RANIERI da Sansepolcro, beato
RANIERI da Sansepolcro, beato. – Nacque presumibilmente a Sansepolcro in un anno imprecisato tra il 1230 e il 1240.
Documenti tardi, ma affidabili, testimoniano le sue radici familiari nella cittadina toscana: il 6 dicembre 1354 il giurisperito ser Pace di Bercordato degli Abbarbagliati dichiarò infatti il proprio legame di parentela con il beato (Archivio di Stato di Firenze, Notarile antecosimiano, 16187, cc. 103r-105r).
Gli elementi biografici che lo concernono, deducibili dal registro dei miracoli, sono peraltro estremamente scarni. Oltre all’origine da Sansepolcro (è detto nelle fonti Ranierius de burgo Sancti Sepulchri), si sa che appartenne all’Ordine dei frati minori, e che morì il giorno della solennità di Ognissanti del 1304.
Il tratto sostanziale che caratterizza la sua vita, e che genera la sua popolarità, è la povertà, unita all’umiltà e all’austerità: nell’imitazione del Cristo, come riporta la fonte.
La sua esperienza lasciò traccia nella memoria collettiva. Non a caso il culto è documentato immediatamente dopo la morte, e nella sua promozione riveste un ruolo significativo il Comune di Sansepolcro, procurando il balsamo per il corpo, avviando la registrazione dei miracoli il giorno stesso della morte (fino al 27 maggio 1305), e facendo erigere l’altare maggiore della chiesa di S. Francesco, posto al di sopra della cripta nella quale si conserva il corpo (la cui ultima sistemazione risale al 1874).
Il 6 settembre 1305 Napoleone Orsini, cardinale diacono di S. Adriano e legato apostolico, concesse cento giorni di indulgenza a quanti avrebbero visitato l’altare (Archivio di Stato di Firenze, Diplomatico, Normali, Sansepolcro. San Francesco (Frati Minori), 1305 settembre 6). Segno del rapido consolidamento del culto di Ranieri sono poi alcuni lasciti: nel 1350 (Sansepolcro, Archivio Storico Comunale, serie XXXII, 176, c. 259rv), nel 1354 (Archivio di Stato di Firenze, Notarile antecosimiano, 16187, cc. 103r-105r), nel 1390 e nel 1399 (ibid., 7147, cc. 124r e 134r-135r).
L’agiografia si sviluppa tra la morte e il 1439, quando i frati del convento di Sansepolcro comunicarono al Sassetta le scene da raffigurare nel polittico di cui si dirà in seguito: la guarigione del cardinale di S. Lorenzo in Lucina; la premonizione della dannazione di un avaro di Citerna; la liberazione dei prigionieri dal carcere fiorentino delle Stinche, tra cui debitori insolventi. Questa narrazione non ebbe larga diffusione, dal momento che è ignota a Giacomo Oddi, autore, nel 1474-1476, della Franceschina (La Franceschina. Testo volgare umbro del sec. XV scritto dal p. Giacomo Oddi di Perugia, I-II, a cura di N. Cavanna, Assisi 1929).
Non trovano riscontro alcuni episodi tramandati dalla letteratura, come la fondazione della fraternita di San Bartolomeo a Sansepolcro e di un ospedale a Bologna, né la presunta origine aretina, dovuta alla confusione tra il nostro e un omonimo frate morto anch’egli nel 1304 e citato da Giovanni della Verna nel 1311 (M. Sensi, Il perdono di Assisi, Assisi 2002, pp. 197 s.). L’ipotesi è stata dimostrata inattendibile da Ivano Ricci nel 1944, con un giudizio poi confermato dalla storiografia successiva (cfr. G.P.G. Scharf, Arezzo, Spoleto 2015, p. 52). Talora, Ranieri è stato anche confuso con fra Raniero Fasani da Perugia, promotore del movimento del flagellanti nel 1266, ma tale confusione venne corretta già da Ludovico Iacobilli.
Riferimenti letterari a Ranieri si hanno nei Memorabilia de sanctis Fratribus Minoribus (1314-1322), nel Catalogus sanctorum Fratrum Minorum (1335 circa) e nel Provinciale Ordinis Fatrum Minorum compilato attorno al 1343. Verso il 1365 ne parla Bartolomeo da Pisa (De conformitate vitae beati Francisci ad vitam Domini Iesu. Liber I. Fructus I-XII, in Analecta Franciscana sive cronica aliaque varia documenta ad historiam Fratrum Minorum spectantia edita a patribus Collegii S. Bonaventurae, IV, Quaracchi 1906, p. 242). La prima attestazione della volontà di canonizzare Ranieri è contenuta nell’Historia Burgi, redatta da un anonimo monaco camaldolese dell’abbazia di Sansepolcro (G.P.G. Scharf, Cronisti Borghesi del Quattrocento, Selci-Lama 2011, pp. 74 s.).
