Scrittore francese (Saint-Maur-des-Fossés 1903 - Parigi 1923). Artista precocissimo, è ricordato per due romanzi dallo stile misurato e dalla classica armonia: Le diable au corps è un libro fermo, conciso, lucido, privo d'aura romantica, in cui l'intuizione figurativa rimane straordinariamente unitaria; Le Bal du Comte d'Orgel, scritto nell'ultimo anno di vita, benché abbia maggiore accortezza di coesione esterna è poeticamente frammentario e riesce, al confronto, sbiadito e povero di ragioni intime.
Figlio d'un disegnatore umoristico, studiò a Parigi. La straordinaria precocità del genio di questo scrittore, che morendo a 20 anni lasciava un'opera in sé compiuta, dal timbro e dall'armonia classica, è testimoniata dai due romanzi: Le diable au corps (1923; trad. it. 1946) e Le bal du comte d'Orgel (post., 1924; trad. it. 1945). Scritto fra i 16 e 18 anni, Le diable au corps racconta la storia parzialmente autobiografica dell'amore fra un adolescente e una giovane donna il cui marito è lontano sul fronte, durante la prima guerra mondiale. Assai casta nella rappresentazione della vicenda, l'opera è tuttavia densa di un morboso erotismo, che si rivela nel manifestarsi della passione nella giovane donna ma più ancora appare nel diabolico controllo intellettuale con cui il fermento dei sensi è presentato dal narratore-protagonista, nel quale s'identifica sostanzialmente l'autore. Questa lucidità assoluta si esprime in uno stile misuratissimo, fatto di brevi frasi talora sentenziose (al modo dei grandi moralisti classici, J. de La Bruyère e F. La Rochefoucauld). Ridotto in film da Claude Autant-Lara nel 1947, Le diable au corps è anche un documento dell'inquieta solitudine dei giovani davanti alla tragedia della guerra. Con maggiore morbidezza di toni e un abbandono emotivo all'analisi psicologica, il secondo romanzo, Le bal du comte d'Orgel, scritto fra i 18 e i 20 anni (apparso nel giugno e luglio 1924 sulla Nouvelle Revue Française), narra ancora l'insorgere dell'amore fra un giovane e una donna sposata, arrestandosi tuttavia alle soglie dell'adulterio. Per l'impianto della narrazione, Le bal du comte d'Orgel è stato ripetutamente accostato a La princesse de Clèves di Madame de La Fayette. Fedele agli insegnamenti di J. Cocteau, che gli fu amico e guida spirituale, R. elevò a suoi maestri i grandi classici, da P. de Ronsard a F. de Malherbe a J. de La Fontaine, le cui qualità stilistiche si rinvengono anche nelle liriche da lui scritte fra il 1919 e il 1921 e raccolte sotto il titolo di Les joues en feu (post., 1925). Fra i pochi altri testi, si ricordano il lavoro teatrale Les pélicans (1921), la novella Denise (post., 1926) e i Deux carnets inédits (post., 1925).