REMIGIO d'Auxerre (Remigius Antissiodorensis, Rémi l'Auxerrois)
Nacque circa l'841, morì nel 908. Divenuto benedettino nel monastero di Saint-Germain ad Auxerre, vi compì i suoi studî sotto Erico, discepolo di Scoto Eriugena, e Lupo di Ferrières. Alla morte di Erico, prese il posto di questi nell'insegnamento, quindi fu professore a Parigi e infine a Reims.
La sua cultura, come quella dei suoi contemporanei che ancora beneficiavano della rinascenza carolingia, fu, in pari tempo, umanistica e teologica. Al pari dei suoi maestri, egli appartiene alla schiera degli esegeti filologi, e vi tiene un posto tra i più importanti. È autore di varie glosse e commenti alla Bibbia, al trattato di Prisciano sulla grammatica, agli opuscoli sacri e al De consolatione philosophiae di Roezio, al De nuptiis Philologiae et Mercurii di Marziano Capella, a Terenzio, a Giovenale, a Prudenzio, a Sedulio, ai Disticha Catonis, ecc. Per il suo pensiero teologico, particolarmente importanti sono le sue Enarrationes in Psalmos e l'Expositio in Genesim. Nel commento a Marziano, relativamente alla questione degli universali, segue una via di mezzo fra l'antirealismo del suo maestro Erico e il realismo di Eriugena.
Bibl.: Per altre notizie e la bibl., cfr. Geyer, Die patristische und scholastische Philos., 1928, pp. 178 segg., 695.