reinfezione
Nuova infezione insorgente in uno stesso soggetto e dovuta agli stessi microrganismi che hanno già provocato precedentemente un processo morboso guarito senza lasciare uno stato di immunità assoluta: r. esogene, le più comuni, prodotte da germi provenienti dall’esterno dell’organismo (chiamate più propriam. superinfezioni se si manifestano quando il processo morboso non è ancora estinto); r. endogene, prodotte da germi già presenti nell’organismo, ma solo in casi particolari (altrimenti chiamate recidive), cioè quando i germi sono localizzati in regioni limitate, dove si moltiplicano senza tuttavia provocare disturbi clinicamente evidenti (come in alcune forme di tubercolosi secondaria).
Il concetto di r. va correlato sia con il microrganismo patogeno sia con la risposta del sistema immunitario dell’individuo infettato. Per es., è noto che, dopo un processo infettivo, nell’individuo sano il sistema immunitario acquisisce una memoria difensiva, pronta a entrare in azione quando l’organismo riceve una nuova aggressione esterna da parte del medesimo agente patogeno; ma questa situazione non è costante e quando l’immunità acquisita nella prima infezione non è protettiva, o è solo parzialmente protettiva, e i microrganismi cambiano configurazione antigenica (come si verifica comun. nel corso della sindrome influenzale causata da vari ceppi di virus), si stabilisce un’alta probabilità di reinfezione. La r. non comporta necessariamente un’infezione di gravità maggiore rispetto alle precedenti.