MANSELLI, Raoul
Nacque l'8 giugno 1917, da Alessandro e da Elvira Speranza, a Napoli, dove compì gli studi universitari alla scuola di E. Pontieri e di A. Omodeo.
Al loro esempio, morale e intellettuale, si mantenne sempre aderente, in particolare per il senso "civile" della spiritualità e della religiosità nella storia dell'Europa cristiana. Nelle Confessioni di uno storico della spiritualità medievale, conservate in "un quaderno intitolato Zibaldone, in cui, tra il 23 ott. 1943 e il 6 nov. 1977 Raoul Manselli fece numerose annotazioni, di varia natura" (Pásztor, Una traccia biografica per una bibliografia, p. XIV, n. 20), ricordò sia il debito verso Maria Montessori ("Le devo l'amore del conoscere; il senso dei rapporti umani, il senso della spontaneità viva"), sia gli "anni neutri ed irrequieti di apprendimento", dell'"incontro col modernismo italiano" a 16-18 anni, sia i suoi maestri all'Università: "Ciaceri: positivismo; Pontieri: id. con aperture crociane e senso del vivo e del concreto. Omodeo: Crocianesimo e Cristianesimo. Il valore umano della storia cristiana" (ibid., pp. 9 s.).
Entrato all'Università nel 1934, vi si laureò con lode nel 1938, discutendo con Pontieri una tesi su "Boemondo d'Altavilla alla prima crociata" (poi edito: Normanni d'Italia alla prima crociata: Boemondo d'Altavilla, Roma 1940). Dopo una breve esperienza di studio e d'insegnamento presso l'Istituto italiano di cultura di Brema, nella drammatica atmosfera degli anni 1942-43, e dopo l'inverno del 1943-44 passato con i partigiani "tra le montagne della Lucchesia", leggendo e annotando Aristotele e Bergson, il M. insegnò storia e filosofia nel liceo scientifico Vallisneri di Lucca, ottenendo nel 1947 il comando presso la Scuola storica nazionale annessa all'Istituto storico italiano per il Medio Evo, alla cui direzione di lì a poco sarebbe arrivato R. Morghen (il suo "maestro di storia e di vita": R. Morghen…, in Clio, XX [1984], pp. 5-16). Se l'incontro con Morghen fu determinante per la sua vita di studioso, importante fu l'amicizia stretta con A. Frugoni e con P. Lamma, in quegli anni anch'essi allievi della Scuola storica nazionale. Il sodalizio con Frugoni si sviluppò soprattutto nella comune collaborazione presso l'Istituto della Enciclopedia Italiana, nella redazione del Dizionario biografico degli Italiani, luogo privilegiato di "stretto interscambio umano e intellettuale" (Sanfilippo, pp. 6 s.).
Conseguita la libera docenza nel 1953, il M. ottenne un incarico presso la Scuola speciale per archivisti e bibliotecari e per incarico insegnò storia medievale nell'Università di Lecce, trasferendosi poi a Perugia, come professore straordinario, nel 1960, quindi a Torino come ordinario.
In quegli anni si precisano i temi fondamentali della storiografia del M., il profetismo medievale e l'eresia come "inquietudini" del mondo medievale: inquietudini a un tempo religiose e sociali, poiché la religiosità (e non semplicemente la religione) si rivela come la cifra in grado di racchiudere e rappresentare la totalità di una esperienza tumultuosa all'origine della civilizzazione moderna.
Sono del 1949 le prime ricerche sul "manicheismo medievale", seguite dagli studi sull'escatologismo dell'età intermedia, da Gregorio Magno a Gioacchino da Fiore, Arnaldo da Villanova e Pietro di Giovanni Olivi, ricerche e studi sfociati poi nelle opere che rivelarono il M. come profondo rinnovatore, in senso storicistico e spiritualistico, di tutta una stagione della medievistica italiana ed europea: L'eresia del male (Napoli 1953), gli Studi sulle eresie del secolo XII (Roma 1953), La "Lectura super Apocalypsim" di Pietro di Giovanni Olivi. Ricerche sull'escatologismo medievale (ibid. 1955) e l'opera fondamentale Spirituali e beghini in Provenza (ibid. 1959). Negli stessi anni, all'interesse per i movimenti ereticali medievali e per le loro dottrine (catari, valdesi, dolciniani, enriciani, pauliciani e bogomili), concepite non solo e non tanto come fenomeni di devianza ecclesiastica, ma come fermento spirituale rivelatore delle tensioni etico-politiche di un mondo in rapida trasformazione, il M. unì l'interesse, testimoniato dalle rassegne di storia francescana e destinato a divenire negli anni sempre più forte, per Francesco d'Assisi e per la spiritualità del francescanesimo originario.
