aurea, regola
Valore morale riferito all’etica della reciprocità (fondamento della dichiarazione dei diritti umani), che stabilisce il diritto a un trattamento equo e la responsabilità di garantire giustizia agli altri. Una delle sue numerose formulazioni nella storia della religione e della filosofia è: «Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso».
In economia, il termine regola a. è stato introdotto da E.S. Phelps per indicare il livello del tasso di risparmio che massimizza il benessere economico, misurato in termini di consumo pro capite, lungo un sentiero di crescita di stato stazionario dell’economia (➔ stazionarietà economica).
Nel modello di crescita di R.M. Solow, Phelps e altri, tra cui M. Allais, si è dimostrato che il tasso di risparmio di regola a. è pari alla quota del reddito da capitale sul reddito nazionale, in stato stazionario. Il riferimento all’etica della reciprocità è giustificato dal fatto che, secondo la regola a., ogni generazione risparmia la stessa percentuale di reddito per sostenere il livello ottimale di consumo, che è anch’esso una frazione costante del reddito. Un aumento del tasso di risparmio genera due effetti contrapposti: da un lato, provoca un incremento degli investimenti, della quantità di capitale e quindi della produzione totale dell’economia; dall’altro, riduce la quota del reddito destinata ai consumi. Nel caso limite, in cui tutto il reddito viene risparmiato, la produzione è massimizzata ma il consumo è pari a zero. All’opposto, se tutto il reddito viene consumato, gli investimenti sono nulli, il capitale si deprezza completamente nel corso del tempo e, quindi, la produzione di stato stazionario e i consumi diventano nulli. Il livello di risparmio che massimizza i consumi si trova necessariamente a un valore intermedio. Nelle ipotesi del modello di Solow, che includono concorrenza perfetta, piena occupazione e rendimenti costanti di scala, il valore ottimale del risparmio assicura l’uguaglianza tra rendimento del capitale, al netto del deprezzamento, e tasso di crescita dell’output totale, che dipende dal progresso tecnologico e dal saggio di crescita della popolazione. Un tasso di risparmio di lungo periodo diverso da quello della regola a. comporta un livello di benessere inferiore in stato stazionario. In particolare, risparmi più elevati della regola a. sono dinamicamente inefficienti, poiché una loro riduzione permette un aumento dei consumi di tutte le generazioni, presenti e future, nel processo di convergenza verso il nuovo stato stazionario.
La regola a. fa riferimento a un criterio di conduzione della politica fiscale. In tale contesto, essa è nota come golden rule, intendendo che, lungo il ciclo economico, l’indebitamento pubblico non dovrebbe superare la formazione netta di capitale pubblico. In altre parole il bilancio corrente (al netto degli investimenti) dovrebbe essere, in media, in pareggio o in surplus. Tale approccio, che ha come obiettivo la stabilità delle risorse del settore pubblico, si definisce politica della regola aurea.