RAS IBN HĀNĪ
Promontorio lungo e non elevato, c.a 5 km a SO di Ras Šamra (v.), l'antica Ugarit, a Ν di Lādhiqīya, sulla costa siriana. Già segnalato da R. Dussaud, che proponeva di identificarlo con una Diospolis menzionata da Plinio, è oggetto dal 1976 di scavi regolari, a opera di una missione congiunta siro-francese diretta da A. Bounni e N. Saliby, per parte siriana, e da J. e E. Lagarce, per parte francese.
Il sito mostrava tracce di occupazione a partire dalla fine del XIV sec. a.C. fino al VI sec. d.C., mentre l'esplorazione archeologica ha consentito di precisare che esso offre dati rilevanti per tre periodi: l'Età del Bronzo Tardo (soprattutto il XIII sec. a.C.), l'Età del Ferro (tra il XII e il VI sec. a.C.) e infine il periodo ellenistico. L'identità del centro antico non è certa, ma si è proposta un'identificazione con l'antica Biruti, ovvero con Aph, Appu, nota dai testi di Ugarit, almeno per il centro del Bronzo Tardo; è comunque sicuro che esso fu fondato verso la fine del Bronzo Tardo dai re di Ugarit, al fine di sfruttare la posizione strategica del promontorio. La città fu costruita secondo una pianta ortogonale, nella quale spiccano i due monumenti principali, i due palazzi definiti Nord e Sud per la loro posizione topografica all'interno del perimetro murario. Il Palazzo Sud ha una superficie di più di 5.000 m2, con muri in pietra spessi tra 1 e 1,80 m, addossati in parte al possente muro di fortificazione, sempre in pietra, tuttora alto c.a 5 m. L'edificio si sviluppò attorno a una corte centrale con un bacino probabilmente destinato a raccogliere le acque pluviali. Il Palazzo Nord, che verosimilmente fu la residenza di una regina di Ugarit, è caratterizzato da un'articolazione degli ambienti intorno alla consueta corte, tale da consentire un unico senso di percorrenza. Diverse scale conducevano al piano, o meno probabilmente, ai piani superiori, mentre cisterne e pozzi assicuravano l'approvvigionamento idrico del complesso palatino che, a quanto si può giudicare dal grande spessore dei muri, doveva avere uno spiccato carattere monumentale. Una sala, laterale rispetto alla corte e con essa comunicante tramite un corridoio ad angolo, racchiudeva una camera funeraria sotterranea già violata in antico, costruita con grandi blocchi tagliati con cura e al cui interno diverse nicchie dovevano ospitare lucerne per le cerimonie funebri. Il palazzo aveva anche una sala d'archivio che ha conservato diversi documenti, scritti in ugaritico e in babilonese, tra i quali dizionari, testi concernenti la gestione economica e amministrativa, lettere di alti funzionari, corrispondenza reale grazie alla quale si è giunti alla conclusione che l'edificio fosse la residenza di una regina, infine testi mitologici, rituali e magici. Non mancavano i laboratori artigiani, tra i quali spiccano quelli dei metallurghi, che hanno conservato un gran numero di tipici lingotti di rame; in particolare, in una delle stanze di questo settore del palazzo si trovava, infisso nel terreno, un grande stampo di pietra per la produzione di grandi lingotti di bronzo. I due edifici furono occupati per circa un secolo e vennero poi abbandonati e totalmente svuotati, verosimilmente poco tempo prima dell'incendio che ne distrusse le strutture e che fu probabilmente opera dei «Popoli del Mare», negli anni immediatamente seguenti il 1200 a.C. L'abitato della successiva Età del Ferro non è stato ancora portato alla luce per grandi estensioni, ma la distribuzione in superficie dei reperti ceramici pertinenti induce a ipotizzare l'esistenza di un centro abbastanza esteso, con contatti commerciali con la Siria interna, con Cipro e con il Mediterraneo orientale, fiorito a partire dal XII sec. a.C. e poi entrato in crisi e forse abbandonato verso il VI-V sec. a.C. All'età ellenistica, infine, appartengono ampi tratti di fortificazioni rinforzate da torri a pianta quadrata e a forma di U e alcuni settori di un quartiere abitativo della città, che fu probabilmente un'importante postazione militare di Tolemeo II, posta di fronte alla seleucidica Laodicea. Riconquistata dai Seleucidi alla fine del III sec. a.C., R. I. H. rimase un importante centro commerciale, mentre ad Antioco IV (175-163 a.C.) può essere attribuita la costruzione della cittadella che si erge nell'angolo SE della precedente fortificazione. Infine, durante la tarda età romana e nell'età bizantina, si sviluppò sul promontorio un esteso e ricco villaggio di pescatori.
Bibl.: J. e E. Lagarce, Découvertes archéologiques à Ras Ibn Hani près de Ras Shamra, in CRAI, 1978, pp. 4-65; A. Bounni, La quatrième campagne de fouilles (1978) à Ras Ibn Hani (Syrie), ibid., 1979, pp. 277-294; J. e E. Lagarce, P. Leriche, La cinquième campagne de fouilles (1979) à Ras Ibn Hani (Syrie), ibid., 1980, pp. 9-34; J. e E. Lagarce, A. Bounni, N. Saliby, Les fouilles à Ras Ibn Hani en Syrie (campagnes de 1980; 1981 et 1982), ibid., 1983, pp. 249- 290; P. Bordreuil, J. e E. Lagarce, A. Bounni, N. Saliby, Les découvertes archéologiques et épigraphiques de Ras Ibn Hani (Syrie) en 1983, ibid., 1984, pp. 398- 438; J. e E. Lagarce, A. Bounni, N. Saliby, Ras Ibn Hani. Archéologie et histoire, Damasco 1987.