reddito di inclusione
loc. s.le m. Provvedimento a sostegno delle categorie più disagiate, finalizzato a evitarne l’emarginazione sociale.
• Marianna Madia ha voluto pensarci un attimo: «Con un bimbo piccolo e incinta, non so...», ha detto a Matteo Renzi. Ma il neo segretario del Pd ha insistito: «Chi meglio di una mamma può pensare a come creare lavoro». Madia, classe 1980, si occupa di problemi del lavoro e sul suo blog ragiona dello stop alla cassa integrazione in deroga, sì al reddito di inclusione. È la responsabile Lavoro della segreteria di Renzi: 7 donne e 5 uomini, che così avranno pari opportunità. (Giovanna Casadio, Repubblica, 10 dicembre 2013, p. 4, Politica) • Perché diventi finalmente operativo uno strumento di contrasto alla povertà come il Reddito di inclusione, [...] sarà necessario emanare i relativi decreti delegati e dar vita ‒ assieme a enti locali e Terzo settore ‒ a quella rete di interventi, al di là degli aiuti monetari, per favorire l’uscita dalla condizione di povertà, come politiche attive per il lavoro, cure sanitarie, sostegni sociali per i più fragili. (Francesco Riccardi, Avvenire, 7 dicembre 2016, p. 1, Prima pagina) • [Roberto] Monducci ha anche fornito gli ultimi dati sulla povertà, a pochi giorni dal varo del provvedimento del Reddito di inclusione. Ebbene le persone che vivono in uno stato di grave deprivazione materiale sono l’11,9%, in termini assoluti 7,2 milioni di cittadini. Le cifre sono sostanzialmente le stesse del 2015, nonostante il leggero miglioramento delle condizioni generali dell’economia. (Dario Di Vico, Corriere della sera, 20 aprile 2017, p. 1, Prima pagina).
- Composto dal s. m. reddito, dalla prep. di e dal s. f. inclusione.
- Già attestato nell’Unità del 10 luglio 1999, p. 6, La Politica (Vinicio Peluffo).
> Rei, Reis, Ria, Sia.