RASTRELLI
. Bartolomeo Carlo Rastrelli, scultore, fiorentino di origine, nato circa il 1675, morto a Pietroburgo nel 1744, soggiornò lungamente in Francia. Nell'anno 1703 eseguì a SaintMerri, a Parigi, il monumento funebre del marchese di Pomponne, poi distrutto. Nel 1715 firmò un contratto con l'incaricato di Pietro il Grande per recarsi in Russia. Alla corte russa si prodigò in tutti i modi, lavorando in marmo, in bronzo, in cera colorata; si distinse anche per lavori di arte decorativa e di scenografia. I ritratti che egli eseguì di Pietro il Grande costituiscono una vera serie iconografica del suo protettore. Sono degni di nota una maschera in gesso dal vivo modello, per il busto in cera colorata, che eseguì nel 1719; un busto in bronzo di Pietro il Grande; un busto pure in bronzo del principe Menšikov. Sue opere famose sono la statua di Pietro il Grande a cavallo (Leningrado), della zarina Anna Ivanovna (1741); bronzi di potente espressione, adeguata alla maestà dei due soggetti, e con effetti finissimi di cesellatura e di oreficeria.
Suo figlio Bartolomeo Francesco, nato a Parigi circa il 1700, morto a Pietroburgo nel 1771, lo seguì in Russia all'età di quindici anni. Ancora giovane prese parte a molti lavori e imprese paterne. Si assentò due volte dalla Russia per completare la propria educazione artistica, trattenendosi parecchio tempo in Francia e in Italia. Architetto insigne, gli furono affidate le più importanti costruzioni in tutta la Russia, durante il regno di Elisabetta.
Profondo conoscitore dello stile nazionale russo seppe plasmarlo con il barocco occidentale, creando un suo stile speciale che fu appunto detto "barocco Rastrelli". Sono suoi capolavori: il palazzo d'inverno, quello di Carskoe Selo, i palazzi Razumovskij, Stroganov e Voroncov, il convento Smolnyj di Pietroburgo, la cattedrale S. Andrea a Kiev. Il palazzo d'inverno porta evidenti ricordi del soggiorno romano dell'architetto. Il maestoso edificio è composto di un corpo e di due ali laterali sporgenti; è adorno di colonne con capitelli ionici e dorici. La balaustra dell'attico sfoggia una teoria di statue in pose animate, gesticolanti. La sua antica tinteggiatura in blu-turchese ed in verde-smeraldo presentava dei ben riusciti effetti coloristici. L'interno del palazzo subì dei rimaneggiamenti nell'anno 1838 per opera dello Stasov. La rivoluzione dell'anno 1917 danneggiò tutto l'edificio. Tuttora resta intatto il magnifico scalone dei Giganti. Il palazzo di Carskoe Selo, riedificato nel 1752, fu la residenza preferita di Elisabetta; è tuttora ben conservato, non deturpato da restauri. Due cupole tipicamente russe sormontano le due ali del palazzo. Nell'interno il R. profuse la sua inesauribile fantasia in maestose e complicate decorazioni. Bellissimo è lo scalone di gala, imponente la sfilata dei saloni, la sala del trono, quella degli specchi. Nel giardino il R. costruì varî padiglioni secondarî tra i quali la Grotta sul lago e l'Ermitage spiccano per raffinata grazia ed eleganza architettonica.
Moltissimi sono i palazzi privati costruiti dal R.; famosi quelli già dei Rasoumovskij, dei Voroncov (1744) e degli Stroganov (1750-54), particolarmente per le facciate adorne di ricchissime colonne e pilastri.
L'architettura religiosa russa subì pure l'influsso dello stile rastrelliano rinnovandosi nelle sue tendenze principali. Il R. si ispirò alle cattedrali cattoliche occidentali cercando nello stesso tempo di rispettare, anzi di ripristinare, nella costruzione delle nuove chiese, gli elementi caratteristici dell'architettura nazionale russa, le cinque cupole e le altre particolarità architettoniche e decorative. Un vero capolavoro è il convento Smolnyj (v. leningrado, XX, tav. CXXVIII), maestoso edificio che rievoca i vetusti conventi moscoviti, irto di cupole e di torrioni. Mirabile è pure la chiesa di S. Andrea a Kiev, fondata nel 1744 e consacrata nell'anno 1767; sormontata dalla cupola a quattro lanternoni è dipinta in colori delicati bianco e verdino; lussuosamente decorata nell'interno, questa chiesa è un saggio del barocco trapiantato sul suolo russo.
Il R. fece epoca nello sviluppo artistico di tutta la Russia: alla sua scuola si formarono molti architetti russi, che seppero continuarne l'opera, diffondendo nella Russia l'arte e la cultura occidentale. Egli si valse anche di numerosi artisti italiani, tra i quali il Valeriani.
Bibl.: Opere generali: I. Grabar, Storia dell'arte russa (in russo), Mosca 1910 segg.; L. Réau, L'art russe, II, Parigi 1922; O. Wulff, Die neurussische Kunst, Augusta 1933; Z. Batowski, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVIII, Lipsia 1934 (con ampia bibl.). Inoltre per Bartolomeo Carlo R.: Fortia de Piles, Voyage de deux français au Nord d'Europe, III, Parigi 1796; K. Waliszewski, Pierre le Grand, 3ª ed., Parigi 1897; L. Réau, S. Pétersbourg (Les villes d'art célèbres), Parigi 1913; C. Cochin, La chapelle funeraire des Arnauld à Saint-Merri de Paris, Parigi 1912; E. Lo Gatto, Gli artisti italiani in Russia, I: Gli architetti a Mosca e nella provincia, Roma 1934, pp. 103-110. Per Bartolomeo Francesco R.: Clarke, Voyage en Russie, Parigi 1812; A. Benois, Carskoe Selo sotto il regno di Elisabetta (in russo), Pietroburgo 1910.