NMDA, recettore
Recettore per il neurotrasmettitore glutammato, di fondamentale importanza nei meccanismi di plasticità neuronale e di consolidamento della memoria a lungo termine. Deve il suo nome alla molecola n-metil-D-apartato, agonista del ricettore stesso. Per poter essere attivato e trasmettere il suo segnale dentro la cellula, infatti, il recettore NMDA richiede non uno ma due segnali di natura completamente diversa fra loro: non solo è necessario il contatto con il glutammato ma, contestualmente a questo legame, la membrana nella quale il recettore NMDA è inserito deve essere già depolarizzata, cioè attivata da uno stimolo precedente. Questo duplice sistema di controllo ha la funzione di non permettere la fissazione in memoria di tutti gli eventi, ma soltanto di quelli che il cervello decide di fissare in base alla loro importanza. I cambiamenti nelle sue proprietà potrebbero essere uno dei fattori che determinano la perdita della plasticità delle sinapsi corticali e la conseguente fine del periodo critico dello sviluppo neurobiologico dell’individuo. Il blocco farmacologico dei recettori NMDA riduce infatti la plasticità durante il periodo critico, sia nella corteccia visiva, sia in quella somatosensoriale. NMDA è anche il recettore la cui attivazione permette l’instaurarsi di quei fenomeni di plasticità sinaptica guidati dall’attività elettrica che si verificano nell’ippocampo e che vengono definiti potenziamento a lungo termine (LTP) e depressione a lungo termine (LTD). L’ingresso del calcio attraverso il recettore NMDA mette in moto processi di fosforilazione di proteinchinasi e causa l’induzione di geni precoci. Il risultato è una variazione del rilascio del neurotrasmettitore in seguito a LTP e una variazione della trascrizione a livello del DNA. Quest’ultima, a sua volta, modifica a lungo termine la produzione di determinate proteine, inducendo modificazioni funzionali e strutturali a carico della sinapsi. In conseguenza di ciò, l’efficacia di una connessione viene modificata.