Nel 1966 fu chiamato all'Università di Roma a ricoprire presso la facoltà di lettere e filosofia la cattedra di storia medievale, fino ad allora tenuta da Morghen. Seguirono quasi vent'anni di operosità accademica, didattica e scientifica, durante i quali il M. seppe stabilire una rete di vastissime relazioni scientifiche di rango internazionale e mettere in atto assidue attività di scuola. Eletto alla direzione dell'istituto di storia medievale della facoltà, nel 1977 fu chiamato alla presidenza del Centro italiano di studi sull'Alto Medioevo di Spoleto.
Fu inoltre membro del consiglio direttivo dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo e dell'Istituto storico italo-germanico in Trento, nonché socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, dei Monumenta Germaniae historica, dell'Accademia delle scienze di Monaco e della Società romana di storia patria.
Molti dei lavori di maggior impegno tematico, negli anni dell'insegnamento romano del M., nacquero in realtà dai corsi universitari e mantennero spesso la classica forma del corso universitario in dispense.
È il caso dei due corsi su Federico II re di Sicilia (Torino 1970-71) e su I fenomeni di devianza nel Medioevo (ibid. 1972 e 1973), e di quelli su Federico Barbarossa (ibid. 1968), su La religione popolare nel Medio Evo (ibid. 1974), su Magia e stregoneria nel Medioevo (ibid. 1976), sulla Vita medievale: la festa (ibid. 1978), su La nazione italiana nel suo sviluppo storico e nella discussione storiografica (ibid. 1979), su S. Francesco (Roma 1980) e su Italia e Italiani alla prima crociata (ibid. 1983).
A questi lavori a mezzo fra didattica universitaria e ricerca scientifica, il M. accompagnò negli stessi anni un forte impegno nell'ambito della storia della storiografia, con una riflessione costante, che trovò spazio autonomo nel volume Il Medioevo. Introduzione storiografica (Torino 1967) e in una vasta serie di contributi sulla storia della storiografia ottocentesca, che richiama alla mente l'Omodeo della "perpetua revisione dei motivi romantici", che in definitiva il M. riconosceva come fonte della rivendicazione della storia della religiosità medievale come storia etico-civile. Altrettanto ampia, e associata sempre a una intensa attività di recensore, fu la sua attenzione per la storiografia contemporanea, italiana e non, con significative aperture, negli ultimi anni del suo insegnamento e della sua vita, verso la nouvelle histoire.
La sua ultima produzione, caratterizzata anche da alcune ristampe delle sue opere maggiori (L'eresia del male, Napoli 1963 e 1980; il S. Francesco, Roma 1981, poi in traduzione francese Paris 1981), andò privilegiando da una parte la sistemazione delle ricerche di storia dei movimenti ereticali (Il secolo XII: religiosità popolare ed eresia, Roma 1983) e lo studio delle prime testimonianze del francescanesimo originario, con un contributo di altissimo valore storico-filologico quale è il volume "Nos qui cum eo fuimus". Contributo alla questione francescana (ibid. 1980), e dall'altra le grandi sintesi (L'Europa e il mondo. Corso di storia per le scuole medie superiori, Palermo 1978; L'Europa medievale fino allo scisma d'Occidente, Torino 1979; Egemonia imperiale, autonomia comunale, potenza politica della Chiesa e Il sistema degli Stati italiani dal 1250 al 1454, nel vol. IV, Comuni e signorie: istituzioni, società e lotte per l'egemonia, della Storia d'Italia diretta da G. Galasso, ibid. 1981; Il pensiero economico del Medioevo, nel vol. II della Storia delle idee politiche economiche e sociali, diretta da L. Firpo, ibid. 1983).
