un rinnovato impulso degli studi bacologici a Milano.
In pochi anni il G. completò la descrizione delle fasi dello sviluppo embrionale del Bombyx con due memorie (1929 e 1931) nelle quali analizzò tutti i momenti delle differenziazioni embrionali, dalla diapausa alla blastocinesi, e la formazione delle gonadi nell'embrione e nella larva.
Successivamente si dedicò alla patologia del baco, di cui studiò una malattia nota come flaccidezza, sviluppò alcune tecniche di allevamento che prevedevano l'uso di aminoacidi, ormoni e vitamine per accelerare l'accrescimento e si interessò, promuovendone l'applicazione, al "sistema Fioruzzi". Il sistema era stato proposto dall'omonimo bachicultore di Parma e riduceva, meccanizzando l'intervento, il lavoro umano sulle colture dei bachi. Forte della lunga esperienza in questo campo il G. pubblicò infine anche un utile manuale.
Approfondì la biologia di Imenotteri parassiti e della Fillossera della vite, sulla strada indicata dal Grassi. Alle ricerche embriologiche affiancò quelle di endocrinologia, una branca allora pionieristica, per rilevare l'eventuale presenza e importanza degli ormoni nello sviluppo e nella metamorfosi degli Insetti. Si dedicò poi alla biologia di importanti fitofagi, fra cui il Quadraspidiotus perniciosus, la Cydia molesta e la Carpocapsa pomonella, contro i quali sperimentò utili fitofarmaci. Su questi esperimenti pubblicò decine di articoli e numerosissimi opuscoli applicativi diretti agli agricoltori.
Altre importanti ricerche, queste sistematiche, condusse sui Copepodi pelagici, soprattutto dell'Adriatico, e sui Protozoi del terreno.
Fu fra i quattro soci fondatori dell'Accademia nazionale italiana di entomologia. Morì a Milano il 6 ag. 1955 ancora in piena attività.
Opere principali: Studi sulla Fillossera della vite, in Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, cl. di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, XVII (1908), pp. 276-281 (in collab. con A. Foà); Ulteriori ricerche sulle Fillossere gallicole della vite, ibid., pp. 760-770 (in collab. con G.B. Grassi); Contributi all'embriologia e alla biologia dell'Apanteles glomeratus (L) Reinh., Imenottero parassita del bruco di Pieris brassicae L., in Redia, VII (1911), pp. 363-428; Studi sulla Fillossera della vite, in G.B. Grassi et al., Contributo alla conoscenza delle Fillosserine e in particolare della Fillossera della vite, Roma 1912, pp. 3-64; I Copepodi pelagici raccolti nell'Adriatico nelle crociereIII-VII del R. Comitato talassografico italiano, in Memorie del R. Comitato talassografico italiano, XXVIII (1913), pp. 1-64; Studi sullo sviluppo larvale dei Copepodi pelagici, in Redia, VIII (1913), pp. 360-457; Studi biologici sul plancton della Laguna Veneta e dell'Alto Adriatico, in Atti dell'Accademia scientifica veneto-trentino-istriana, VI (1913), pp. 3-25; Lo sviluppo embrionale del baco da seta, I, Le prime 42 ore di sviluppo dalla deposizione dell'uovo, in Annuario della R. Stazione bacologica sperimentale di Padova, XLI (1914), pp. 3-99; Differenze morfologiche nell'ovocita e nell'uovo di Bombyx mori sano e malato di flaccidezza, in Redia, XIV (1920), pp. 5-42; Studi sulla blastocinesi degl'insetti, in Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, cl. di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 6, II (1925), pp. 449-455; Esperimenti di lotta contro il maggiolino (Melolontha vulgaris L.) mediante il Para-Italia (paradiclorobenzolo), in Boll. del Laboratorio di zoologia agraria e bachicoltura, I (1929), pp. 89-94; Esperimenti di lotta contro la Fillossera della vite mediante Para-Italia (paradiclorobenzolo), ibid., pp. 95-110; Lo sviluppo embrionale del baco da seta, II, La diapausa, ibid., pp. 195-237; III, Sviluppo primaverile fino alla blastocinesi, ibid., III (1931), pp. 43-128; Studi sui Protozoi del terreno, ibid., V (1934), pp. 1-341; Effetti tossici prodotti da derivati della calciocianamide sulla mosca delle olive e sulle Gambusie, ibid., IX (1939), pp. 46-51 (in collab. con Luigia Grandori); Esperimenti contro la mosca delle olive con un nuovo dachicida alla cianamide, ibid., pp. 238-249; Cinque anni di lotta contro la Cydia molesta nel Mantovano, ibid., X (1940), pp. 139-168; Un nuovo nemico del gelso e delle piante da frutto: Hyphantria cunea Drury, ibid., XV (1949), pp. 3-10; Stadi ibernanti di Aspidiotus perniciosus Comst., ibid., XVI (1950), pp. 29-36; Fondamenti di una lotta razionale contro la piralide del mais, ibid., XVIII (1952), pp. 11-20; La cianamide insetticida sistemico, ibid., XIX (1953), pp. 177-182; Esperimento di bachicoltura meccanizzata a sistema Fioruzzi, ibid., pp. 65-76 (in collab. con G. Reali); Il filugello e le industrie bacologiche, Milano 1924; Entomologia agraria, Milano 1947.
Fonti e Bibl.: G. Domenichini, R. G., lo scienziato e il maestro, in Boll. di zoologia agraria e bachicoltura, XXI (1955), pp. 1-14; M. Martelli, Commemorazione, in Rendiconti dell'Accademia naz. italiana di entomologia, V (1957), pp. 21-24; G. Bolchi Serini, La ricerca bacologica in Lombardia fra Ottocento e Novecento, in Memorie della Società entomologica italiana, LXXII (1993), pp. 507-520; Id., Sviluppo storico della bachicoltura e della ricerca sul baco da seta in Italia, in Rendiconti dell'Accademia naz. italiana di entomologia, XLVII (1999), pp. 43-68.