ARCHELAO, re di Macedonia
Figlio bastardo del re Perdicca II di Macedonia, successore di Alessandro Filelleno, si liberò del fratello di Perdicca, Alceta (v.), e del figlio di lui Alessandro: quindi si sbarazzò con un delitto del figlio di Perdicca, di cui era tutore, e sposò Cleopatra, vedova di Perdicca, salendo sul trono di Macedonia, che resse per quattordici anni (413-399 a. C.). Durante il periodo della guerra peloponnesiaca, dopo la spedizione di Sicilia, fu alleato di Atene, e, sotto il dominio dei Quattrocento, soccorse la flotta ateniese con l'invio di rematori e di legnami. Nel 410 espugnò Pidna, soccorso da Teramene. Qualche tempo dopo tentò di estendere la sua egemonia in Tessaglia, ma non vi riuscì. Guerreggiò anche contro Arrebeo, re dei Lincesti, e Sira, re degli Elimioti, principi vassalli della Macedonia, e finalmente nel 399 fu ucciso in una partita di caccia dal suo amasio Crateva (o Crateo), cui poi era associato un altro antico amasio d'Archelao, Ellanocrate di Larissa.
Il regno d'Archelao va segnalato per l'attività di lui intesa a migliorare le condizioni della Macedonia: fortificò le città, favorì le comunicazioni interne per mezzo di strade, riformò il sistema monetario. Anche l'esercito fu per lui oggetto di assidue cure, quantunque a torto gli sia stata attribuita la creazione della fanteria dei pezeteri (v. alessandro), alterando il testo di un frammento d'Anassimene conservato da Arpocrazione. Per favorire lo sviluppo della cultura in Macedonia, cercò di attirare alla sua corte gli uomini più insigni della Grecia: fra essi va rammentato soprattutto Euripide, il quale compose una tragedia intitolata Archelao, (v. argeadi), nella quale narrava le origini del regno di Macedonia diversamente da Erodoto.
Fonti: Platone, Gorgia, p. 471; Eliano, Varia historia, VII, 43; Diodoro, XIII, 49; Aristotele, Politica, 1311 e 1313.
Bibl.: V. Costanzi, Saggio di storia tessalica, Pisa 1908, p. 51 segg.; id., Studî di storia macedonica, Pisa 1915, p. 58 segg.; E. Meyer, Theopomps Hellenika, Halle 1909, pp. 257-272; id., Geschichte des Altertums, V, Stoccarda 1902, pp. 55-58; 322; J. Beloch, Griechische Geschichte, 2ª ed., I, Strasburgo 1912, pp. 23-25; E. Drerup, [Ηρώδου] περί πολιτείας, Paderborn 1908, p. 86 segg. Per la bibliografia anteriore al 1896, v. Kaerst, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., II, coll. 446-448.