reduzione
Solo in Cv III XIV 3, con il significato di " atto del ridurre ".
Nel passo vengono commentati i vv. 38-39 della canzone Amor che ne la mente, nei quali, per lodare la Donna gentile-Filosofia, si dice che in lei discende la virtù divina / sì come face in angelo che 'l vede. Presupposto del commento è l'affermazione che subietto materiale della Filosofia è la sapienza, la sua forma è amore; e poiché, continua il trattato, discender la virtude d'una cosa in altra non è altro che ridurre quella in sua similitudine (§ 2), la lode della Donna gentile culmina nell'asserzione che Dio questo amore a sua similitudine reduce, quanto esso è possibile a lui assimigliarsi. E ponsi la qualitade de la reduzione, dicendo: Sì come face in angelo che 'l vede (§ 3). Il sostantivo replica pertanto il verbo dei periodi precedenti, e tutto il luogo può essere così chiosato: " in qual modo Dio renda simile a sé l'amore della sapienza, è chiarito dal verso della canzone ".
Come ricorda la Simonelli (ad l. e Materiali per un'edizione critica del " Convivio " di D, Roma 1970, 228) un gruppo di manoscritti legge creazione, mentre la maggioranza ha recreazione. La lezione creazione fu conservata nelle stampe fino a M. Romani, il quale, servendosi di una nota del Cavazzoni Pederzini " Creazione qui vale il detto atto del ridurre... "), corresse in riduzione la lezione recreazione dei codici; la '21, poi, mutando la i di riduzione in e, perfezionò l'emendamento. La variante recreazione ha come possibile giustificazione il valore di " recreatio " come ‛ gioia ' provata dall'angelo nel ricevere la luce divina che l'assimila a Dio. Più arduo il valore di ‛ rigenerazione ' in quanto potenziamento e conferma della natura angelica di Dio.