BUGATTI, Rembrandt
Nacque a Milano il 16 ott. 1884, da Carlo, ideatore e costruttore di mobili d'arte, e da Teresa Lorioli ed ebbe come padrino di battesimo lo scultore Ercole Rosa che ne suggerì il nome. La sua prima educazione si svolse a contatto del padre, che egli aiutò nella sua attività e che seguì in Francia, e dell'ambiente che questi frequentava. Nel 1903, non ancora ventenne, espose alla V Esposizione internazionale d'arte di Venezia (Catalogo, p. 106) due bronzi: Cavalli,Cane. L'anno dopo si fece notare esponendo a Parigi, al Salon de la Société nationale, quattro piccoli lavori, raffiguranti Cervi,Cicogne, un Leone e una Leonessa. Nelle sue prime uscite pubbliche, quindi, già si presentò con opere ispirate a quei soggetti animali che dovevano costituire il tema preminente della sua produzione. Le opere di argomento diverso (o almeno i ricordi che se ne hanno) sono assai rare: resta, ad esempio, una Donna nuda inginocchiata (Parigi, coll. A. Lesieutre); in Rossi Sacchetti è illustrata una giovinetta nuda, seduta, con vicino un alano; si ha memoria di statuette ritraenti gli amici; un'immagine simbolica, La Brute, fu esposta nel 1907 all'Exposition des Artistes italiens aux Serres de l'Alma e una grande statua di Atleta fu esposta nello stesso anno alla Galleria Hébrard (oggi, proprietà Chalom: è sulle montagne presso la Crau).
Inizialmente il suo stile risentì dell'influsso di Paolo Troubetikoj, amico del padre, che lo indusse a ricercare nella scultura effetti impressionistici. Le sue prime opere erano infatti abbozzate velocemente, con approssimazioni tendenti a ricreare la naturale mobilità della fauna. In un secondo momento, tuttavia, il B. rassodò la modellazione, dapprima semplificando i volumi e poi abbandonando ogni soluzione solo stilistica e cercando la naturalezza dell'espressione non più nella fugacità pittorica, ma nella resa puntigliosa delle caratteristiche degli animali che volta a volta ritraeva, spesso direttamente dal vero in giardini zoologici, e quasi sempre in gruppi e in azione, per non irrigidirne la vitalità nella posa.
Di carattere schivo, solitario, si era creato un suo mondo riservato, quasi indifferente a quanto avveniva intorno. Frequentò pochissimo l'ambiente artistico, pure in quegli anni a Parigi assai vivo, e il suo lavoro non sembrò nemmeno risentire dei fermenti sollevati dai fauves prima e poi dai cubisti, rimanendo costretto nei limiti di un naturalismo ottocentesco, destinato ovviamente a circoscriverne il significato. Non gli mancò tuttavia un certo successo. Partecipò regolarmente ai Salons della Société nationale, della quale era membro, e allestì varie mostre personali, particolarmente nella galleria di Adriano Hébrard, fonditore d'arte, che gli fu amico e lo sostenne, realizzandone le sculture in bronzo con il procedimento della cera perduta e promuovendone la conoscenza e la vendita.
Opere del B. furono accolte nei principali musei: a Londra, nella Tate Gallery; a Parigi, nel Musée du Luxembourg (Elefante con due cerve, 1897) e nel Musée de la Ville; a Berlino est, nella National Galerie (Bulldog);a Bruxelles nel Musée des Beaux Arts; a Budapest, a Madrid, ad Anversa. Anche la Galleria d'arte moderna di Roma (Boll. d'arte, III [1909], p. 434) acquistò un suo bronzetto (Elefante)all'VIII Esposizione internazionale d'arte di Venezia, nel 1909, nella quale il B. (Catalogo, pp. 124, 130) espose sedici bronzi (altre opere - quattro modelli in legno di animali - furono donate alla galleria romana nel 1924 da Hébrard). Lavori del B. sono inoltre in numerose collezioni private europee (Due uccelli e Due pantere del 1904, Parigi, coll. A. Lesieutre; Gallo e ranocchia del 1906, Bruxelles, Gall. L'Ecuyer; Due elefanti, circa 1910, Bruxelles, Gall. d'art ancien Laloux). Una Leonessa seduta era in vendita a Parigi, Hôtel Drouot, l'8 febbr. 1962 (catal., n. 37 bis); un Elefante era sul mercato di Londra nel 1969 (The Burlington Magazine, CXI [1969], ill. LXXV dell'appendice).
Allo scopo di approfondire ulteriormente la conoscenza del mondo animale, il B. si trasferì ad Anversa, dove stabilì il proprio studio nei pressi dello zoo. E ad Anversa fu sorpreso dalla guerra. Vi si trattenne per quasi tutta la durata dell'assedio e solo alla vigilia della resa, attraverso il console francese, riuscì a passare in Olanda. Di qui tornò a Parigi, profondamente scosso dall'esperienza bellica. Turbato e avvilito, si tolse la vita l'8 genn. 1916 nel suo studio di Montparnasse, in rue Joseph Bara, n. 2.
Bibl.: Necrologi: in Illustrazione italiana, 16 genn. 1916, p. 63; G. U. Arata, R. B., in Pagine d'arte, III (1916), n. 2, pp. 10-11. V. Pica, Esposizione di Previati e d'altri artisti, in Emporium, XX (1904), p. 76; L'Art décoratif, XII (1904), pp. 61-66; M. Horteloup, An Italian sculptor - R. B., in The Studio, XXXVIII(1906), pp. 23-26; Chronique des arts, 1907, p. 188; M. G., Exposition R. B., in L'Art et les artistes, III (1907), pp. 171 s.; V. Rossi Sacchetti, R. B., Carlo Bugatti et son art, s.l. né d. (forse Parigi 1907); F. M., Exposition privée de R. B., in L'art et les artistes, IV (1908), pp. 236-238; Art et décoration, XXXIV(1913), pp. 157-164; G. U. Arata, Un grande interpr. della fauna, in Vita d'arte, VIII (1915), pp. 157-163; American Art News, XIV (1915-16), n. 15, p. 4; La chronique des arts…, 1920, p. 105; Le Temps, 3 giugno 1920; La Renaiss. de l'art français, VI (1923), p. 67; A. Mancini, L'esposizzone internazionale d'arte della seconda Biennale romana, in L'idea nazionale, 14 nov. 1923; Bollettino d'arte, s. 2, III (1924-25), pp. 479 s.; La Renaissance de l'art français, VIII (1925), p. 443; Bugatti-Modeller, in The Connoisseur, LXXXIV (1929), p. 334; Apollo, X (1929), p. 312; M. Schiltz, R. B., Anvers 1956; L'Ébé Bugatti, L'épopée Bugatti, s.l. [ma Paris] 1966, pp. 21 s., 79, 134 s.; Ostenda, Musée des Beaux Arts, Europa 1900,Peintures..., Bruxelles 1967, pp. 39 s.; J. Peignot, B., in Connaissance des arts, luglio 1967, 185, pp. 83-85; U. Thieme-F. Becker, Künstler-lexikon, V, p. 206; Encicl. Ital., VIII, p. 57; H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrh.s, I, p. 348; E. Bénézit, Dictionnaire des peintres,sculpteurs,dessinateurs et graveurs, II, Paris 1955, p. 198.