Horn, Rebecca
Scultrice e autrice di film tedesca, nata a Michelstadt (Assia) il 24 marzo 1944. Dopo aver studiato pittura e scultura alla Hochschule für bildenden Künste di Amburgo (1964-70), ha frequentato a Londra la St. Martin's School of Art (1970-71) e soggiornato a lungo negli Stati Uniti. Nel 1986 le è stato assegnato a Kassel il premio A. Bode, in occasione di Documenta 8; è stata la prima donna a ricevere il Carnegie Prize (1989) e a essere designata Trägerin des Kaiserrings di Goslar (1992), prestigioso riconoscimento per le ricerche estetiche. Lavora a New York, Parigi e Berlino, dove dal 1989 insegna all'Accademia.
Formatasi in un ambiente aperto alla sperimentazione e alla ricerca di nuovi linguaggi, nel 1968 ha prodotto le sue prime sculture, nell'ambito della Body Art, applicando su se stessa o su modelli estensioni artificiali, braccia, dita, armature, piumaggi ecc. (Guanti di dita, 1972; Maschera di matite, 1972): metamorfosi di corpi animati in strumenti, protagonisti di performances elaborate anche in video e cortometraggi (Einhorn, 1971; Kakadu-Maske, 1973 ecc.). Ha poi introdotto nelle sue opere il movimento, meccanico o azionato da motori, progettando oggetti-macchina come Überströmer (1970, macchina per far circolare il sangue) o Die chinesische Verlobte (1972, costruzione più complessa che allude a un antico cerimoniale nuziale cinese e coinvolge nel suo funzionamento il visitatore, attraverso stimoli sonori, tattili e visivi). Con sottese tematiche e motivi costanti (alchimia, assurdo, vulnerabilità del corpo, teatralità ecc.) e con un forte impatto emotivo, le sue macchine-sculture sono parte di una complessa catena di interazioni e spesso sono riproposte in sequenze filmiche sempre più narrative, come il Ventaglio-prigione (1978) nel film Der Eintänzer (1978), o la Macchina-pavone (1979-80) nel film La Ferdinanda - Sonate für eine Medici-Villa (1981). Nel 1990 ha realizzato un personale omaggio a Buster Keaton con il film Buster's bedroom. Per la rassegna Skulptur-Projekte di Münster ha creato nel 1987 Concert in reverse, in una torre medievale in rovina (prigione seicentesca e luogo di torture della Gestapo), e nel 1997 Les délices des evêques; a Kassel, per Documenta 9, ha ideato The moon, the child and the river of anarchy (1992), mentre alla Biennale di Venezia del 1997 ha presentato l'installazione Concerto di singhiozzi da un paesaggio spezzato (1996). Vedi tav. f.t.
bibliografia
La Ferdinanda. Sonate für eine Medici-Villa: Rauminstallation und Film, hrsg. K. Schmidt, Staatliche Kunsthalle, Baden-Baden 1981.
Rebecca Horn. Diving through Buster's bedroom, ed. E.A.T. Smith, Los Angeles 1990.
B. Curinger, Rebecca Horn: Buster's bedroom. A film-book, Zürich-Frankfurt-New York 1991.
J. Dornberg, Rebecca Horn. The alchemist's tales, in Artnews, 1991, 10, pp. 94-99.
Rebecca Horn, ed. G. Celant, S. Morgan, Solomon R. Guggenheim Museum, New York 1993.
The glance of infinity, hrsg. C. Haenlein, Kestner Gesellschaft, Hannover 1997.
D. Soutif, La parade et le carnaval. Vie et mort des machines selon Rebecca Horn et Jean Tinguely, in Les cahiers du Musée national d'art moderne, été 1997, pp. 97-111.