Nei secoli il culto si mantenne costante e nella parte pubblica fu regolamentato dagli statuti comunali del 1441 e del 1571 (Sansepolcro, Archivio Storico Comunale, serie I, 1, c. 1v; serie I, 3, c. 1v). Il giorno di Pentecoste del 1532 fu messa in scena sul sagrato della chiesa di S. Francesco una sacra rappresentazione dedicata al beato e scritta da M. Aggiunti, con pochi elementi biografici, tranne i riferimenti alle opere di carità. Nel 1583 il corpo del beato venne visitato da Angelo Peruzzi, visitatore apostolico della diocesi di Sansepolcro. Nel XVII secolo il corpo continuò a essere meta di pellegrini, come risulta dal pellegrinaggio del granduca di Toscana, Cosimo II, nel 1612, da una guida per pellegrini databile al 1650 circa e dalla cronaca di un pellegrinaggio da Urbino a Montecasale e a Sansepolcro del 1666, nella quale Ranieri è indicato con il cognome «Gratini» (testi in M. Betti - G. Tricca, Il Palio della Balestra a Sansepolcro. Storia di un gioco e di una città, Firenze 1985, p. 68 e A. Brilli, Borgo San Sepolcro. Viaggio nella città di Piero, Città di Castello 1988, pp. 44-46). Nel 1740 il vescovo diocesano istruì un processo per dichiarare l’autenticità del corpo; nel 1747 e nel 1757 papa Benedetto XIV riconobbe il privilegio quotidiano perpetuo all’altare eretto in onore del beato; nel 1749 il Comune di Sansepolcro elesse padre Bonaventura Botti postulatore della causa di canonizzazione del beato (Sansepolcro, Archivio Storico Comunale, serie II, 36, c. 175r); nel 1761 il vescovo diocesano compì una solenne ricognizione dei resti mortali; nel 1763 il padre Giuseppe Maria Paolucci fu incaricato di raccogliere notizie sul beato per promuoverne la beatificazione (Sansepolcro, Biblioteca Comunale Dionisio Roberti, «Manoscritti», J.106: F. Pignani, Compendio istorico di memorie della città di S. Sepolcro, cc. 20rv, 24v e 29v). Tra il 1763 e il 1772 venne raccolta la documentazione per il riconoscimento del culto prestato ab immemorabili, confermato da Pio VII nel 1802, con il nome di Ranieri Rasina o da Sansepolcro e la memoria liturgica al 5 novembre.
L’iconografia più completa è anche la più antica e risale al XV secolo. Nel 1439 i frati del convento di Sansepolcro commissionarono al pittore Stefano di Giovanni, detto il Sassetta, una pala per l’altare maggiore, dipinta su entrambe le facce; sulla faccia anteriore, Ranieri è raffigurato nel piano principale, alla destra di san Francesco in estasi, con l’abito da frate, nell’atto di pregare con il computum, strumento di preghiera dei frati laici. Sul retro erano dipinte storie della vita di Ranieri, in numero forse di quattro (rimangono le tre con gli episodi sopra ricordati).
Tra il 1501 e il 1509 Gerino da Pistoia raffigura il beato, intento a meditare sulla croce, nel ciclo con santi dell’Ordine nel convento della Verna. Al XVI secolo risale la scena della guarigione di uno storpio dipinta da Cherubino Alberti (1553-1615) all’interno del coperchio della cassa che contiene il corpo. Ai secoli XVI-XVII risalgono tre dipinti di Raffaello Schiaminossi (1572-1622): in uno Ranieri è raffigurato, insieme a san Carlo Borromeo, nell’atto di venerare la Vergine con il Bambino (Sansepolcro, chiesa di S. Francesco), mentre gli altri due sono estasi del beato con il Crocifisso in mano (sacrestia della chiesa di S. Francesco e Palazzo Vescovile di Sansepolcro).
