RANGERIO di Lucca
Nato a Lucca, non dopo il 1051. Per la benevolenza mostrata ai monaci di San Benedetto di Polirone, si può pensare che trascorresse la giovinezza in quel monastero; certamente più tardi fu ascritto al clero lucchese. Eletto vescovo circa il 1097, difensore dell'indipendenza del pontificato, conforme al pensiero di Gregorio VII, fu provvido amministratore della sua diocesi, favorì la politica della contessa Matilde di Canossa, frenò con le armi l'ambizione di Guido di Montemagno e dei conti Rinieri e Ugo, e ottenne nel 1105 da Pasquale II la conferma dei privilegi alla chiesa di S. Frediano: si rivelò sempre d'indole vigorosa e d'animo combattivo. Intervenne al concilio di Roma, rimproverando Urbano II in difesa di Anselmo di Canterbury; finì di vivere intorno al 1111.
La sua opera è la Vita sancti Anselmi, composta circa il 1110, quando Enrico V attraversò la Toscana, devastando il territorio e cacciando i vescovi dalle loro sedi. Si può ritenere un prospetto storico della lotta delle investiture, rivissuta nei principali attori, come Enrico IV, Clemente III, Gregorio VII e la contessa Matilde, e col fine morale di porgere un esempio per superare le passioni e per tollerare le sventure.
La prima ed. della Vita fu curata da V. De la Fuentes, Madrid 1870; la seconda da E. Sackur, G. Schwartz e B. Schneider, in Mon. Germ, hist., Scriptores, XXX, 11 (1929), 1152-1807.