Il M. morì a Roma il 20 nov. 1984.
Lasciò incompiuto il grande lavoro della sua vita di studioso, il S. Francesco, la cui editio maior vide la luce solo nel 2002 (Cinisello Balsamo), accompagnato dalla silloge I primi cento anni di storia francescana (a cura di A. Marini, ibid. 2004). Postumi uscirono la raccolta dei suoi Scritti sul Medioevo (Roma 1994), a cura dell'Istituto di storia medievale dell'Università di Roma La Sapienza, e, a opera degli allievi, una raccolta di saggi Temi e immagini del Medio Evo (a cura di E. Pásztor, ibid. 1996).
Per la bibliografia del M., ricca di quasi settecento titoli, si vedano: Bibliografia di R. M., a cura di E. Pásztor, Spoleto 1994, e Bibliografia di R. M., a cura di A. Cocci (con esclusione degli scritti minori), in R. Manselli, Scritti sul Medioevo, cit., pp. 483-511; la sua biblioteca personale di quasi quarantamila volumi è depositata presso l'Istituto storico dei frati minori cappuccini, a Roma.
Fonti e Bibl.: E. Pásztor, R. M. e l'Umbria, in Boll. della Soc. di storia patria per l'Umbria, LXXXI (1984), pp. 209-215; F. Santucci, R. M. e la Società internazionale di studi francescani, ibid., pp. 216-219; P. Vian, Le prof. R. M., 1917-1984, in Revue d'histoire ecclésiastique, LXXIX (1984), pp. 938 s.; H. Führmann, R. M., in Jahrbuch der Bayerischen Akademie der Wissenschaften, LXXIV (1985), pp. 231-233; E. Pásztor, R. M. (1917-1984), in Archivum Franciscanum historicum, LXXVIII (1985), pp. 490-493; D. Quaglioni, Ricordo di R. M., in Il Pensiero politico, XVIII (1985), pp. 275 s.; M. Sanfilippo, Ricordo di R. M., in Quaderni medievali, X (1985), 19, pp. 5-9; G. Tabacco, R. M. (Napoli 1917 - Roma 1984), in Boll. storico-bibliografico subalpino, LXXXIII (1985), pp. 359-363; O. Capitani, Una medievistica romana, Bologna 1986, pp. 57-75; M. Maccarrone - P. Zerbi, Ricordo di R. M., in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XL (1986), rispettivamente alle pp. 575-578, 578-586; G.G. Merlo, R. M., storico della religiosità cristiana medievale, in Riv. storica italiana, XCVIII (1986), pp. 122-134; O. Capitani, Ricordo di R. M., in Segni e riti nella Chiesa altomedievale occidentale. Atti delle Settimane di studio del Centro italiano di studi sull'Alto Medioevo, XXXIII, 1, Spoleto 1987, pp. 13-40; E. Pásztor, R. M. I valori della civiltà cristiana, in Laici del nostro tempo, a cura di C. Ghidelli - G. Lazzaro, Roma 1987, ad ind.; L'opera storica di R. Manselli. Atti del Seminario internazionale di studio, Lecce… 1986, a cura di B. Vetere, Galatina 1988; A. Marini, Ricordo di R. M. nel quinto anniversario della morte (20 nov. 1984), in Studi e materiali di storia delle religioni, LV (1989), pp. 291-295; Lettere a Raffaello Morghen, 1917-1983, scelte e annotate da G. Braga - A. Forni - P. Vian, Roma 1994, ad ind.; O. Capitani, Introduzione, ibid., p. XXXII, n. 55; L. Gatto, Introduzione, a R. Manselli, Scritti sul Medioevo, cit., pp. 9-12; E. Pásztor, Una traccia biografica per una bibliografia, in Bibliografia di R. M., cit., pp. IX-XXV; D. Quaglioni, L'"ansia di sapere" dello storico. A proposito degli "Scritti sul Medioevo" di R. M., in Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento, XX (1994), pp. 11-37; Id., Introduzione, a Temi e immagini del Medio Evo, cit., pp. 11-24; D. Solvi, R. M. e la sua eredità nella questione francescana, ibid., pp. 25-38.