Fonti e Bibl.: Il Registro dei miracoli è conservato nell’Archivio Storico Diocesano di Città di Castello, Archivio Vescovile, Codici in pergamena, 19 (72). Descrizione e regesto in: Chiese e conventi degli ordini Mendicanti in Umbria nei secoli XIII-XIV. Gli archivi ecclesiastici di Città di Castello, a cura di G. Casagrande, Perugia 1990; trascrizione e traduzione in Il libro dei miracoli del Beato Ranieri dal Borgo, a cura di L. Amadori Tani, Montepulciano 2004. La relazione della visita apostolica del 1583 è edita in Visita apostolica alle diocesi di Cortona e Sansepolcro 1583 e decreti generali, a cura di S. Pieri - C. Volpi, Arezzo 2012, pp. 302-309 e regestata in E. Agnoletti, Viaggio per le valli altotiberine toscane, Città di Castello 1980. Il testo della sacra rappresentazione di M. Aggiunti, Rapresentazione della vita del beato Ranieri Rasini dal Borgo San Sepolcro è conservato in: Sansepolcro, Biblioteca Comunale Dionisio Roberti, «Manoscritti», J.120, trascrizione in G. Maggini, Rapresentazione del b. Raniero Rasini dal Borgo à S. Sep[ol]cro Minore conventuale di M. Aggiunti dottor di legge, in Il beato Ranieri nella storia del francescanesimo e della terra altotiberina, Atti del Convegno... 2004, a cura di F. Polcri, Sansepolcro 2005, pp. 229-287. Vite antiche: F. Bercordati, Cronaca di Borgo San Sepolcro, manoscritto del XVII secolo (post 1611?) in Sansepolcro, Biblioteca comunale Dionisio Roberti, «Manoscritti», J.103, c. 20r; P. Farulli, Annali e memorie dell’antica e nobile città di S. Sepolcro, Foligno 1713, p. 52; Sansepolcro, Archivio Vescovile: S. Silvi, Vita del Beato Ranieri Rasina Strofilati del Borgo S. Sepolcro laico professo dell’Ordine di S. Francesco, manoscritto del 1808. Voci in enciclopedie, dizionari e repertori: L. Iacobilli, Vite de’ santi e beati dell’Umbria, III, Foligno 1661, pp. 3-6; Acta sanctorum. Novembris, I, Parigi 1887, pp. 390-402; J. Cambell, Rainer (Rainerio) Rasina v. S. Sepolcro, in Lexikon für Theologie und Kirche, 8, Freiburg 1963, col. 980; Mariano da Alatri, Raniero da Borgo San Sepolcro, beato, in Bibliotheca sanctorum, XI, Roma 1968, col. 45. Studi specifici: L. Kern, Le bienheureux Rainier de Borgo San Sepolcro de l’Ordre des Frères Mineurs, in Revue d’historie franciscaine, VII (1930), pp. 233-283; I. Ricci, Il Beato Ranieri dei Minori Conventuali di S. Sepolcro, Sansepolcro 1944; T.M. Della Rovere, Una gemma di Sansepolcro. Il beato Ranieri, Sansepolcro 1966; R. Paciocco, Elementi per una tipologia della santità francescana nel secolo XIV, in Santi e santità nel secolo XIV, Atti del XV convegno della SISF... 1987, Assisi 1989, pp. 79-102; E. Agnoletti, Il Beato Raniero dal Borgo San Sepolcro, Sansepolcro 1994; A. Czortek, Frati Minori e società cittadina a Sansepolcro fra i secoli XIII e XIV, in Archivum Franciscanum Historicum, XCIII (2000), pp. 79-135, poi in Id., Eremo, convento, città. Un frammento di storia francescana: Sansepolcro, secoli XIII-XV, Assisi 2007, pp. 93-131; Il beato Ranieri nella storia del francescanesimo e della terra altotiberina, Atti del Convegno... 2004, a cura di F. Polcri, Sansepolcro 2005. Per l’arte: C. Gardner von Teuffel, Niccolò di Segna, Sassetta, Piero della Francesca and Perugino. Cult and continuity at Sansepolcro, in Städel Jahrbuch, XVII (1999), pp. 163-208; Sassetta. The Borgo San Sepolcro Altarpiece, I-II, a cura di M. Israëls, Firenze-Leiden 2009; E. Squillantini - G. Guazzini, L’antica decorazione absidale della chiesa di San Francesco a Sansepolcro: nuove proposte di ricostruzione per un disperso ciclo pittorico del 1403, in Pagine altotiberine, XLVIII (2012), pp. 91-118.