RATANIA (latino scient. Kramaeria triandra Ruiz et Pav.)
Pianta della famiglia Leguminose Cesalpinioidee, che vive nella regione andina della Bolivia e del Perù: è un umile arbusto (15-30 cm.) con rami decombenti a foglie quasi sessili, oblungo- od ovalilanceolate, attenuate alla base, rigide, spesse, ricoperte da un fitto tomento biancastro. I fiori sembrano costituire un grappolo terminale; sono asimmetrici, monoclini, con riduzione nel perianzio e negli stami; il frutto è secco, sferoidale, monospermo, ricoperto di aculei rigidi e uncinati.
La droga è costituita dalla radice legnosa grossa, dura, di color rossobruno, di sapore astringente per il glucoside (acido ratano-tannico) che contiene.
La K. tomentosa St. Hil. delle Indie Occidentali, Messico, Nuova Granata, fornisce la radice di ratania di Granata o savanilla, mentre la K. argentea Mart. del Brasile dà la ratania del Parà.
Farmacologia. - La ratania appartiene al gruppo delle droghe tanniche, infatti contiene il 20% di acido tannico oltre una sostanza cristallizzabile, la ratanina (C10H13NO2), solubile in alcool e in acqua. Questa droga, usata da tempo immemorabile a Huánuco e Lima come rimedio per l'igiene della bocca e dei denti, è stata importata in Europa nei primi anni del sec. XIX. Ottimo astringente, tollerato dallo stomaco, si prescrive internamente contro le diarree e le emorragie gastro-intestinali, esternamente contro le emorroidi, le ragadi e fistole anali. È però andata in disuso e oggi è solo adoperata per la preparazione di dentifrici, gargarismi, ecc. Come astringente la polvere si prescrive alla dose di gr. 0,50-1,50 pro dose più volte al giorno. Il decotto si prepara con gr. 5-15 su gr. 100 di acqua; l'estratto si dà alla dose di gr. 0,10 pro dose più volte al giorno e della tintura si somministrano 20-40 gocce.