PECOCK, Reginald
Teologo inglese, vescovo di St Asaph dal 1444, trasferito alla sede di Chichester nel 1450. Era nato, pare, circa il 1395, nella diocesi di St David's, nel Galles; studiò a Oxford, dove fu ordinato sacerdote nel 1425, e trovò protettori potenti, che lo chiamarono a corte e gli ottennero favori da Humphrey, duca di Gloucester e da William de la Pole, 1° duca di Suffolk.
Si segnalò per scritti teologici contro i lollardi nei quali, pur combattendo le loro dottrine, manifestò opinioni audaci, e che per certi lati assomigliano a dottrine sostenute dagli umanisti e più tardi dai deisti inglesi o da R. Hooker: dubitava, per esempio, dell'autenticità della donazione di Costantino e di quella del Pentateuco come opera di Mosè, e sostenne che la legge morale è fondata sulla ragione naturale, non sulla Bibbia, il cui solo ufficio è di rivelare le verità soprannaturali, distinguendo tra la fede fondata sull'"opinione" e quella fondata sulla "scienza", alla quale ultima solo eccezionalmente il cristiano può pervenire in vita.
Per queste dottrine, e per essere i suoi sostenitori del partito della casa di Lancaster, allora in declino, fu processato, espulso dal consiglio privato, cui apparteneva dal 1450, e obbligato a ritrattarsi pubblicamente, bruciando egli stesso i suoi libri (Repressor of over much blaming of the Clergy, 1455; a cura di Churchill Babington, Londra 1860; Book of Faith, a cura di J. L. Morrison, Glasgow 1909); quindi costretto a dimettersi e chiuso nell'abbazia di Thorney (Cambridge-shire) ove morì, forse nel 1460. Tra il clero del suo tempo, mondano e dedito alla politica, il P. rappresenta un'eccezione; ed è tale anche per avere scritto di argomenti teologici in inglese, non senza pregi di lingua e stile.