GIGLIARELLI, Raniero
Nacque ad Assisi il 14 apr. 1850 da Michele, che dirigeva l'azienda familiare di gestione dei forni di Assisi e Trevi, e da Geltrude Bergamini. Dopo gli studi in medicina all'Università di Perugia, entrò nell'Esercito presso la direzione di Sanità militare a Roma, dove, giovanissimo capitano, vinse, in collaborazione con il suo amico e collega C. Sforza, il concorso Riberi per ricerche sulla malaria presentando un lavoro, corredato di grafici, carte e statistiche, poi pubblicato (La malaria in Italia. Con speciali considerazioni sulla distribuzione di essa nelle principali guarnigioni dell'Esercito, Roma 1885).
Lasciato presto l'esercito, tornò nella sua città, dove praticò con successo la professione di medico condotto e interpretò la professione con uno spirito di servizio che L'Unione liberale avrebbe definito, con molta enfasi, di "disinteresse francescano" (9 marzo 1918).
Seguendo la scuola allora in voga di P. Mantegazza, il G. si dedicò alla divulgazione scientifica compilando brevi manuali in cui le principale norme igieniche venivano sminuzzate e presentate al lettore con una forma letteraria piacevole. Appartengono in particolare a questo filone: Badate a chi sposate. Racconti, I, Colpa dei padri; II, Pianti dei figli (Bologna 1885); Sospiri e baci. Igiene della donna, fanciulla, sposa, moglie e madre (Perugia 1893); e la trilogia Bacco. Ricordi di un medico condotto (Città di Castello 1881), Tabacco. Un inverno a Milano. Racconto storico dal decembre 1847 al marzo 1848 (Roma 1887) e Venere. Racconto storico della metà del secolo XIV (Perugia 1903), che si svolge a Perugia e si basa su documenti storici inediti tratti dall'Archivio del Comune.
Le conoscenze scientifiche e la grande attività di pubblicista e conferenziere fecero presto del G. un esponente di spicco della vita intellettuale perugina, tanto che nel novembre 1894, fu designato, con C. Fani, Z. Montesperelli e L. Tiberi, al ruolo di conferenziere nel banchetto organizzato nel capoluogo umbro in onore di P. Sabatier.
Personalità eclettica, il G., oltre agli studi di medicina, scrisse opere letterarie e teatrali, insegnò anatomia pittorica nell'Accademia delle belle arti di Perugia e, soprattutto, si occupò di ricerca storica. Nel 1870, quand'era ancora studente, la filodrammatica della Concordia di Perugia aveva rappresentato al teatro del Carmine la sua opera Amore e patria, in cui l'autore aveva interpretato il ruolo del protagonista. Altri due tentativi di scrittura teatrale furono il dramma inedito I medici, "pagina importantissima ed esauriente sulla psicologia del medico condotto" (L'Unione liberale, 9 marzo 1918), e la tragedia Perugia e il Papato, ossia Le fasi di un dominio. Tragedia secolare dal 1360 al 1860 (Perugia 1910) che, dedicata al moderato perugino C. Fani, a quel tempo ministro di Grazia e Giustizia, metteva in scena, utilizzando documenti d'archivio, alcuni degli eventi più significativi della storia perugina. La materia trattata vi era divisa in tre periodi preceduti da un prologo: Tentativi di dominio (7 dic. 1375); Dominio assoluto (19 dic. 1557); Caduta irreparabile (14 sett. 1860).
Nel 1907, dopo anni di ricerche, il G. diede alle stampe la sua opera letteraria principale: Perugia antica e Perugia moderna. Indicazioni storico-topografiche (Perugia), volume di oltre mille pagine, arricchito da numerose illustrazioni, che descriveva minuziosamente vie, piazze, edifici e monumenti della città, dall'epoca etrusca a quella contemporanea.
