• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

RECIAL

di A. Bisi - Enciclopedia dell' Arte Antica (1965)
  • Condividi

RECIAL

A. Bisi

Nome inciso sul manico di uno specchio bronzeo etrusco da Chiusi (secondo altri da Vulci), ora ai Musei di Berlino.

La scena principale rappresenta Minerva e Venere accompagnate da due giovani ignudi, con asta in mano, i cui nomi Marisphalna e Marisphusrnana rimangono oscuri, benché dal Cavedoni siano stati accostati a quelli dei Dioscuri. Basandosi su quest'ultima ipotesi, i due fanciulli che compaiono nel campo, l'uno sollevato da Minerva e tenente una collana da cui pendono tre bullae, l'altro (detto Leinth) aggrappantesi con tutte e due le mani al braccio di Marisphalna, sono stati reputati i figli dei Dioscuri, Anaxis e Mnesileos (o Mnasinoos). Nell'esergo appare il busto di una figura femminile, con collana ed orecchini, che tira posteriormente la sua veste sul corpo nudo, con l'atto di una Venere anadiomène; a questo personaggio potrebbe applicarsi il nome R., che invece la maggioranza tende ad attribuire al fanciullo sorretto da Minerva.

La scena è di difficile interpretazione, dati anche alcuni particolari, come il frontone templare in cui vien collocata, la nebris bacchica portata da Minerva invece dell'egida; se si considera inoltre che i nomi affini Rescial (v.), Reschualc (v.), Recua (v.), vengono sempre applicati a figure femminili sugli specchi etruschi, l'attribuzione del nome R. alla figura dell'esergo acquista maggiore verosimiglianza.

Bibl.: E. Braun, in Bull. Inst., 1842, p. 173; C. Cavedoni, ibid., 1843, p. 40-41; A. Fabretti, C. I. I., Torino 1867, p. LIV, n. 480 (sulle iscrizioni); E. Gerhard, Etr. Sp., III, Berlino 1863, p. 158-9, tav. CLXVI; C. Pauli, in Roscher, IV, 1909-15, c. 72, s. v.

  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali