Chandler, Raymond (propr. Raymond Thornton)
Scrittore e sceneggiatore statunitense, nato a Chicago il 23 luglio 1888 e morto a La Jolla (California) il 26 marzo 1959. Per le sue creazioni letterarie divenne uno degli autori più importanti del genere poliziesco, e il protagonista dei suoi romanzi, il detective Philip Marlowe, si impose negli anni Trenta tra i miti dell'immaginario hard boiled. C. contribuì all'affermazione del noir nel cinema non solo grazie alle numerose trasposizioni cinematografiche delle sue opere, ma anche in virtù della partecipazione alla stesura di alcune sceneggiature. Con la sua tecnica raffinata riuscì a ritrarre, con profondità di analisi e cura dei dettagli, il mondo corrotto delle metropoli statunitensi, dai bassifondi ai quartieri alti, utilizzando un linguaggio crudo e realistico adatto a creare atmosfere cupe, torbide e angoscianti, in cui si muovono personaggi inquieti e ambigui. La sua breve e tormentata carriera di sceneggiatore cinematografico gli valse due nominations all'Oscar, una nel 1945 per Double indemnity (1944; La fiamma del peccato) di Billy Wilder e l'altra nel 1947 per The blue dahlia (1946; La dalia azzurra) di George Marshall.
A otto anni, dopo il divorzio dei suoi genitori, si trasferì in Europa con la madre, di origini irlandesi (prendendo la cittadinanza britannica nel 1907 per poi riacquisire quella statunitense nel 1956). Dopo i primi studi, iniziò a lavorare a Londra come reporter e a pubblicare poesie e saggi su giornali e riviste. Al ritorno negli Stati Uniti, dove dal 1919 si stabilì in California, conobbe la fortuna letteraria, iniziata con l'accettazione dei suoi racconti da parte della rivista pulp "Black mask" e, poco dopo, con la pubblicazione dei suoi primi romanzi polizieschi, da The big sleep (1939) a Farewell, my lovely (1940), seguiti poi da The high window (1942) e The lady in the lake (1943), i cui diritti cinematografici furono ben presto venduti a Hollywood, anche se non sempre l'amaro senso morale della visione di C. fu restituito nei film tratti dalle sue opere. Nel 1943 firmò un contratto come sceneggiatore con la Paramount per il film Double indemnity, adattamento del romanzo di J. Cain. I rapporti con Wilder non furono idilliaci, tuttavia il film va considerato un classico del noir americano degli anni Quaranta, uno dei primi a fissare le caratteristiche essenziali del genere attraverso la vicenda di un assicuratore che, spinto dalla passione per una donna affascinante e ambigua, commette un gesto criminoso. Negli anni seguenti, mentre venivano trasposti sullo schermo i suoi romanzi di successo, C. continuò l'attività di sceneggiatore dedicandosi all'adattamento di testi letterari altrui per film che ottennero però scarso riscontro sia presso la critica sia presso il pubblico come And now tomorrow (1944; Il grande silenzio) di Irving Pichel e il thriller The unseen (1945; Il fantasma) di Lewis Allen. Solo The blue dahlia, basato su una sua sceneggiatura originale, scritta in breve tempo e caratterizzata da dialoghi brillanti, conobbe un discreto successo. Di gran lunga maggiore fu quello ottenuto grazie ai film tratti dai suoi romanzi incentrati sul detective privato Philip Marlowe, antieroe disinteressato al denaro ma attratto da donne fatali che inevitabilmente lo coinvolgono in avventure pericolose. A parte l'elegante interpretazione di Dick Powell in Murder, my sweet (1945; L'ombra del passato) di Edward Dmytryk, fu soprattutto Humphrey Bogart che rese il personaggio un mito intramontabile nel film The big sleep (1946; Il grande sonno), diretto da Howard Hawks e sceneggiato, oltre che da Leigh Brackett, da un altro scrittore di Hollywood, William Faulkner. Hawks armonizzò quasi d'istinto, in un testo irto di ellissi e di dettagli privi di spiegazione, alcune costanti chandleriane, per es. la sua misoginia, evidenziata dai brillanti e pungenti duetti di Humphrey Bogart con le due interpreti femminili, Lauren Bacall e Dorothy Malone. Nel 1947 le indagini di Marlowe (questa volta interpretato da George Montgomery) continuarono con il film The brasher doubloon (1947; La moneta insanguinata) di John Brahm, basato sul racconto di C. The high window, e nello stesso anno un altro romanzo, The lady in the lake, fu trasposto al cinema nel film dal titolo omonimo (Una donna nel lago) diretto da Robert Montgomery (con un'ardita soluzione di ripresa tutta in soggettiva dalla parte di Marlowe), al quale C. collaborò per la prima stesura della sceneggiatura per poi ritirare la firma. L'ultimo contributo dello scrittore al cinema fu l'adattamento del romanzo di P. Highsmith per il film omonimo Strangers on a train (1951; L'altro uomo o Delitto per delitto) di Alfred Hitchcock. Ma anche con Hitchcock ci furono attriti e la delusione per il risultato finale spinse C. a uscire definitivamente dal mondo del cinema, vivendo gli ultimi anni della sua vita segnato dalle insoddisfazioni personali e dalla dipendenza dall'alcool. A distanza di anni il personaggio del detective Marlowe tornò sullo schermo grazie alle trasposizioni cinematografiche di altri romanzi e racconti di C.: Marlowe (1969; L'investigatore Marlowe) di Paul Bogart, basato sul racconto The little sister del 1949, con la vivace interpretazione di James Garner; The long goodbye (1973; Il lungo addio), tratto dal romanzo omonimo del 1953 e diretto da Robert Altman su sceneggiatura ancora della Brackett, affettuoso omaggio funebre al noir americano interpretato da Elliot Gould, che elaborò una versione crepuscolare e convincente del detective. In seguito fu Robert Mitchum, invecchiato e decadente, gigante amaro e disincantato, a rievocare le memorie di tutto un genere in Farewell, my lovely (1975; Marlowe, il poliziotto privato) di Dick Richards, e poi in The big sleep (1978; Marlowe indaga) di Michael Winner, remake del film del 1946. Nel 1998, ancora un racconto incompiuto di C., Poodle Springs story, è stato sceneggiato da Tom Stoppard per il film Poodle Springs (Marlowe ‒ Omicidio a Poodle Springs) diretto da Bob Rafelson, prodotto per la televisione via cavo e interpretato da James Caan.
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