REAZIONE
. Politica. - Se in un significato latissimo reazione non significa che tendenza in senso opposto, tendenza sorta come contrasto a un eccesso, comunque questo poi si ponga, più specificamente è usata come sinonimo di controrivoluzione o comunque di attività contraria alla rivoluzione. In questo senso si parla di uomini della reazione, di azione reazionaria, di pensiero reazionario, con riferimento agli uomini che la prassi rivoluzionaria contrastano, all'azione antirivoluzionaria, al pensiero che si proclama ristabilitore di quei valori che la rivoluzione sovverte o distrugge. Più limitatamente ancora come "reazione" si intende talora quel periodo storico che dopo la caduta di Napoleone tentò di ordinare la vita europea, riportandola a principî politici anteriori alla rivoluzione francese: legittimità e diritto divino dei re. In questo senso la Santa Alleanza può dirsi per eccellenza reazione, la filosofia del legittimismo, che conta nomi cospicui, filosofia della reazione. Restaurazione, a tal proposito, è talvolta il termine usato per reazione, e viceversa.
Comunque, il fenomeno è da intendersi, nella sua universalità, generato da fattori impliciti a ogni prassi politica. Sia che lo stato s'intenda come un complesso economico di relazioni o come sintesi etica, è evidente che esso è in funzione di attività umana, equilibrio instabile di rapporti pratici che in esso si contrastano per comporsi e si compongono per quindi dissolversi in nuovi contrasti. Dialettica di azioni che è poi la stessa vita concreta politica, la vita dello stato.
In senso solo astratto si può parlare di equilibrio politico o dello stato, solo in quanto questo si ipostatizzi ai fini concettuali o scientifici. Con ciò, peraltro, non è detto che cosa sia la reazione, perché dire che la vita dello stato è vita delle azioni politiche, anzi la stessa azione politica, è dire tutto e dire niente. Al concetto di reazione è implicita una nota, che fa entrare un apprezzamento specifico nella valutazione di quell'azione che si è detta politica.
Se lo stato congloba l'universa attività dei soggetti in quanto rilevante ai fini politici, non può non implicare un consenso che sia altresì adesione morale. È questo certo un valore in cui si pone l'eticità dello stato, anche per chi esso poi risolve in economiche relazioni. La rottura di quel vincolo, che è nell'essenza stessa dello stato dialetticamente inteso, genera la rivoluzione da una parte, la reazione dall'altra: ove la definizione dei termini della dualità è compito della scienza che alla rivoluzione voglia attribuire certi caratteri e alla reazione altri, quasi in contraddittorio ai primi. Rimanendo nel piano assoluto da cui abbiamo preso le mosse, diremo che quella dualità vive nell'unità, nell'azione politica che è vita dello stato, si compone nello stato, poiché in questo nasce. Se la rivoluzione è volontà di stato, in quanto si voglia ristabilire un nuovo consenso, una nuova morale adesione, quando lo stato quello abbia perduto o vada perdendo, la reazione è fatta anch'essa in nome dello stato, quando una rivoluzione dominante, dimenticando lo stato come valore di cui dovrebbe essere portatrice, non fondi il consenso, non incontri adesione negli spiriti. Rivoluzione e reazione sono per lo stato, agiscono in suo nome, attingono o vogliono attingere in esso una somma dignità etica che ne giustifichi la contingente prassi. Da questo punto di vista si dialettizzano nello stato. L'una è portatrice di libertà, l'altra consacra l'autorità; la prima afferma un diritto che ancora non è, che astringe solo moralmente, la seconda un diritto che fu e che pure ha astretto e vuole astringere. Ciascuna ha un motivo di verità. Il loro contrasto è la vita dello stato, che ha sempre in sé rivoluzione e reazione come libertà e autorità, diritto ideale e diritto positivo da riaffermare. La loro composizione è la storia dello stato, se questo vive e vuole vivere. La sua realtà si svolge e si configura nel contrasto, i cui termini, fuori di esso astratti, abbiamo detto rivoluzione e reazione, e che in concreto sono visioni particolari della prassi di quell'ente assoluto che è lo stesso stato.
Bibl.: M. Block, Réaction, in Dictionnaire général de la politique, 2ª ed., Parigi 1884; B. Croce, Vecchie e nuove questioni intorno alla idea dello stato, in Atti della R. Acc. di sc. mor. e pol., LVI (1934), pp. 143-151; A. Meusel, Revolution and Counterrevolution, in Encyclopaedia of the social sciences, XIII, 1924, pp. 367-374. Per un ulteriore sviluppo, v. la bibl. alle voci restaurazione; rivoluzione; storicismo.