REGGIO nell'Emilia (XXVIII, p. 994; App. I, p. 964; II, ii, p. 678)
L'opera di ricostruzione dei danni causati dalla guerra è stata condotta rapidamente a termine nei quartieri residenziali, ferroviario e industriale. L'espansione dell'abitato urbano si è manifestata con una certa intensità, principalmente con costruzioni isolate, circondate da giardini, nelle aree di nordest, fra la ferrovia e il torr. Crostolo e, oltre questo, lungo la via Emilia ponente e la strada provinciale per la val d'Enza. Verso meridione il cimitero costituisce ancora un elemento repulsivo per lo sviluppo edilizio. Altre aree di espansione sono quelle lungo la via Emilia levante, fino al limite rappresentato dall'istituto neuropsichiatrico e l'area settentrionale adiacente le "Nuove Reggiane", dove si è sviluppato un quartiere operaio. L'area racchiusa entro le mura ha mutato parzialmente volto per una serie di moderne costruzioni che si sono sostituite a quelle più vecchie, e anche la viabilità interna è stata migliorata in alcuni quartieri in seguito alla sistemazione delle strade. L'accrescimento della città ha reso necessario il potenziamento dell'acquedotto e lo studio di un nuovo piano regolatore che è stato impostato in funzione dello sviluppo industriale della città, quale prospettiva per la soluzione dei problemi economici della provincia, gravitante interamente sul centro.
La popolazione della città era, secondo il censimento del 1951, di 65.360 ab., con un incremento del 28,9% rispetto al 1936; quella del comune di 106.726 ab., pari a quella stimata nel 1947, mentre al censimento del 15 ottobre 1961 essa è risultata di 116.515 abitanti. L'aumento della popolazione cittadina dipende dall'espansione dell'abitato urbano e dall'inurbarsi di parte della popolazione della campagna circostante, compresa entro i limiti del territorio comunale, uno dei più vasti della regione. Non si è verificato a Reggio quello sviluppo industriale che negli altri principali centri emiliani ha rappresentato un richiamo per coloro che abbandonano la montagna o spopolano la pianura. L'economia cittadina si impernia ancora essenzialmente sull'agricoltura e sulle attività industriali commerciali e dei trasporti ad essa collegate. Le industrie più importanti restano sempre le "Nuove Reggiane" e la "S. A. Lombardini" che, oltre a fabbricare macchine agricole, producono motori, le prime, e materiale ferroviario, la seconda. Notevole sviluppo, anche per il diffondersi sempre maggiore delle cooperative di produzione, ha avuto il settore lattiero-caseario che concentra i formaggi per la stagionatura e il commercio nella città.