reggimicrofono
(reggi-microfoni), s. m. e f. (iron.) Gior-nalista che si limita a reggere il microfono nel corso delle sue interviste, senza impegnarsi in un lavoro d’inchiesta.
• Il processo ad «Annozero» sarebbe meno disgustoso se a istruirlo non fossero i giornali di governo. E, soprattutto, se il banco degli imputati «faziosi» fosse allargato di molto, comprendendo la schiera innumerevole dei reggimicrofono che hanno taciuto su tutte le questioni strutturali che il terremoto ha imposto. (Michele Serra, Repubblica, 15 aprile 2009, p. 32, Commenti) • Forzisti e leghisti e berlusconiani di ferro hanno capito che rispondono o no va bene lo stesso. Tanto l’opinione i votanti se la formano di più sulle tv, dove i giornalisti che fanno le domande giuste vanno scomparendo (i reggi-microfoni hanno sempre fatto più carriera di altri, ma non erano così dilaganti). (Giorgio Corona, Repubblica, 22 aprile 2010, Milano, p. XI) • «I miei giornalisti non sono dei reggimicrofono, degli infingardi, ma professionisti che raccontano la vita del Paese. Ci sono le sagre, certo, e perché no? Però ci siamo occupati di padre [Pino] Puglisi, di mafia, di camorra, delle morti sul lavoro. E poi certo, facciamo parlare anche i politici del posto» (Vincenzo Morgante intervistato da Giovanna Cavalli, Corriere della sera, 4 gennaio 2014, p. 7, Primo Piano).
- Composto dal v. tr. reggere e dal s. m. microfono.
- Già attestato nella Stampa del 15 febbraio 1994, p. 4, Interno (Mario Tortello).