RECIAL
Nome inciso sul manico di uno specchio bronzeo etrusco da Chiusi (secondo altri da Vulci), ora ai Musei di Berlino.
La scena principale rappresenta Minerva e Venere accompagnate da due giovani ignudi, con asta in mano, i cui nomi Marisphalna e Marisphusrnana rimangono oscuri, benché dal Cavedoni siano stati accostati a quelli dei Dioscuri. Basandosi su quest'ultima ipotesi, i due fanciulli che compaiono nel campo, l'uno sollevato da Minerva e tenente una collana da cui pendono tre bullae, l'altro (detto Leinth) aggrappantesi con tutte e due le mani al braccio di Marisphalna, sono stati reputati i figli dei Dioscuri, Anaxis e Mnesileos (o Mnasinoos). Nell'esergo appare il busto di una figura femminile, con collana ed orecchini, che tira posteriormente la sua veste sul corpo nudo, con l'atto di una Venere anadiomène; a questo personaggio potrebbe applicarsi il nome R., che invece la maggioranza tende ad attribuire al fanciullo sorretto da Minerva.
La scena è di difficile interpretazione, dati anche alcuni particolari, come il frontone templare in cui vien collocata, la nebris bacchica portata da Minerva invece dell'egida; se si considera inoltre che i nomi affini Rescial (v.), Reschualc (v.), Recua (v.), vengono sempre applicati a figure femminili sugli specchi etruschi, l'attribuzione del nome R. alla figura dell'esergo acquista maggiore verosimiglianza.
Bibl.: E. Braun, in Bull. Inst., 1842, p. 173; C. Cavedoni, ibid., 1843, p. 40-41; A. Fabretti, C. I. I., Torino 1867, p. LIV, n. 480 (sulle iscrizioni); E. Gerhard, Etr. Sp., III, Berlino 1863, p. 158-9, tav. CLXVI; C. Pauli, in Roscher, IV, 1909-15, c. 72, s. v.