RODOALDO, re dei Longobardi
RODOALDO, re dei Longobardi. – Figlio di Rotari, duca di Brescia e re dei Longobardi (636-652), e della regina Gundeperga (601 circa - post 652), nacque in data imprecisata poco dopo il 636. Ebbe probabilmente come sorella Rodelinda, moglie di re Pertarito (661-688) e madre di re Cuniperto (680-700).
Rodoaldo successe al padre, ma il suo regno fu brevissimo: morì assassinato dopo non molto tempo per mano di un uomo di cui avrebbe stuprato la moglie. Di lui rimangono poche e discordanti notizie.
Il suo nome non compare nella successione dei re longobardi nell’Origo gentis Langobardorum; nell’Historia Langobardorum codicis Gothani gli sono attribuiti sei mesi di regno. Paolo Diacono nella Historia Langobardorum gli assegna la guida del regno per cinque anni e sette giorni, ma il dato è ritenuto errato (così come quello del suo matrimonio con Gundeperga, che fu invece sua madre) e, sulla base delle diverse redazioni dell’Historia, la storiografia ha fissato la durata del regno di Rodoaldo in cinque mesi e sette giorni.
Data la giovane età, si presume che Rodoaldo abbia regnato sotto l’influsso della madre, figura di primo piano in quei decenni. Figlia di re Agilulfo (590-616) e di Teodolinda, Gundeperga fu sorella di re Adaloaldo (616-626), nonché consorte e vedova di re Arioaldo (626-636). Secondo lo pseudo-Fredegario, inoltre, Gundeperga godette dell’appoggio dei Franchi: richiamandosi a una supposta parentela, per due volte i re merovingi sarebbero intervenuti in sua difesa, perché indegnamente trattata dai mariti Arioaldo e Rotari. Secondo lo stesso cronista, col sostegno giurato dei dignitari longobardi alla morte di Arioaldo Gundeperga poté scegliere il nuovo marito nella persona del duca di Brescia Rotari, che impose la propria autorità ed eliminò gli oppositori. Gundeperga diede dunque continuità dinastica al proprio gruppo cognatizio; garantì l’accesso alla dignità regia a Arioaldo e a Rotari, assicurò il trono al giovane figlio Rodoaldo.
Non è chiaro se la sua morte debba essere riferita a un’offesa del re nei confronti di un suddito o, piuttosto, a una congiura di palazzo da ricondurre alle lotte interne alla famiglia bavarese degli Agilolfingi. A Rodoaldo successe infatti Ariperto, cugino di Gundeperga, già presente alla corte di Rotari e membro di una delle famiglie più illustri del Regno (era figlio del bavaro Gundoaldo, fratello di Teodolinda, poi duca di Asti). La continuità dinastica di questo gruppo familiare si sarebbe ulteriormente saldata tramite il matrimonio di Rodelinda, sorella di Rodoaldo, con il figlio di re Ariperto, Pertarito.
Nessun documento è sicuramente riconducibile a Rodoaldo. Gli è attribuito un solo diploma, di conferma a favore di S. Colombano di Bobbio e del suo abate Bobuleno, che sarebbe stato rilasciato a Pavia il 4 novembre 652, ma che molto probabilmente fu confezionato sotto l’abate di Bobbio Teudilascio all’inizio del X secolo.
Morì probabilmente nel 652, o nel 653.
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