RAS SHAMRA (App. I, p. 960; II, ii, p. 667)
Gli scavi in questa importantissima località della Siria (corrispondente all'antica città fenicia di Ugarit), che la guerra aveva interrotto, sono stati ripresi nel 1948 e continuano tuttora, sempre sotto la direzione di C. F. A. Schaeffer. Negli ultimi anni il lavoro di ricerca si è concentrato in alcuni saggi negli strati più profondi, dove è apparsa una civiltà di tipo neolitico, anteriore alla ceramica, databile al 6° millennio a. C. e affine a quella della più antica Gerico, e in un grande edificio, il palazzo reale. Quest'ultimo è di grande interesse, sia dal punto di vista architettonico, per la sua pianta assai complessa e affine a quella dei grandi palazzi di Beycesultan, di Creta, di Mari e di Alalakh, sia dal punto di vista letterario e storico, dato che in esso sono stati trovati numerosissimi testi, per lo più in lingua ugaritica e babilonese, divisi in varî archivî. Di tali testi sono stati finora pubblicati tre volumi, uno per quelli ugaritici, due per quelli babilonesi e hurriti. Si tratta di testi diplomatici ed economici, lettere, ecc., che hanno permesso un notevole approfondimento delle vicende storiche della città nella seconda metà del 2° millennio a. C. Ispirandosi a una politica di equilibrio tra l'Egitto e l'impero hittita, Ugarit riuscì a mantenersi sostanzialmente autonoma, anche se il suo sovrano Niqmadu II fu costretto a riconoscere, almeno nominalmente, la sovranità hittita.
Se, per quanto riguarda la letteratura della città, la non ancora avvenuta pubblicazione di nuovi testi letterarî non ha permesso un sostanziale mutamento nei concetti precedentemente acquisiti, gli ultimi anni hanno per converso visto una notevole chiarificazione del problema linguistico. È stato riconosciuto il carattere arcaizzante della lingua letteraria al confronto di quella rivelata dai nuovi testi in prosa; mentre l'annoso problema della classificazione dell'ugaritico, mostratosi irresolubile a causa degli errati termini in cui era stato finora impostato, è stato superato con una nuova concezione dei rapporti intercorrenti fra tutte le lingue semitiche attestate in Siria e in Palestina nel II e nel I millennio a. C. In questo quadro generale, l'ugaritico si pone in una posizione fondamentalmente autonoma nei riguardi delle lingue attestate più tardi (fenicio, ebraico ed aramaico), mentre presenta notevoli affinità con lingue ad esso contemporanee note finora soltanto indirettamente, quali il gruppo amorreo e quello delle glosse delle lettere di Tell el-‛Amārna.
Bibl.: I rapporti preliminari degli scavi appaiono sulla rivista Syria; dal 1951 i risultati vengono pubblicati sulla rivista les Annales Archéologiques de Syrie, pubblicata a Damasco. Nuovi testi: J. Nougayrol, Le palais royal d'Ugarit, III-IV, Parigi 1955-56 (testi babilonesi e hurriti); C. Virolleaud, Le palais royal d'Ugarit, II, Parigi 1957 (testi ugaritici). Studî storico-artistici: C. F. A. Schaeffer, Ugaritica, II-III, Parigi 1949-56. Letteratura: C. H. Gordon, Ugaritic literature, Roma 1949; U. Cassuto, La dea Anat (in ebraico), Gerusalemme 1951; J. Gray, The Krt text in the literature of Ras Shamra, Leida 1955; G. R. Driver, Canaanite myths and legends, Edinburgo 1956; J. Gray, The legacy of Canaan, Leida 1957; J. Aistleitner, Die mythologischen und kultischen Texte aus Ras Schamra, Budapest 1959. Lingua: C. H. Gordon, Ugaritic Manual, Roma 1955; P. Fronzaroli, La fonetica ugaritica, ivi 1955; S. Moscati, Il semitico di nord-ovest, in Studi orientalistici in onore di G. Levi Della Vida, II, ivi 1956, pp. 201-221; J. Aistleitner, Studien zur Frage der Sprachverwandschaft des Ugaritischen, in Acta orientalia Academiae Scientiarum Hungaricae, VII (1957), pp. 251-307; VIII (1958), pp. 51-88; G. Garbini, Il semitico di nord-ovest, Napoli 1960, passim. Studî particolari: O. Eissfeldt, Sanchunjaton von berut und Ilumilku von Ugarit, Halle (Saale) 1952; A. S. Kapelrud, Ras Sjamra funnene og det Gamle Testament, Oslo 1953; A. van Selms, Marriage and family life in Ugaritic literature, Londra 1954.