All'impegno di medico e di studioso il G. affiancò l'attività politica nel partito liberale moderato perugino capeggiato da Z. Faina e C. Fani, pur senza ricoprire mai cariche di grande rilievo. Nel 1899 mancò per pochi voti l'elezione a consigliere comunale di Perugia. A nulla servì infatti il ricorso presentato da alcuni elettori contro presunte irregolarità nelle operazioni di voto: malgrado molte schede fossero palesemente riconoscibili, il Consiglio comunale ritenne valido il risultato dello spoglio. Il G. uscì tanto amareggiato da quell'esperienza che non partecipò più a competizioni elettorali. Qualche soddisfazione gli era invece venuta dal giornalismo, quando, nel 1896, gli era stata affidata la direzione del più importante quotidiano perugino, L'Unione liberale.
Fu però un'esperienza breve. Molti anni dopo, ricordando questa parentesi, G. Muzioli avrebbe celebrato l'autonomia di giudizio con cui il G. aveva portato "nel giornale, oltre la non comune abilità di scrittore provetto, uno spirito ammirevole di tolleranza e di indipendenza che a taluni del partito certo non poteva garbare, perché avvezzi a pretendere ben altro": adombrando l'esistenza di qualche divergenza, nella circostanza Muzioli sottolineava pure come il G. avesse anteposto "la modesta oscurità al chiasso dello scandalo, all'apostasia interessata, al patteggiare cogli avversari meditate vendette" (L'Unione liberale, 9 marzo 1918).
Socio sin dalle origini della Società umbra di storia patria poi divenuta, nel 1896, R. Deputazione di storia patria per l'Umbria, il G. fu anche consigliere della Congregazione di carità e membro del Consiglio provinciale di beneficenza.
Morì a Perugia il 7 marzo 1918.
Altri scritti del G.: Ode, Perugia 1872; Studio statistico etiologico delle infermità che si ebbero in cura durante il I semestre 1879 nell'ospedale militare di Perugia, s.n.t.; L'ubriachezza in rapporto all'igiene, memoria premiata al concorso istituito dalla Società Filantropia senza sacrifici, Milano 1880; Vecchie teorie confermate da fatti nuovi. Conferenza letta nell'ospedale militare di Perugia nel febbraio 1881, Roma 1883; Dott. Antonio. Abbasso i medici?!, ibid. 1884; Le passioni della medicina (Lamentazioni del dott. Antonio). In occasione dell'XI Congresso medico tenuto a Perugia, ibid. 1885; Intorno alla malaria, ibid. 1886, in coll. con C. Sforza; I piccoli e i grandi. La molecola e l'Universo, Perugia 1888; La scelta del marito. Conferenza…, ibid. 1891; Perseverante operosità e conoscenza anatomica, fondamento di grandezza nelle arti belle. Discorso proemiale, letto il 31 ott. 1897 per la solenne distribuzione dei premi agli alunni dell'Accademia delle belle arti in Perugia, ibid. 1898; L'unghia umana, in L'Umbria. Riv. d'arte e letteratura, I (1898), n. 6; La danza. Conferenza…, Perugia 1899; Squartano e Rina. Racconto storico, in L'Umbria. Riv. d'arte e letteratura, III (1900), nn. 2 ss.; Fusione sociale delle filodrammatiche di Minerva e Luigi Bonazzi, ibid., VI (1903), n. 13-14; Assisi, Perugia s.d.; Ricordi di un medico. Bozzetti patologici, malattie del polmone, ibid. s.d.
Fonti e Bibl.: Perugia, Arch. stor. del Comune, Carteggio amministrativo 1871-1953, Deliberazioni del Consiglio, sess. ordinaria di autunno, 2° seduta, 24 nov. 1899, Ricorso contro le operazioni elettorali del 18 giugno 1899; necr. in Boll. della R. Deputaz. di storia patria per l'Umbria, XXIII (1918), pp. 399-404; U. Ranieri di Sorbello, Perugia della bell'epoca, Perugia 1970, pp. 190, 289, 364, 382, 392, 409, 432, 462, 511; M. Tabarrini, L'Umbria si racconta. Dizionario, II, Foligno 1982, pp. 135 s.