rapace
L'aggettivo ricorre in due soli luoghi: in Pd XXVII 55 sono paragonati a lupi rapaci i prelati che hanno cura soltanto dei propri interessi e dimenticano il gregge loro affidato; in If XIX 3 l'appellativo r. con un significato pregnante (cfr. Pagliaro, Ulisse 255) è rivolto ai simoniaci, alla loro avidità e avarizia.
È evidente nei due casi la connotazione morale del termine. L'immagine, alquanto diffusa negli scritti polemici del tempo (cfr. Sapegno, a Pd XXVII), è di chiara derivazione scritturale: così in Matt. 7,15, riferita ai falsi profeti, " qui veniunt ad vos in vestimentis ovium; intrinsecus autem sunt lupi rapaces ", e in Act. Ap. 20,3 " lupi rapaces... non parcentes gregi ".