realtà virtuale
Mondi creati dal computer
La realtà virtuale indica un insieme di tecnologie informatiche in grado di dare l’illusione, a chi le utilizza, di trovarsi immerso in un ambiente che in realtà non esiste. Queste tecnologie comprendono sia dispositivi con cui si può intervenire sull’ambiente virtuale sia potenti software in grado di riprodurne tutti i dettagli facendo appello non solo alla vista e all’udito, ma anche al tatto
Come spesso capita, in particolare nella storia dell’informatica, i primi passi delle tecnologie che vanno sotto il nome di realtà virtuale sono stati mossi nell’ambito militare. Nel corso degli anni Sessanta il governo americano commissionò molte ricerche per realizzare nuovi sistemi radar che fossero in grado di elaborare grandi quantità di informazioni e presentarle rapidamente in una forma rapidamente comprensibili per l’osservatore, per esempio il pilota di un aereo.
Nacquero così i primi sistemi di simulazione ‘in tempo reale’ di un ambiente fisico, da cui poi derivarono quelli che possono essere considerati i primi veri esempi di realtà virtuale: i simulatori di volo, strumenti utilizzati fin dagli anni Settanta per addestrare i piloti di aeroplano, sia militari sia civili. I simulatori di volo rappresentano in modo realistico, su uno schermo o su un visore indossato dal pilota, l’ambiente che si vedrebbe da una cabina di pilotaggio, e ‘reagiscono’ in tempo reale alle manovre che il pilota compie.
Nel corso degli anni Ottanta, le tecnologie informatiche sono entrate prepotentemente nell’industria dell’intrattenimento. La grafica computerizzata ha permesso di ricreare ambientazioni e scenografie cinematografiche sullo schermo e i videogiochi hanno offerto rappresentazioni sempre più realistiche degli ambienti di gioco, anche di quelli più fantasiosi.
Tutte queste tendenze si sono incontrate tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta quando lo sviluppo dei computer ha messo a disposizione grandi potenze di calcolo a basso costo: è stato così possibile realizzare sistemi interamente dedicati alla simulazione di un ambiente in cui si ha l’impressione di muoversi liberamente.
Il tipico sistema di realtà virtuale comprendeva un visore da indossare come un paio di occhiali, su cui veniva rappresentata la scena, in forma tridimensionale, e un paio di guanti, detti dataglove, per elaborare i movimenti delle mani dell’utente traducendoli in istruzioni per il software e in qualche caso, fornendo anche stimoli tattili. Addirittura a volte si usava una ‘ruota’ capace di muoversi in tutte le direzioni a cui l’utente veniva imbragato, in modo che anche il suo senso dell’equilibrio potesse essere sollecitato, per esempio dandogli l’illusione di precipitare dall’alto. Sistemi di questo tipo venivano usati all’interno di sale giochi per dare ai giocatori l’illusione di attraversare ambienti fantastici, affrontando mostri o avversari armati di spade, usando non più solo il joystick ma una (quasi) vera spada. In realtà, però, questi sistemi sono rimasti poco più che curiosità per cui il pubblico ha presto perso interesse, perché l’esperienza che offrivano era troppo stilizzata, tanto da essere paradossalmente meno soddisfacente di quella dei normali videogiochi su schermo.
La realtà virtuale ha stimolato negli anni Novanta la fantasia di molti registi e scrittori che vi hanno visto un modo per espandere le possibilità percettive dell’essere umano in modo da vivere esperienze completamente nuove. Qualcuno ne ha segnalato anche i rischi, immaginando un futuro in cui l’uomo avrebbe vissuto sempre meno nel mondo reale, e sempre in quello virtuale.
La realtà virtuale si è rivelata presto uno strumento molto utile per alcuni ambiti specifici. Oggi è usata soprattutto per l’addestramento di particolari lavoratori, a cominciare dai piloti di aereo, ma interessa anche macchinisti dei treni, militari di corpi speciali, e in generale quelle categorie per le quali è difficile sperimentare direttamente situazioni potenzialmente pericolose. Le tecnologie più fantasiose come le ruote e i dataglove hanno lasciato il posto essenzialmente a tecnologie visive (schermi ad alta definizione, al massimo montati su appositi occhiali). Queste tecnologie hanno importanti applicazioni anche nella medicina, dove aiutano i chirurghi a eseguire operazioni quando non è possibile vedere le parti interne dell’organo su cui stanno intervenendo. La realtà virtuale è inoltre usata nella promozione dei beni culturali per ricreare ambienti ormai distrutti – come l’interno di un tempio – e dare al visitatore un’idea realistica del suo aspetto originario oppure per permettere visite a un museo.